
Redazione RHC : 18 Aprile 2025 15:50
Mentre nella comunità crypto si fa sempre più strada il dibattito sulla potenziale minaccia dei computer quantistici per la sicurezza di Bitcoin, un gruppo di specialisti del progetto Project11 ha deciso di passare dalla teoria alla pratica. Un team di crittografi, sviluppatori di software, fisici ed esperti di intelligenza artificiale hanno annunciato un concorso per testare la resilienza della crittografia di Bitcoin contro futuri attacchi quantistici.
I partecipanti sono invitati a competere per un premio chiamato Premio Q-Day. Andrà al primo team che riuscirà a decifrare una versione semplificata della crittografia di Bitcoin utilizzando un computer quantistico. Il concorso durerà fino al 5 aprile 2026.
Lo scopo della competizione è quello di testare vulnerabilità Crittografia a curva ellittica (ECC), che viene utilizzato per proteggere molti sistemi digitali, compresi i portafogli BTC. Ai partecipanti verrà chiesto di utilizzare l’algoritmo di Shor, che ha dimostrato teoricamente di essere in grado di decifrare l’ECC se viene utilizzato un processore quantistico sufficientemente potente. Tuttavia, invece delle chiavi a 256 bit utilizzate in Bitcoin, i ricercatori hanno proposto un modello più semplice: chiavi con un livello di sicurezza da 1 a 25 bit.
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Secondo gli organizzatori, anche decifrare una chiave a 5 bit sarebbe un’impresa ardua. Questo è ovviamente irrilevante rispetto alla reale protezione di BTC, ma con il progresso delle tecnologie quantistiche il livello di minaccia non potrà che aumentare. IN Progetto11 Sottolineano che dobbiamo iniziare a prepararci ora, perché quando i computer quantistici raggiungeranno la potenza necessaria, sarà troppo tardi.
Gli autori del progetto hanno calcolato che oggi sono potenzialmente a rischio più di 6,26 milioni di BTC, ovvero quasi un terzo di tutte le monete in circolazione. Sono considerati vulnerabili anche più di 10 milioni di indirizzi con un saldo diverso da zero, per i quali è già stata divulgata la chiave pubblica. Il fatto è che un indirizzo Bitcoin è un derivato di una chiave pubblica e, se quest’ultima viene rivelata durante le transazioni, i fondi presenti in quell’indirizzo diventano potenziali prede per gli hacker quantistici.
Il progetto ha già pubblicato un database di indirizzi che potrebbero essere a rischio. Il team di Project11 incoraggia gli utenti a non attendere l’era quantistica, ma a trasferire fondi ora verso nuovi indirizzi creati utilizzando portafogli moderni e sicuri.
La cosa principale è evitare di riutilizzare vecchi indirizzi, soprattutto se da essi sono già state effettuate transazioni. Questo passaggio, secondo gli ideatori del progetto, ridurrà significativamente il rischio di perdere fondi quando si verificherà il cosiddetto “Q-Day”.
Redazione
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