
Una volta per colpire una ferrovia o una #centrale #elettrica o una base missilistica (#infrastrutture critiche nazionali) occorreva che degli aerei nemici oltrepassassero i confini per sganciare ordigni capaci di abbattere un determinato obiettivo #militare stando attenti alla #contraerea nemica.
La maggior parte dei paesi è dotata di #armi di #distruzione di massa. La Federation of American Scientists stima che la #Russia possieda 6.800 armi #nucleari, gli USA 6.185, l’India 150, mentre Cina e Pakistan ne hanno rispettivamente 320 e 160.
Ma il senso della guerra svanisce se il nemico lo stermini con armi di distruzione di massa, non potrai più usare le sue risorse e la sua #economia.
Ecco l’evoluzione della specie. Il nuovo campo di battaglia: il #cyberspace.
In questo nuovo spazio è possibile condurre un guerra più efficace, più subdola e flessibile, diversa da qualsiasi #guerra svolta in precedenza alla quale abbiamo assistito che sarà una parte tragica del nostro futuro.
In effetti tutto è già iniziato. La guerra #informatica utilizza nuove armi come #zeroday, #virus e #malware in generale, capaci di alterare l’operatività di una #nazione e la sua rispettiva economia, colpendo al “cuore” infrastrutture nazionali altamente critiche in modo silente, in modo profondo.
Sebbene esistano quadri giuridici per perseguire i #crimini #informatici, gli #incidenti sono in aumento esponenziale: guerre che consentono a nazioni o individui di abbattere organizzazioni ed economie senza armi e bombe.
Ed è questa la zona grigia del prossimo e difficile futuro.
#redhotcyber #cybersecurity #technology #hacking #hacker #cyberwar
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