Redazione RHC : 5 Novembre 2021 06:55
Un database di 45,5 milioni di utenti di servizi VPN mobili è trapelato su Internet. Questo è quanto riferito dal sito di notizie russo Kommersant.
Iscriviti GRATIS ai WorkShop Hands-On della RHC Conference 2025 (Giovedì 8 maggio 2025)
Il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi (o persone di qualsiasi età) alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Sui forum underground sono comparsi i dati di 45,5 milioni di utenti dei servizi FreeVPN.org e DashVPN.io, che forniscono servizi di privacy per i loro dati tramite VPN personali, necessarie per creare l’anonimato sulla rete, secondo gli esperti del canale Telegram “Information Leaks”.
“I dati sono stati lasciati su un server di database MongoDB non protetto. Entrambi i servizi appartengono alla società internazionale ActMobile Networks, con sede negli Stati Uniti.”
Come affermato sul sito Web dell’azienda, oltre 75 milioni di persone in tutto il mondo hanno utilizzato i loro servizi VPN.
Il database contiene indirizzi e-mail degli utenti, password crittografate, date di registrazione, aggiornamenti del profilo e ultimo accesso. Gli autori del canale chiariscono che il database archivia i dati dal 2017 al 2021.
Il canale Telegram Information Leaks, che ha scritto della fuga di notizie il 1° novembre, ha notato che i dati degli utenti sono di dominio pubblico da una settimana.
Successivamente, il 3 novembre, il canale ha riferito che tutti gli altri dati personali archiviati sul server MongoDB erano stati trapelati sul Web.
Gli esperti hanno immediatamente attirato l’attenzione sul fatto che i servizi VPN mobili gratuiti non sono sicuri (anche se questo noi di RHC lo sappiamo da tempo) e che i truffatori che hanno acquistato il database possono utilizzare i dati per attacchi di phishing e hacking di varia natura.
La perdita o la vendita di dati dai servizi VPN oggi non è più un incidente, ma uno scenario quasi garantito per l’utilizzo di qualsiasi servizio non protetto, afferma Alexander Dvinskikh, esperto di sicurezza delle informazioni presso l’azienda Krok IT:
“Se una persona utilizza un servizio gratuito, allora deve capire che, molto probabilmente, è lui stesso il prodotto”.
Tali società raccolgono e rivendono ripetutamente informazioni su quali siti visita l’utente, a cosa è interessato e quali acquisti fa, specifica l’esperto. Inoltre, le applicazioni VPN conservano informazioni sull’e-mail e sugli indirizzi IP degli utenti, il che consente loro di identificare direttamente il proprietario dei dati.
“La protezione dei diritti di bambini e adolescenti rappresenta una priorità per la Polizia di Stato e richiede un’attenta valutazione delle minacce emergenti, l’impiego di t...
Nel vasto arsenale del cybercrimine, una categoria di malware continua ad evolversi con una velocità e una precisione quasi industriale: gli information stealer. Questi strumenti, nati inizialmen...
Sabato 3 maggio, un post pubblicato su un canale Telegram legato al gruppo “Mr Hamza” ha rivendicato un cyberattacco ai danni del Ministero della Difesa italiano. Il messaggio, scritto i...
Microsoft ha confermato che il protocollo RDP (Remote Desktop Protocol) consente l’accesso ai sistemi Windows anche utilizzando password già modificate o revocate. L’azienda ha chia...
Una nuova campagna di phishing sta circolando in queste ore con un obiettivo ben preciso: spaventare le vittime con la minaccia di una multa stradale imminente e gonfiata, apparentemente proveniente d...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006