
Il presidente della casa automobilistica americana Ford, Jim Farley, ha rilasciato una dichiarazione tagliente sul futuro del mercato del lavoro nell’era dell’intelligenza artificiale. Secondo lui, le nuove tecnologie sono in grado di privare letteralmente la metà dei colletti bianchi del proprio lavoro, ovvero i dipendenti che lavorano in ufficio e svolgono compiti intellettuali.
Al forum internazionale Aspen Ideas Festival, Farley ha osservato che l’intelligenza artificiale ha un impatto asimmetrico sull’economia. Ha sottolineato che, da un lato, le nuove tecnologie aiutano e facilitano molti processi, ma dall’altro infliggono un duro colpo ad alcune professioni. Questo vale soprattutto per coloro che lavorano nell’ambito dell’elaborazione delle informazioni, del flusso di documenti e di altre attività d’ufficio.
Farley ha osservato che i progressi nell’intelligenza artificiale lasceranno inevitabilmente indietro molti dipendenti che per decenni hanno rappresentato la spina dorsale del mondo aziendale. Ha osservato che la tecnologia migliora la vita di molti, ma pone anche un serio interrogativo per la società: cosa succederà a coloro che saranno lasciati indietro? Secondo lui, la comunità globale non ha ancora un piano chiaro su come supportare queste persone.
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La conversazione ha toccato anche il futuro dei lavoratori del settore manifatturiero. Farley ha riconosciuto che l’automazione e la robotica stanno gradualmente sostituendo le persone, ma finora questo riguarda un numero limitato di operazioni. Ha specificato che circa il 10% dei processi negli stabilimenti Ford è già eseguito da macchine e, con l’avvento dei robot umanoidi, questa percentuale potrebbe salire al 20%. Tuttavia, non sarà possibile sostituire completamente le persone nella produzione nel prossimo futuro: secondo Farley, il lavoro umano rimane un’attività unica e richiesta.
Tuttavia, l’annuncio del taglio di metà degli impiegati suona particolarmente allarmante alla luce di altre previsioni. In precedenza, l’amministratore delegato di Anthropic, Dario Amodei, aveva accusato aziende e politici di aver esagerato le conseguenze dell’introduzione dell’intelligenza artificiale. È convinto che il quadro reale sia molto più fosco e che la disoccupazione negli Stati Uniti potrebbe raggiungere il 20%. Amodei ha sottolineato che i produttori di tecnologia sono tenuti a essere onesti e trasparenti sulle conseguenze future.
Non ci sono dubbi sulla gravità dei cambiamenti in atto. Anche il CEO di Amazon, Andy Jassy, ha ammesso che l’azienda si sta già preparando a ridurre il personale a causa dell’implementazione diffusa dell’intelligenza artificiale. Amazon ha già licenziato circa 30.000 dipendenti quest’anno e Jassy ha affermato che tali misure proseguiranno, poiché le nuove tecnologie garantiscono un’elevata efficienza.
Il CEO di Fiverr, Micha Kaufman, ha osservato nel suo discorso ai dipendenti che l’intelligenza artificiale minaccia i posti di lavoro di quasi tutte le categorie, dai programmatori agli avvocati e agli specialisti dell’assistenza. Kaufman ha definito quanto sta accadendo un segnale allarmante per tutti, indipendentemente dalla professione.
Anche la più grande banca americana, JPMorgan Chase, non si è fatta da parte. La direttrice della banca, Marianne Lake, ha affermato che nei prossimi anni l’azienda prevede di ridurre fino al 10% del personale, sostituendolo con algoritmi di intelligenza artificiale. Shopify ha modificato il suo approccio alle assunzioni in primavera. Ora, la dirigenza richiede ai manager di dimostrare che le attività non possono essere svolte utilizzando l’intelligenza artificiale prima di accettare di ampliare il team.
Anche Microsoft conferma la tendenza: l’azienda ha annunciato la riduzione di 9.000 dipendenti, pari al 4% del personale totale. Allo stesso tempo, l’azienda continua a investire attivamente decine di miliardi di dollari nello sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale. La minaccia di licenziamenti di massa non riguarda solo il settore privato. Il governo australiano, ad esempio, sta già implementando una politica sull’uso responsabile dell’intelligenza artificiale nelle agenzie governative. La Ministra delle Finanze australiana, Katy Gallagher, ha osservato che è importante considerare i diritti, gli interessi e il benessere delle persone quando si utilizza l’intelligenza artificiale nei servizi pubblici.
Tutti gli eventi confermano una tendenza in crescita: l’intelligenza artificiale sta influenzando sempre di più il mercato del lavoro, riducendo il fabbisogno di persone e costringendo aziende e governi a cercare nuove modalità per adattarsi agli inevitabili cambiamenti.
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