Red Hot Cyber

La cybersecurity è condivisione.
Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed 
incentiva gli altri a fare meglio di te.

Cerca

Da Accesso alla rete a Eccesso di rete (seconda parte)

Redazione RHC : 18 Aprile 2021 08:00

Negli ultimi anni l’utilizzo del computer è diventato sempre più un mezzo di aggregazione, di scambio e di comunicazione. È evidente come Internet abbia modificato la nostra realtà: i modi di vivere, le relazioni sociali, il linguaggio e l’educazione.

Ha cambiato il nostro senso della realtà, cioè la nostra disposizione ad accettare qualcosa come reale. Il confine tra reale e ciò che non lo è appare ora molto più sottile.

Le nuove tecnologie ci permettono di vivere esperienze in ambienti virtuali che poi hanno ripercussioni sulla realtà quotidiana.

Nella navigazione on-line le persone vivono situazioni relazionali appaganti che possono condurre ad un disinteresse verso le modalità interattive reali.

Il virtuale, con i suoi reali effetti personali e interpersonali, si sostituisce al reale.

Inoltre, il fattore disinibente fornito da qualunque tipo di attività on-line gioca un ruolo fondamentale nell’utilizzo di Internet. Il giudizio degli altri è mediato.

La rete offre la possibilità di allontanarsi da un mondo dove l’apparenza e determinati standard di desiderabilità legati all’aspetto esteriore sono diventati troppo importanti per chi non si sente all’altezza. Inoltre, mentre i contatti sociali della vita di tutti i giorni sono caratterizzati da una stabile partecipazione al gruppo, qui vi è un continuo ricambio di membri che possono decidere da un momento all’altro quando sparire e transitare altrove. Ancora una volta, quindi, un’estrema libertà di movimento privo di conseguenze.

Internet ha creato nuovi modi di sperimentazione del mondo: le persone possono conoscersi, interagire ed accedere ad ogni tipo di conoscenza in uno spazio virtuale del tutto diverso da quello fisico, il cyberspazio.

Il termine virtuale deriva dal latino “virtus”, che significa forza, potenza, per cui il virtuale è ciò che esiste in potenza e non in atto (Cesare Guerreschi, 2005). Qualcosa che rientra nella sfera del possibile, ma che non si è ancora concretizzato

Il mondo a portata di click

Internet può schiudere mondi fantastici all’interno dei quali diviene possibile riscoprire la bellezza del gioco. Si possono coltivare numerosi interessi personali.

Andare al casinò non richiede più lunghe ore di viaggio.

Basta una carta di credito e ci si può proiettare in una sala da gioco della Rete.

Anche fare shopping può diventare estremamente eccitante.

In rete si trovano casa, viaggi a prezzi convenienti. Tutto ciò che potremmo trovare esposto nei negozi di tutto il mondo. E per farlo non è nemmeno necessario essere esperti informatici.

Coloro che non si uniformano alla tendenza della maggioranza, potrebbero sentirsi dei disadattati. Potrebbero rischiare di venire emarginati. Spesso, i ragazzi che per natura sono più timidi e introversi e rischiano di sentirsi “fuori dal gruppo”, assecondano la loro indole riservata e trovano in Rete quella competenza sociale e quella possibilità di scambio che non riescono ad ottenere nella vita reale e quotidiana.

Di conseguenza trascorrere il tempo on-line diventa più gratificante e più allettante che frequentare persone reali.

Non c’è dubbio che l’utilizzo costante del computer a scopo di intrattenimento rientra in un fenomeno culturale adolescenziale, ma è pur vero che molti giovani e non giovani incorrono nel rischio di abusarne.

Adolescenti e Dipendenza da Internet: alcuni dati

Una ricerca del 2006, promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, individua delle differenze di genere all’interno di questo fenomeno.

Il rischio è più alto per gli adolescenti maschi rispetto alle coetanee femmine ( il 27% dei maschi tra 11-14 anni e il 36,6% di quelli dai 15-17 anni, contro rispettivamente 16% e il 22% delle femmine della stessa età).

Dalla stessa ricerca si evince che, degli adolescenti che hanno il collegamento alla Rete nella propria abitazione, il 44,4% chatta con chi capita, senza preoccuparsi dell’età dell’interlocutore e il 73,5% desidererebbe incontrare le persone conosciute in chat.

L’eccessiva frequentazione della Rete da parte dell’adolescente, dunque, se non controllata da un adulto di riferimento, oltre a rischiare di diventare una forma di disagio psicosociale, può trasformarsi in un pericolo concreto che può sfociare in spiacevoli incontri.

Nelle famiglie con adolescenti e preadolescenti, diventano sempre più frequenti le lotte quotidiane tra i figli e genitori in merito all’utilizzo del computer e di internet.

I primi mirano ad un consumo illimitato del pc e del web; i secondi invece cercano di regolamentarne l’uso, riportandolo a livelli meno alienanti.

