Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
UtiliaCS 970x120
UtiliaCS 320x100
Allarme Cyber: Gli Attacchi Ransomware Phobos Mettono gli Stati Uniti in Allerta

Allarme Cyber: Gli Attacchi Ransomware Phobos Mettono gli Stati Uniti in Allerta

Ricardo Nardini : 19 Marzo 2024 06:48

Nelle ultime settimane di febbraio di quest’anno le agenzie governative statunitensi hanno avvertito pubblicamente di attacchi “ransomware Phobos” in corso. Attacchi compiuti contro il governo degli Stati Uniti, l’istruzione, i servizi di emergenza, la sanità e altri settori infrastrutturali critici.

Secondo affermano MS-ISAC, FBI e CISA in un avviso congiunto questo software malevolo è attivo da maggio 2019. Phobos è un ransomware che opera secondo il modello di business ransomware-as-a-service (RaaS). Questo modello ha estorto diversi milioni di dollari a varie organizzazioni sia statali che private.

Target e obiettivi

Si stima che l’attacco potrebbe estendesi verso tutto l’occidente, inclusa l’Italia. In special modo su aziende multinazionali, focalizzando il target su quelle che utilizzano la lingua inglese come loro “comunication language”.


Cve Enrichment Redhotcyber

CVE Enrichment
Mentre la finestra tra divulgazione pubblica di una vulnerabilità e sfruttamento si riduce sempre di più, Red Hot Cyber ha lanciato un servizio pensato per supportare professionisti IT, analisti della sicurezza, aziende e pentester: un sistema di monitoraggio gratuito che mostra le vulnerabilità critiche pubblicate negli ultimi 3 giorni dal database NVD degli Stati Uniti e l'accesso ai loro exploit su GitHub.

Cosa trovi nel servizio:
✅ Visualizzazione immediata delle CVE con filtri per gravità e vendor.
✅ Pagine dedicate per ogni CVE con arricchimento dati (NIST, EPSS, percentile di rischio, stato di sfruttamento CISA KEV).
✅ Link ad articoli di approfondimento ed exploit correlati su GitHub, per ottenere un quadro completo della minaccia.
✅ Funzione di ricerca: inserisci un codice CVE e accedi subito a insight completi e contestualizzati.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Basato su “tattiche, tecniche e procedure” (Tactics, Techniques, and Procedures – TTP) simili, Phobos è collegato a varianti di ransomware come Backmydata, Devos, Eight, Elking e Faust ed è stato implementato insieme a strumenti popolari tra i criminali informatici, tra cui Bloodhound, Cobalt Strike, e SmokeLoader.

Storia e natura del ransomware

La famiglia di ransomware Phobos appartiene ad un gruppo di software dannoso progettato per crittografare i file sui computer vittima. Dal 2019 è stato coinvolto in numerosi attacchi informatici.

Questo ransomware in generale utilizza la strategia classica di aggiungere file crittografati con un’estensione univoca e richiede un riscatto in criptovaluta per la chiave di decrittazione. Alcune aziende di difesa di Cybersecurity hanno catturato e segnalato diverse varianti di ransomware della famiglia Phobos, tra cui EKING e 8Base.

Gli attacchi Phobos iniziano con e-mail di phishing che rilasciano strumenti di scansione IP volti a identificare le porte RDP (Remote Desktop Protocol) vulnerabili. Successivamente vengono sottoposte a forza bruta per l’accesso e la profilazione aziendale.

“Gli autori delle minacce che sfruttano Phobos hanno in particolare implementato strumenti di accesso remoto per stabilire una connessione remota all’interno della rete compromessa”, si legge nell’avviso congiunto degli enti statali statunitensi.

Metodi di attacco

Gli aggressori utilizzano allegati e-mail contraffatti per fornire payload dannosi come la backdoor SmokeLoader, che viene poi utilizzata per distribuire Phobos ed esfiltrare dati dalla rete della vittima.

È stato inoltre osservato che i criminali informatici attivavano eseguibili legittimi per distribuire payload aggiuntivi con privilegi elevati. Essi modificavano le configurazioni dei firewall di sistema per aggirare le difese della rete e utilizzavano cartelle di avvio di Windows eseguendo chiavi di registro per mantenere la persistenza.

