Inva Malaj : 11 Agosto 2024 08:30
Recentemente il Gruppo Hacktivista “RipperSec” ha rivendicato di aver attaccato il sito globale di Ferrari in nome della giustizia per la Palestina.
Il gruppo hacktivista noto come “RipperSec” ha rivendicato la responsabilità di un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) che ha messo in disservizio parziale e per un breve periodo il sito web globale di Ferrari.
In un post condiviso su Telegram, il gruppo ha pubblicato uno screenshot che mostra il sito di Ferrari con un errore 500, evidenziando il successo del loro attacco.
Vorresti toccare con mano la Cybersecurity e la tecnologia? Iscriviti GRATIS ai WorkShop Hands-On della RHC Conference 2025 (Giovedì 8 maggio 2025)
Se sei un ragazzo delle scuole medie, superiori o frequenti l'università, oppure se solamente un curioso, il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Al momento, il sito risulta essere perfettamente online.
Il messaggio di “RipperSec” non si limita solo a rivendicare l’attacco, ma include anche un forte messaggio politico: “Aprite gli occhi, questo è genocidio, non autodifesa”, accompagnato dagli hashtag #FreePalestine e #ForJustice.
Questo chiarisce che l’azione del gruppo è motivata da una protesta contro quella che percepiscono come un’ingiustizia verso il popolo palestinese.
A sostegno delle loro affermazioni, il gruppo ha condiviso un link a un report su “check-host.net” che sembra fungere da prova dell’attacco riuscito.
Il logo utilizzato da RipperSec, che include un teschio coronato e due leoni rampanti, rafforza l’immagine di un’organizzazione pronta a combattere per le proprie convinzioni di hacktivismo.
Il caso evidenzia ancora una volta come, in un contesto dove le motivazioni politiche e sociali possono innescare azioni di cyber-attivismo su larga scala, le aziende globali possono essere vulnerabili a questo genere di attacchi.
Sembra che il gruppo RipperSec non si fermerà qui e potrebbe già avere in mente nuovi obiettivi per portare avanti la loro campagna.
Come nostra consuetudine, lasciamo sempre spazio ad una dichiarazione da parte dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti sulla vicenda. Saremo lieti di pubblicare tali informazioni con uno specifico articolo dando risalto alla questione.
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
Il team di threat hunting di Trend Zero Day Initiative™ (ZDI) ha identificato casi significativi di sfruttamento di un bug di sicurezza in una serie di campagne risalenti al 2017. L&#...
Politica, informatica e privacy. Una triade alla continua ricerca di equilibrio con una storia di conflitti che ha origini dall’introduzione dei personal computer a livello consumer. I tentativ...
L’essere umano nella vita quotidiana ha avuto sempre la necessità di essere riconosciuto ed identificato per usufruire di servizi e prestazioni. Ciò è stato possibile utilizzando...
Una bug recentemente scoperto su Apache Tomcat è sfruttato attivamente a seguito del rilascio di una proof-of-concept (PoC) pubblica, 30 ore dopo la divulgazione ufficiale Si tratta del ...
Che siano cybercriminali responsabili di migliaia di vittime in cinque anni di attività è un fatto indiscutibile, e questo deve restare ben impresso nelle nostre menti. Tuttavia, questa stor...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006