Redazione RHC : 2 Giugno 2023 21:16
A metà maggio, Toyota Motor Corporation ha scoperto che uno dei suoi servizi cloud aveva esposto informazioni su 2 milioni di informazioni dei veicoli e dei loro proprietari per 10 anni. Ora si è scoperto che altri due servizi cloud configurati in modo errato hanno “trapelato” informazioni personali sui proprietari di auto, e questo è durato per ben 7 anni.
Dopo la scoperta del primo leak, la casa automobilistica giapponese ha condotto un’indagine approfondita su tutti gli ambienti cloud gestiti da Toyota Connected Corporation. Di conseguenza, la società ha riferito che “alcuni dei dati contenenti informazioni sui clienti erano potenzialmente accessibili dall’esterno”.
Il primo servizio cloud ha fatto trapelare informazioni personali dai clienti Toyota in Asia e Oceania tra ottobre 2016 e maggio 2023.
Sei un Esperto di Formazione?
Entra anche tu nel Partner program! Accedi alla sezione riservata ai Creator sulla nostra Academy e scopri i vantaggi riservati ai membri del Partner program.
Contattaci tramite WhatsApp al 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure scriviti alla casella di posta [email protected]
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Un database che doveva essere accessibile solo a rivenditori e fornitori di servizi è stato erroneamente reso disponibile al pubblico, provocando le seguenti fughe di informazioni dei clienti:
La società non ha specificato quanti clienti sono stati interessati da questa fuga di notizie.
Il secondo servizio cloud è stato aperto agli utenti dal 9 febbraio 2015 al 12 maggio 2023 e conteneva dati relativi ai sistemi di navigazione per auto, comprese informazioni sugli aggiornamenti dei dati delle mappe e le date di creazione dei dati (senza informazioni sulla posizione dell’auto).
È noto che la fuga di notizie ha interessato circa 260.000 clienti in Giappone che si sono abbonati al sistema di navigazione G-BOOK utilizzando G-BOOK mX o G-BOOK mX Pro, nonché coloro che si sono abbonati a G-Link/G-Link Lite e hanno aggiornato mappe utilizzando il servizio Toyota on Demand tra il 9 febbraio 2015 e il 31 marzo 2022.
I veicoli interessati includono: Lexus LS, GS, HS, IS, ISF, ISC, LFA, SC, CT e RX venduti tra il 2009 e il 2015.
A quanto pare, anche se i dati fossero stati acquisiti, non sarebbero stati sufficienti per identificare il proprietario dell’auto o per accedere ai sistemi dell’auto.
Il gigante automobilistico afferma che la società ha ora implementato un sistema che monitora regolarmente le configurazioni dei database in cloud in tutti gli ambienti per prevenire perdite simili in futuro.
Oggi, 23 giugno 2025, esce “Byte The Silence”, il nuovo fumetto sul cyberbullismo realizzato da Red Hot Cyber, è disponibile da oggi gratuitamente in formato elettronico, sulla nost...
Il 17 giugno 2025 un attacco informatico ha paralizzato Bank Sepah, una delle principali istituzioni finanziarie dell’Iran. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo Predatory ...
La primavera 2025 verrà ricordata come un punto di svolta nella cronaca cyber del nostro Paese. Mentre si susseguono bollettini e comunicati tecnici, un dato emerge in modo lampante: AKIRA è...
PALERMO, 19 GIUGNO 2025 – Dopo le difficoltà operative registrate negli ultimi giorni, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo ha confermato ufficialmente di essere stata colpita...
Una vulnerabilità critica è stata scoperta nel driver di offload del canale dati di OpenVPN per Windows, che può essere sfruttata da attaccanti locali per mandare in crash i sistemi. Il...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006