Le attività che maggiormente innescano la dipendenza da Internet riguardano le chat, i blog, i giochi on line e la navigazione nel web. Tra queste, le più propense all’instaurarsi di una dipendenza sono soprattutto quelle in cui è presente un’interazione tra i partecipanti.

Ne sono un esempio gli istant messagging delle chat line o delle comunità virtuali (mood). Ad esse si aderisce costruendosi un personaggio e interagendo con gli altri.

Tuttavia numerose ricerche (Young 1996; Egger 1996; Brenner 1996) hanno dimostrato che l’abuso di internet interferisce nella vita relazionale dei soggetti non solo adolescenti

Vengono trascurate le relazioni di coppia, familiari, amicali, gli oneri domestici, il lavoro, lo studio.

La nascita, inoltre, di storie sentimentali online va a compromettere molto spesso la vita di coppia: il partner dipendente da internet si rifugia in un rapporto virtuale isolandosi dal partner reale.

Numerose ricerche hanno evidenziato, che il soggetto dipendente collegato per gran parte della giornata, mostra un calo di rendimento nello studio (58% degli studenti del campione, Young 1996) e nel lavoro.

Sul posto di lavoro, l’accesso a internet diventa un potente strumento di distrazione, grazie alle molteplici attività offerte, non solo ludiche. Frequenti sono, infatti, i licenziamenti a seguito di una condotta sulla rete non regolamentata.

I problemi finanziari si presentano, invece, nei casi in cui il soggetto dipendente dalla Rete partecipa ad aste, commercio on line o gioco d’azzardo virtuale.

Un’altra attività in rete che può causare danni economici è la fruizione di materiale pornografico, se i siti in questione richiedono all’utente il numero della carta di credito per poterli visitare.

I soggetti che utilizzano internet spesso e per molte ore al giorno possono sviluppare degli stati particolari di dissociazione. Caretti (2000) individua una patologia specifica legata all’uso eccessivo della Rete: la trance dissociativa da videoterminale. Secondo l’autore l’abuso di internet provocherebbe un disturbo caratterizzato da: alterazioni dello stato di coscienza, depersonalizzazione e perdita del senso della propria identità personale, la quale viene a volte sostituita da un’altra virtuale parallela.

Alcune caratteristiche di internet come l’anonimato e l’assenza di vincoli spazio-temporali, offrono la possibilità di vivere un’esperienza simile a quella del sogno.

La Rete diventa, in tal senso, uno spazio psicologico in cui proiettare vissuti e fantasie, che facilmente prevaricano sulla vita reale assorbendo l’individuo.

Si può parlare di patologia?

Ancora oggi i ricercatori hanno difficoltà a classificare la dipendenza da internet come un vero e proprio disturbo psichiatrico. Non compare in nessun manuale diagnostico ma viene ugualmente indicato con il nome di Internet Addiction Disorder (IAD): ovvero una particolare modalità di esprimere il proprio disagio attraverso l’uso smodato di un prodotto tecnologico.

Il disturbo da dipendenza da internet non viene percepito come un disagio da colui che ne soffre e pertanto egli non ritiene di aver bisogno dell’aiuto di uno specialista per risolvere quello che “gli altri” avvertono come un problema.

Sintomi psicofisici della dipendenza da Internet

Si osservano 3 tipi di alterazioni

  1. comportamento alimentare: inappetenza, pasti irregolari o frettolosi (saltare i pasti, mangiare fuori pasto, mangiare in fretta per tornare in Rete);
  2. sonno: stanchezza, perdita di sonno, difficoltà ad alzarsi la mattina, affaticamento, enuresi notturna, sogni/incubi sulle attività svolte su internet che provocano sonno agitato;
  3. condotta di vita: irascibilità, nervosismo, opposizione, aggressività, ribellione, disobbedienza, ansia.

Cerchiamo di trarre da Internet la stessa lezione che si può trarre da un romanzo di Mary Shelley, Verne o Wells: la tecnologia in se è solo uno strumento, non è ne buona né cattiva, è l’uso che se ne fa che la rende tale.

Se da una parte la tecnologia ricopre un ruolo imprescindibile nelle comunicazioni e nell’informazione, soprattutto in seguito all’emergenza Covid-19, dall’altra può trasformarsi in un’arma di autodistruzione da cui proteggersi. Ebbene sì, perché l’utilizzo compulsivo di device tecnologici come smartphone, tablet e pc rischia di degenerare in una vera e propria dipendenza digitale da cui urge disintossicarsi alla svelta, onde evitare terribili conseguenze sul proprio corpo e sulla propria mente.

È per questo che negli ultimi anni si parla sempre più spesso di Digital Detox, ovvero una “dieta” digitale durante la quale prendersi una pausa e rivedere il proprio approccio al mondo online.

Digital Detox cos’è

Consiste nell’ allontanamento volontario e momentaneo più o meno prolungato dai social network e più in generale da tutti quei device tecnologici di cui facciamo uso per navigare giornalmente in Internet, quali tablet,pc e smartphone.

