
Redazione RHC : 23 Maggio 2022 07:55
La vicedirettrice generale dell’ACN Nunzia Ciardi ha riportato recentemente che le incursioni DDoS di Killnet, delle quali ne abbiamo parlato su queste pagine molto a lungo, erano solo attacchi a scopo di hacktivismo cibernetico, ma il bello deve ancora venire.
Infatti la Cardi ha riportato che è molto probabile una:
“Possibile escalation anche contro servizi essenziali. Ma niente panico, abbiamo tutti i mezzi per difenderci. Siamo in ritardo rispetto ad altri paesi, ma questo non ha evitato che fossero colpiti anche loro”
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Siamo in ritardo. Questo lo sappiamo e lo abbiamo ripetuto infinite volte, ma stiamo facendo di tutto per cercare di migliorare le nostre difese cibernetiche per poter ostacolare i malintenzionati a fare breccia all’interno dei nostri sistemi. Ma per farlo occorre non distoglierci in altro.
La Ciardi inoltre riporta che:
“Ci auguriamo che la tempesta passi, ma sentiamo che c’è qualcosa di più, un’escalation in agguato. Finora gli attacchi hacker filorussi sono stati solo propagandistici e dimostrativi. Non vorrei sembrare pessimista, ma temo che ne arriveranno di peggiori”.
Poi il giornalista ha chiesto: “intende per attacchi peggiori?”:
“Gli hacker hanno colpito siti istituzionali, e non solo, usando il sistema ddos che non compromette le reti ma le sollecita e le rende inaccessibili inondandole con un’enorme mole di contatti oltre le loro possibilità tecniche. Ma è come il tuono prima della tempesta. Ci sono intrusioni, come quelle con i ransomware o l’acquisizione delle credenziali degli amministratori, che danneggiano invece in maniera pesante i sistemi informatici, interrompono servizi essenziali, creano grossi problemi alla collettività”.
Poi le viene chiesto “quanto durerà”.
“Temo che tutto questo non si esaurirà con la fine della guerra in Ucraina. Già ora è un conflitto ibrido, con la tensione internazionale che proseguirà anche dopo un’eventuale cessazione delle ostilità. Anzi, preoccupa il fatto che forme di aggressività latenti possano aumentare proprio in periodi di pace relativa. Quando peraltro è anche più difficile capire chi ti attacca”
Ma la domanda che sorge spontanea è: “Perchè proprio noi così violentemente?”
Speriamo che le “lingue lunghe italiane”, abbiano finalmente compreso che nella politica estera, in un periodo di “guerra ibrida” senza confini geografici, occorre prestare la massima attenzione nel dosare le parole e non parlare in preda alle emozioni.
Schierarsi apertamente nei confronti di uno stato sovrano con alte capacità cibernetiche oggi equivale avere delle conseguenze a lungo termine che mettono in moto tutto un apparato che dovrebbe ora dedicarsi ad altro, vista la situazione così degenerata delle infrastrutture IT italiane.
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Redazione
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