Google sta sostituendo milioni di CPU intel con i propri chip VCU.
Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
TM RedHotCyber 970x120 042543
LECS 320x100 1
Google sta sostituendo milioni di CPU intel con i propri chip VCU.

Google sta sostituendo milioni di CPU intel con i propri chip VCU.

Redazione RHC : 24 Luglio 2021 08:04

Le aziende tecnologiche da trilioni di dollari cercano di diventare mostri integrati verticalmente. Google non ha trascurato questo fronte e ha una miriade di progetti in silicio personalizzati e semi-personalizzati dal famoso TPU per AI, al chip di sicurezza Titan alle prossime versioni del SOC Pixel/Chromebook, CPU server Arm Neoverse e sistemi di guida automatica con Waymo.

Google ha continuato le sue ambizioni “al silicio” personalizzato creando Argos, una nuova classe di ASIC (Application specific integrated circuit, un circuito integrato creato appositamente per risolvere un’applicazione di calcolo/elaborazione ben precisa) chiamata VCU (Video Coding Unit).

Implementando questo modello personalizzato nei propri data center, Google sostituisce milioni di CPU x86 e migliora la propria offerta di servizi.

Questi processori personalizzati sono in progettazione da diverso tempo e Google si sta già avvicinando all’implementazione della sua VCU di seconda generazione che includerà miglioramenti come il supporto della codifica AV1.

La VCU è progettata specificamente per accelerare i carichi di lavoro video su offerte di prodotti come YouTube, Google Foto, Google Drive e Stadia Game Streaming.

B939cf 5f7b00cca2094f95a0b5f08b863eb7fd Mv2

Sebbene vi sia una maggiore richiesta di capacità di condivisione video con risoluzioni maggiori, i miglioramenti nell’elaborazione video sono lenti.

La crescita futura dell’accelerazione video non è sostenibile senza l’adozione di acceleratori hardware specifici del dominio trattato. Google riceve oltre 500 ore di filmati YouTube ogni minuto da maggio del 2019.

Ciò equivale a una quantità gigantesca di dati che devono essere codificati in formati standard, archiviati e trasmessi agli utenti.

Il nuovo silicio personalizzato di Google sostituisce 10 milioni di CPU Intel | Google Argos VPU.

B939cf A6fcd66a564f4cd7962d8be2f638c58a Mv2

Google prende il video in ingresso e lo codifica a ogni risoluzione visualizzabile in H264. Inoltre, i video più visti sono anche codificati in VP9. VP9 è un codec video più complesso che consente a un file video di essere più piccolo come dimensioni, garantendo la stessa qualità video.

Può anche memorizzare il video alla stessa dimensione ma essere un video di qualità superiore. VP9 consente a Google di risparmiare grandi quantità di larghezza di banda che trasmette in streaming dal proprio data center al consumatore attraverso la propria rete di distribuzione dei contenuti. Questo a sua volta riduce drasticamente i loro costi.

Se Google potesse passare interamente a VP9, ​​potrebbe anche utilizzare meno spazio di archiviazione nell’intera libreria di video archiviati.

Tuttavia, questo codec non ha solo vantaggi, le CPU hanno difficoltà a codificare questo formato e sono quasi 5 volte più lente.

Utilizzando le prestazioni citate, se assumiamo che i server di Google siano utilizzati al 100% (non lo sono), tutti i filmati video di YouTube/Google Foto/Google Drive sono 1080p 30FPS e l’obiettivo è H264, il carico di lavoro richiederebbe ~904.000 CPU Intel Skylake.

Il passaggio a VP9, richiederebbe circa 4.193.000 CPU Intel Skylake.

Se il filmato importato è di qualità superiore, ovvero 4K 60FPS, il numero di CPU richieste per H264 è ~7,205,000 e in formato VP9 richiederebbe ~33.407.000 di CPU.

Quindi il problema è grande e nella logica dell’Advertising, minore il costo di energia, hardware, software e manutenzione, maggiori sono i guadagni, ed in questo caso il costo hardware sarebbe improponibile.

Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

Immagine del sitoRedazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
Pentesting continuo: Shannon porta il red teaming nell’era dell’AI
Di Redazione RHC - 15/12/2025

Shannon opera come un penetration tester che non si limita a segnalare vulnerabilità, ma lancia veri e propri exploit. L’intento di Shannon è quello di violare la sicurezza della tua applicazione ...

Immagine del sito
Shakerati Anonimi: L’esperienza di Giorgio e la truffa che ha divorato suo Padre
Di Redazione RHC - 15/12/2025

Salve ragazzi,mi chiamo Giorgio, ho 58 anni, lavoro da sempre come tecnico amministrativo e, nella vita, sono sempre stato quello “razionale” della famiglia. Quello che controlla i conti, che non ...

Immagine del sito
Dalle VPN ai desktop remoti: i bug Windows che non smettono mai di sorprendere
Di Redazione RHC - 15/12/2025

I servizi di Windows dedicati alle connessioni remote hanno da sempre rappresentato una fonte inesauribile di “soddisfazioni” per chi si occupa di sicurezza informatica, rivelando vulnerabilità d...

Immagine del sito
Donne in Cybersecurity: da Outsider a Cornerstone
Di Ada Spinelli - 15/12/2025

La scena è sempre quella: monitor accesi, dashboard piene di alert, log che scorrono troppo in fretta, un cliente in ansia dall’altra parte della call. Ti siedi, ti guardi intorno e ti rendi conto ...

Immagine del sito
Quando l’EDR diventa un cavallo di Troia: Storm-0249 abusa di SentinelOne
Di Redazione RHC - 15/12/2025

Un noto broker di accesso iniziale (IAB) denominato “Storm-0249“, ha modificato le proprie strategie operative, utilizzando campagne di phishing ma anche attacchi altamente mirati, i quali sfrutta...