Stefano Gazzella : 1 Settembre 2022 08:15
Autore: Stefano Gazzella
La vicenda del Comune di Gorizia i cui servizi sono stati paralizzati da un attacco ransomware è stata descritta dallo stesso sindaco in un messaggio sulla pagina Facebook Comune di Gorizia – News come una “incredibile vicenda”.
All’interno del comunicato la cittadinanza è stata informata dell’attacco subito e scoperto dopo il “blackout informatico che aveva colpito l’ente nella notte fra domenica e lunedì” e del ripristino di “alcuni servizi”.
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Peccato però che non si sia fatto utilizzo della medesima comunicazione per informare in modo appropriato tutti gli interessati coinvolti dal data breach, dal momento che la violazione è stata accertata ed ha prodotto non solo una indisponibilità dei dati ma anche l’esfiltrazione degli stessi con tanto di richiesta di riscatto.
Quel che è dato sapere è che “alcuni servizi importanti, in particolare quelli dell’anagrafe sono stati solo sfiorati in quanto collegati a server esterni e questo ci ha permesso di riattivare una serie di attività” rassicurando circa il ripristino di disponibilità ma nulla viene detto dell’esfiltrazione se non richiamando la ransom note ovverosia la richiesta di riscatto da parte dei cybercriminali per liberare i sistemi e non pubblicare i dati.
Ma il sito web non risulta raggiungibile, e la pagina Facebook dell’Ente non riporta alcuna comunicazione di data breach rivolta agli interessati: né un punto di contatto cui fare riferimento, né tantomeno le conseguenze della violazione. Per quanto riguarda le misure di mitigazione adottate sono richiamate soltanto le attività condotte con la Polizia Postale per l’analisi dell’incidente. Comunicazione che, si ribadisce, è essenziale in quanto consente agli interessati coinvolti di intraprendere azioni individuali per adottare contromisure al fine di contenere eventuali effetti negativi e pericoli derivanti dal data breach realizzato.
Sorprende non poco inoltre che si voglia dire che scoprire una ransom note in seguito al blocco dei propri sistemi sia un evento che “Sembra un film ma è un messaggio reale” e che i fatti occorsi vengano addirittura riportati come una “incredibile vicenda”.
Eppure, lo stato dell’arte e gli attuali scenari di rischio non contemplano che un attacco ransomware possa essere computato nella probabilità di occorrenza come qualcosa di assolutamente incredibile o appartenente al novero della fantascienza. Tutt’altro. Da quanto riporta ENISA, l’agenzia europea per la sicurezza cyber, questa tipologia di attacchi è tutt’altro che sorprendente e oramai è tristemente nota nel quotidiano per gli attacchi realizzati verso organizzazioni pubbliche e private.
Nella perplessità di questa strategia comunicativa, si attende con speranza che sia attuata quanto meno una correzione di rotta, vengano forniti dei chiarimenti e soprattutto le informazioni prescritte dall’art. 34 GDPR dal momento che un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche – stando a quanto è stato riportato nel messaggio del sindaco – sembra essersi realizzato.
E che ovviamente entro 72 ore dalla scoperta dell’incidente venga notificato il databreach al Garante Privacy.
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