La ricognizione, la raccolta delle credenziali e il rilevamento sono stati eseguiti utilizzando strumenti open source, tra cui Bloodhound, Sharphound, Mimikatz, NirSoft e Remote Desktop Passview.

A sua volta strumenti legittimi come WinSCP e Mega.io sono stati utilizzati per l’esfiltrazione dei dati su server FTP o archiviazione nel Cloud.

Le agenzie governative statunitensi hanno notato inoltre che Phobos ha identificato ed eliminando i backup dei dati per impedirne il ripristino. A sua volta crittografano tutte le unità logiche connesse sulla macchina di destinazione. L’obiettivo è quello di impedire un ripristino dei dati attaccati.

Sebbene l’estorsione avvenga generalmente tramite e-mail, alcuni affiliati di Phobos utilizzano le chiamate vocali con voce contraffatta attraverso intelligenza artificiale per contattare le loro vittime.

Per la comunicazione talvolta sono state utilizzate anche applicazioni di messaggistica istantanea utilizzando il metodo di messaggi vocali contraffatti tramite intelligenza artificiale.

Le organizzazioni compromesse sono state elencate su siti basati su Tor che ospitano anche dati presumibilmente rubati.

L’avviso congiunto contiene anche indicatori di compromissione (IoC) che le organizzazioni possono utilizzare per individuare potenziali compromessi del ransomware Phobos, nonché misure di mitigazione consigliate.

“L’FBI, la CISA e l’MS-ISAC incoraggiano le organizzazioni a implementare le raccomandazioni nella sezione sulle mitigazioni per ridurre la probabilità e l’impatto del ransomware Phobos e di altri incidenti ransomware”, si legge nell’avviso.

Immagine del sitoRicardo Nardini
Specialista elettronico in telecomunicazioni, si dedicò all'informatica dal 1987. Prestò servizio per Ericsson, Harris e Nokia. Negli anni novanta ha lavorato per clienti come Agusta, Siai Marchetti, e per Euratom (JRC) Ispra. Negli anni 2000 era IT di secondo livello presso Vodafone. Lavorò per otto anni su sistemi AS400 presso Intesasanpaolo. Attualmente è un IT System Specialist, e si occupa anche esternamente di problematiche inerenti il perimetro della sicurezza informatica e la cybersecurity.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
Cybersicurezza, l’evoluzione normativa verso la prevenzione infrastrutturale e la crisi di fiducia
Di Paolo Galdieri - 27/11/2025

L’attuale accelerazione normativa in materia di cybersicurezza non è un fenomeno isolato, ma il culmine di un percorso di maturazione del Diritto penale che ha dovuto confrontarsi con la dematerial...

Immagine del sito
Simulazioni di Phishing: 5 consigli per evitare i falsi positivi dal CERT-AgID
Di Redazione RHC - 26/11/2025

Sempre più amministrazioni avviano simulazioni di campagne di phishing per misurare la capacità dei propri dipendenti di riconoscere i messaggi sospetti. Quando queste attività coinvolgono struttur...

Immagine del sito
WormGPT e KawaiiGPT Migliorano! Le “AI del male” sono un’arma per i cybercriminali
Di Redazione RHC - 26/11/2025

I criminali informatici non hanno più bisogno di convincere ChatGPT o Claude Code a scrivere malware o script per il furto di dati. Esiste già un’intera classe di modelli linguistici specializzati...

Immagine del sito
L’Europa si ribella: “Basta Microsoft”. Il Parlamento punta alla sovranità tecnologica
Di Redazione RHC - 26/11/2025

Un gruppo di membri del Parlamento europeo hanno chiesto di abbandonare l’uso interno dei prodotti Microsoft e di passare a soluzioni europee. La loro iniziativa nasce dalle crescenti preoccupazioni...

Immagine del sito
Shakerati Anonimi: la storia di Marco e il “prezzo” della Fiducia
Di Redazione RHC - 26/11/2025

Ciao a tutti… mi chiamo Marco, ho 37 anni e lavoro come impiegato amministrativo in uno studio commerciale. È la prima volta che parlo davanti a tutti voi e sono un pò emozionato … e vi assicuro...