Redazione RHC : 13 Febbraio 2023 18:42
La famigerata banda ransomware Lockbit, colpisce un’altra organizzazione italiana. Oggi è il turno della Associazione Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza a favore dei Ragionieri e Periti Commerciali (CNPR) che si trova a combattere con il ransomware.
LockBit 3.0 avvia il consueto “countdown” fissato a 10gg, data della pubblicazione dei dati esfiltrati nelle underground, ovvero il 23 Febbraio alle 15:26 orario UTC.
Ricordiamo sempre che la pubblicazione di un avviso sul loro data leak site (DLS), consente a LockBit di aumentare la pressione nei confronti dell’organizzazione e costringerli a pagare il riscatto, pena la pubblicazione delle informazioni sottratte dalle loro infrastrutture IT.
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Intanto fornisce le seguenti modalità di pagamento:
Ricordiamo sempre che le richieste di riscatto sono sempre commisurate alle revenue delle aziende e alla quantità/tipologia dei dati acquisiti da parte della cyber gang.
Lockbit pubblica anche alcuni samples di dati esfiltrati dalle infrastrutture IT dell’azienda, come riportato di seguito, sempre per aumentare la pressione verso l’organizzazione e quindi indurla a pagare il riscatto.
LockBit, riporta quanto segue all’interno del suo data leak site (DLS):
Associazione Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza a favore dei Ragionieri e Periti Commerciali
Grazie al nostro lavoro con questa azienda. Nelle nostre mani c'è un'enorme quantità di dati privati. La corrispondenza postale non è soggetta a divulgazione.
Contratti con partner e clienti. Dati personali. Tutte le informazioni sulle iniezioni finanziarie. Contabilità. E altro ancora. Tutto questo
saranno resi pubblici in caso di rifiuto del pagamento.
Siamo andati quindi sul sito della CNPR e abbiamo trovato nella home page un banner che riportava “Nuovamente attivi tutti i servizi informatici” che riportava: “Risolto il blocco dei sistemi che ha creato disagi nei giorni scorsi”. E abbiamo cliccato sul tasto “Approfondisci”.
Siamo quindi atterrati alla seguente url: https://www.cassaragionieri.it/-/1430182-31 che riportava quanto segue:
Nuovamente attivi tutti i servizi informativi
13/02/2023 16:05
Risolto il blocco dei sistemi che ha creato disagi nei giorni scorsi
Informiamo che sono stati ripristinati i servizi informativi CNPR. Da oggi è inoltre nuovamente possibile versare i contributi tramite la piattaforma Pagonline dall’area riservata del sito.
La temporanea sospensione di alcuni servizi nei giorni scorsi è stata causata da un blocco dei sistemi non prevedibile e ora risolto.
Avvisiamo gli utenti del sito che per accedere all’Area riservata, al primo accesso dopo il 5 febbraio, sarà necessario cambiare la vecchia password, per farlo basterà entrare nella sezione del login e seguire le istruzioni per il cambio password.
Ci dispiace per gli eventuali disagi, stiamo lavorando per il riallineamento completo di tutte le attività nel minor tempo possibile.
Informiamo inoltre che a partire da martedì 14 febbraio sarà nuovamente attivo il servizio del numero verde gratuito 800 814 601, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 13.00, anche da cellulare.
La cosa interessante è che non si fa assolutamente riferimento all’attacco informatico sferrato da LockBit, ma si parla di “blocco dei sistemi”, dove viene consigliato: “Avvisiamo gli utenti del sito che per accedere all’Area riservata, al primo accesso dopo il 5 febbraio, sarà necessario cambiare la vecchia password, per farlo basterà entrare nella sezione del login e seguire le istruzioni per il cambio password.”
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Nel caso in cui l’azienda voglia fornire una dichiarazione a RHC, saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.
Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
LockBit è una cyber gang criminale che adotta il modello ransomware-as-a-service (RaaS), anche se la sua struttura presenta variazioni che la differenziano da un tipico modello di affiliazione.
LockBit ransomware è un malware progettato per bloccare l’accesso degli utenti ai sistemi informatici in cambio di un pagamento di riscatto. Questo ransomware viene utilizzato per attacchi altamente mirati contro aziende e altre organizzazioni e gli “affiliati” di LockBit, hanno lasciato il segno minacciando le organizzazioni di tutto il mondo di ogni ordine e grado.
Si tratta del modello ransomware-as-a-service (RaaS) dove gli affiliati depositano del denaro per l’uso di attacchi personalizzati su commissione e traggono profitto da un quadro di affiliazione. I pagamenti del riscatto sono divisi tra il team di sviluppatori LockBit e gli affiliati attaccanti, che ricevono fino a ¾ dei fondi del riscatto.
E’ considerato da molte autorità parte della famiglia di malware “LockerGoga & MegaCortex”. Ciò significa semplicemente che condivide i comportamenti con queste forme consolidate di ransomware mirato ed ha il potere di auto-propagarsi una volta eseguito all’interno di una rete informatica.
LockBit è una cyber gang che restite da molto tempo nel mercato delle affiliazioni RaaS rinnovandosi costantemente. Ha iniziato le sue operazioni a settembre 2019 chiamandosi ABCD per poi cambiare il suo nome in Lockbit. Successivamente il marchio è stato rinominato in LockBit 2.0 apportando diverse novità e a giugno 2021, sono stati apportati dei cambiamenti introducendo la piattaforma Lockbit 3.0.
LockBit 3.0 introduce diverse novità, come una piattaforma di bug-hunting relativa alle infrastrutture utilizzate dalla gang, l’acquisto di criptovaluta, una nuova sezione per gli affiliati e ulteriori modi per monetizzare che possono essere sintetizzate in:
Ovviamente il costo per ogni tipologia di “servizio” è differente e si può pagare in Bitcoin o in Monero.
Lockbit, ha già colpito numerose organizzazioni sia pubbliche che private in Italia, in tutte e tre le varianti ransomware rilevate.
Facendo riferimento alle organizzazioni private delle quali abbiamo parlato su Red Hot Cyber troviamo:
Invece per quanto concerne le azienda pubbliche abbiamo:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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