
Redazione RHC : 22 Luglio 2025 17:29
Nel corso degli ultimi mesi, YouTube ha intensificato la sua attività di contrasto contro campagne di disinformazione e operazioni di influenza coordinate, rimuovendo un numero considerevole di canali legati a vari paesi. Tra questi, spiccano 43 canali chiusi per attività legate alla Turchia: la campagna diffondeva contenuti in lingua turca a sostegno del Partito della Vittoria. Parallelamente, 12 canali, un account pubblicitario, un account AdSense e nove domini sono stati bloccati per una campagna pro-Romania a favore di un partito politico specifico.
Le attività riconducibili alla Russia hanno portato alla chiusura di centinaia di canali. Solo in alcuni esempi, sono stati chiusi 1.045 canali e bloccati due domini per una campagna collegata a una società di consulenza russa; ulteriori 507 canali sono stati rimossi per contenuti pro-Russia e critici verso Ucraina e Occidente; altri 392 canali, sempre riconducibili a una società di consulenza russa, sono stati eliminati per motivi analoghi. A questi si aggiungono decine di altri canali chiusi per campagne in diverse lingue, tra cui inglese, francese, spagnolo, ucraino e polacco.
Anche la Repubblica Popolare Cinese (PRC) è stata coinvolta in modo massiccio. In particolare, YouTube ha chiuso 1.545 canali per una rete inautentica che pubblicava contenuti in cinese e inglese su Cina e affari esteri statunitensi, e ulteriori 3.592 canali nei mesi successivi per attività simili. Nel mese di giugno, sono stati rimossi altri 2.598 canali e bloccato un dominio, sempre per operazioni legate alla PRC. Questi interventi confermano trend già documentati in precedenti report.
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Non sono mancate azioni contro campagne legate ad altri paesi. In Azerbaijan sono stati chiusi 356 canali in un caso, 457 in un altro, e ulteriori 228 canali per campagne che diffondevano contenuti critici verso l’Armenia e oppositori del governo azero. In Iran sono stati chiusi 12 canali per contenuti a favore del governo iraniano e della Palestina e critici verso Israele; inoltre, sono stati bloccati due domini per campagne in arabo critiche verso Stati Uniti, Israele e Occidente.
Infine, YouTube ha agito anche contro campagne più circoscritte: quattro canali chiusi per attività legate a Israele con contenuti critici verso la Palestina; un canale e un dominio bloccati in Ghana per una campagna legata alle elezioni presidenziali; e quattro canali chiusi per attività pro-Cina e critiche verso le Filippine. Questi interventi, realizzati tra aprile e giugno, testimoniano la costante attività della piattaforma contro la disinformazione globale e le reti inautentiche.
Redazione
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