
I ricercatori del team di sicurezza XLab hanno recentemente scoperto una nuova botnet nel cyberspazio, Zergeca, che si distingue per le sue capacità avanzate e rappresenta una seria minaccia per milioni di dispositivi digitali. Zergeca è in grado non solo di sferrare attacchi DDoS, ma anche di svolgere molte altre funzioni dannose.
Il 20 maggio 2024, XLab ha rilevato un file ELF sospetto nella directory “/usr/bin/geomi” sulla piattaforma Linux di uno dei suoi clienti. Questo file, compresso utilizzando un UPX modificato, è rimasto a lungo inosservato dai programmi antivirus.
Dopo l’analisi i ricercatori hanno scoperto che si tratta di una botnet implementata a Golang. E dato che la sua infrastruttura C2 utilizzava la stringa “ootheca“, che ricorda gli zerg di StarCraft, gli specialisti di XLab hanno chiamato la botnet Zergeca, sottolineandone la diffusione aggressiva e rapida.
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Zergeca supporta sei metodi di attacco DDoS, oltre a funzioni di proxying, scansione, aggiornamento automatico, persistenza, trasferimento di file, shell inversa e raccolta di informazioni sensibili.
Zergeca utilizza diversi metodi di risoluzione DNS, incluso DNS su HTTPS (DOH). Viene utilizzata anche la libreria Smux per il protocollo C2, che fornisce la crittografia utilizzando XOR. Ciò consente alla botnet di nascondere efficacemente le proprie attività e di renderle difficili da rilevare.
Dall’analisi è emerso che l’indirizzo IP 84.54.51.82, utilizzato per C2, serve due botnet Mirai da settembre 2023, il che testimonia l’esperienza accumulata dai suoi creatori. I principali metodi di distribuzione di Zergeca includono lo sfruttamento di password Telnet deboli e vulnerabilità CVE-2022-35733 e CVE-2018-10562.
Dall’inizio di giugno 2024 Zergeca ha preso di mira Canada, Usa e Germania. Il tipo principale di attacco è stato ackFlood (atk_4) e le vittime sono stati diversi sistemi autonomi (ASN). Zergeca funziona su architettura x86-64 e prende di mira la piattaforma Linux, ma i ricercatori hanno trovato anche riferimenti ad Android e Windows nel codice della botnet, il che suggerisce futuri scenari di sviluppo del malware.
Zergeca ottiene la persistenza sui dispositivi compromessi aggiungendo un servizio di sistema “geomi.service”, che garantisce che il processo si avvii automaticamente al riavvio del dispositivo. La crittografia delle stringhe utilizza XOR con una chiave codificata.
La botnet include il modulo Silivaccine, che elimina le minacce della concorrenza come miner e trojan, garantendo il monopolio sul dispositivo infetto e sfruttando le massime prestazioni.
La scoperta di Zergeca dimostra la continua evoluzione e sofisticazione delle botnet. Con le sue funzionalità avanzate, coerenza e flessibilità, Zergeca rappresenta una seria minaccia. I professionisti della sicurezza informatica devono rimanere vigili e adottare misure proattive per identificare e mitigare tali minacce.
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