Si tratta di una vera e propria forma di disintossicazione dalla tecnologia, resa necessaria da un abuso degli strumenti digitali e dalle drammatiche conseguenze che questa forma di dipendenza si porta dietro.

In Italia, in particolare, la pratica del Digital Detox ha guadagnato una certa popolarità dopo la pubblicazione dell’omonimo libro a opera di Alessio Carciofi.

Alessio Carciofi è un docente in Marketing & Digital Wellbeing e all’interno del saggio “Digital Detox” ha spiegato in maniera approfondita i due possibili metodi con cui attuare questa dieta digitale.

Da una parte troviamo l’approccio filoamericano che impone “la disconnessione forzata da tutti gli smartphone, i device o dalla strumentazione digitale per un paio di giorni o poco più”, dall’altra, invece, una sorta di pausa di riflessione durante la quale rivedere il proprio modo di approcciarsi alla tecnologia, migliorandolo.

A chi è consigliato il Digital Detox

Sebbene l’attuazione di un Digital Detox sarebbe consigliabile a tutti di tanto in tanto, la si raccomanda soprattutto a chi soffre di IAD, sigla con cui si fa riferimento all’Internet Addiction Disorder, un disturbo dovuto a una sovraesposizione mediale trasformatasi alla lunga in una dipendenza a tutti gli effetti.

Dunque, quando l’utilizzo di social media e smartphone diventa incontrollato e prende il sopravvento sull’utente, è bene staccare, anche solo per un momento, la spina

Esistono diverse soluzioni con cui disintossicarsi dai social e mettere in pratica quello che può essere definito a tutti gli effetti un rehab tecnologico. Ecco le più gettonate:

Un esempio di Digital Detox Hotel

Digital Detox Hotel: si tratta di vere e proprie strutture di villeggiatura in cui vige un’unica e imprescindibile regola: l’assenza totale di device tecnologici quali smartphone, tablet e computer. Durante questi soggiorni, si vive una forma di ermetismo lieve, allontanandosi completamente dal mondo online. In compenso, ci si immerge a pieno nella vita reale, ripristinando i contatti con il mondo offline e ritrovando l’armonia con sé stessi attraverso la meditazione e una serie di attività pratiche come l’agricoltura, l’artigianato e l’allevamento che ci distraggono in modo efficace dall’ossessione digitale.

Ma più semplicemente sarebbe opportuno fare pulizia di app inutili che fungono solamente da fonte di distrazione e occupano spazio in eccesso sul tuo smartphone; disattivare le notifiche non necessarie; riporre lo smartphone a debita distanza così da non cadere in tentazione e trascorrere ore e ore a controllarlo.

È appurato, infatti, che il contatto autentico con le altre persone sia il mezzo più potente con cui debellare una dipendenza digitale e riuscire finalmente a ignorare il proprio smartphone.

Quali sono i benefici del Digital Detox?

Il digital detox può trasformarsi in un’esperienza davvero liberatoria e regalarci una serie di innumerevoli benefici. Prendendo le distanze per un momento o per un certo periodo da strumenti tecnologici e social network, la nostra soglia di concentrazione subirebbe un netto miglioramento e la nostra mente risulterebbe immediatamente più rilassata. Senza considerare che, eliminando momentaneamente la tecnologia dalla nostra vita, avremmo molto più tempo libero da dedicare ad attività costruttive e formative, quali sport, lettura, sonno, vita in famiglia.

Sembra paradossale, ma, per questo percorso di disintossicazione digitale, esistono persino diverse app che fungono da veri e propri tutori che monitorano e imitano l’uso che fai delle diverse piattaforme social.

Eccone alcuni esempi:

  • Social Fever: si tratta di un’app che spinge l’utente a dedicarsi ad attività offline come una passeggiata o la lettura di un libro, dando feedback serali sulla qualità della giornata e sul tempo trascorso tra social e mail.
  • Off the Grid – Digital Detox è un’app che filtra le notifiche per evitare di essere bombardati da “ping” costanti.
  • Forest – Stay Focused invita gli utenti a prefissarsi degli obiettivi per ottimizzare il proprio rendimento giornaliero al di fuori di Internet.

Conclusioni

  • Programma le tue giornate, limitando il tempo consentito all’utilizzo di Internet e altre app.
  • Evita di iniziare la tua giornata, scrollando la bacheca dei tuoi social network preferiti. In questo modo, non rischi di incappare in news o commenti che possano destabilizzarti già dalle prime ore del giorno, influendo negativamente sul tuo umore.
  • Non andare a letto con il tuo smartphone poiché la luce blu emessa da questo device può danneggiare rovinosamente la tua vista e disturbare il tuo sonno.
  • Tieni monitorato l’uso che fai di Internet attraverso una sorta di diario.
  • Appuntati le ore trascorse tra le diverse app, le attività svolte e le sensazioni provate.
  • Questo ti aiuterà a comprendere meglio il tuo rapporto con il mondo digitale e come cambiare eventualmente approccio.

Nel prossimo articolo si descriveranno alcuni esempi di intervento terapeutico da eccesso di rete

Redazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.