Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca

Incriminato un presunto sviluppatore di LockBit

Sandro Sana : 23 Dicembre 2024 22:22

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha recentemente incriminato un cittadino russo-israeliano, sospettato di essere uno degli sviluppatori del ransomware LockBit. Questa operazione rappresenta un’importante mossa nella lotta globale contro il ransomware, che continua a mietere vittime tra aziende, istituzioni e infrastrutture critiche.

Secondo quanto riportato da BleepingComputer, il cittadino accusato avrebbe giocato un ruolo chiave nello sviluppo e nell’ottimizzazione di LockBit, contribuendo alla creazione di uno dei ransomware più temibili degli ultimi anni.

L’incriminazione segna un progresso significativo, ma apre anche un dibattito su quanto queste azioni legali possano realmente frenare un fenomeno radicato nel cybercrime internazionale.


CALL FOR SPONSOR - Sponsorizza l'ottavo episodio della serie Betti-RHC

Sei un'azienda innovativa, che crede nella diffusione di concetti attraverso metodi "non convenzionali"? Conosci il nostro corso sul cybersecurity awareness a fumetti? Red Hot Cyber sta ricercando un nuovo sponsor per una nuova puntata del fumetto Betti-RHC mentre il team è impegnato a realizzare 3 nuovi episodi che ci sono stati commissionati.

Contattaci tramite WhatsApp al numero 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure alla casella di posta [email protected]



Supporta RHC attraverso:


Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.


L’incriminazione segna un progresso significativo, ma apre anche un dibattito su quanto queste azioni legali possano realmente frenare un fenomeno radicato nel cybercrime internazionale.

L’accusato, di cui non è stato ancora rivelato il nome completo per motivi legali, è un cittadino con doppia nazionalità russa e israeliana. Secondo le autorità statunitensi, l’uomo avrebbe contribuito direttamente alla progettazione e allo sviluppo di LockBit, fornendo codice e supporto tecnico per migliorare l’efficacia del ransomware.

Questa è una delle prime volte in cui gli Stati Uniti riescono a identificare e perseguire legalmente uno sviluppatore associato a un gruppo ransomware, un’impresa spesso resa difficile dalla natura transnazionale e dall’anonimato degli attori coinvolti.

Cos’è LockBit?

LockBit è una delle famiglie di ransomware più aggressive e conosciute a livello globale. Attivo dal 2019, ha colpito migliaia di vittime in oltre 40 Paesi, con richieste di riscatto che spesso superano i milioni di dollari. La peculiarità di LockBit risiede nel suo modello di business RaaS, in cui gli sviluppatori del ransomware offrono il loro “prodotto” ad affiliati in cambio di una percentuale sui riscatti ottenuti.

Questo approccio permette al gruppo di scalare rapidamente le operazioni, reclutando affiliati con competenze diverse, dal phishing al penetration testing. LockBit è anche noto per la sua velocità di cifratura e per il continuo aggiornamento del codice, che lo rende difficile da rilevare e contrastare.

La strategia degli Stati Uniti

L’incriminazione rientra in una strategia più ampia degli Stati Uniti per colpire i cybercriminali direttamente alla fonte. Negli ultimi anni, le autorità americane hanno aumentato gli sforzi per perseguire sviluppatori, affiliati e operatori logistici legati al ransomware.

Questa strategia, però, non è priva di sfide. La maggior parte dei cybercriminali opera da Paesi che non hanno accordi di estradizione con gli Stati Uniti o che sono riluttanti a cooperare, come Russia, Cina o Iran. L’incriminazione di un cittadino con doppia cittadinanza (russa e israeliana) rappresenta un’opportunità per testare l’efficacia della collaborazione internazionale nella lotta al ransomware.

Le implicazioni globali

L’arresto e l’incriminazione di un presunto sviluppatore di LockBit inviano un messaggio forte alla comunità cybercriminale: nessuno è immune alle conseguenze legali, anche se opera in ambienti virtuali difficili da tracciare. Tuttavia, è importante sottolineare che il ransomware è un ecosistema complesso, con numerosi attori che operano indipendentemente gli uni dagli altri.

Colpire uno sviluppatore potrebbe rallentare temporaneamente le operazioni di LockBit, ma difficilmente eliminerà la minaccia. Gli affiliati possono semplicemente migrare verso altre piattaforme RaaS, e i gruppi cybercriminali più avanzati sono noti per la loro capacità di adattarsi rapidamente a nuovi contesti operativi.

Sfide e prospettive

  • Collaborazione internazionale: L’arresto è un segnale positivo, ma mostra anche quanto sia cruciale una cooperazione globale. La condivisione di informazioni tra agenzie di intelligence e forze dell’ordine di diversi Paesi sarà fondamentale per combattere il ransomware in modo efficace.
  • Impatto a lungo termine: Sebbene l’incriminazione rappresenti un risultato significativo, sarà interessante osservare se avrà un effetto deterrente su altri sviluppatori e operatori di ransomware.
  • Protezione delle infrastrutture critiche: Le aziende e le istituzioni devono continuare a investire in soluzioni di sicurezza avanzate e strategie di risposta per mitigare i danni causati dal ransomware.

L’incriminazione del presunto sviluppatore di LockBit rappresenta un importante passo avanti nella lotta al ransomware, ma non risolve il problema alla radice. La battaglia contro il cybercrime richiede un approccio olistico, che combini azioni legali, tecniche e diplomatiche.

Mentre l’ecosistema ransomware continua a evolversi, questo caso sottolinea la necessità di rafforzare la resilienza delle organizzazioni e promuovere una maggiore collaborazione internazionale per contrastare una delle minacce più significative della nostra era digitale.

Sandro Sana
Membro del gruppo di Red Hot Cyber Dark Lab e direttore del Red Hot Cyber PodCast. Si occupa d'Information Technology dal 1990 e di Cybersecurity dal 2014 (CEH - CIH - CISSP - CSIRT Manager - CTI Expert), relatore a SMAU 2017 e SMAU 2018, docente SMAU Academy & ITS, membro ISACA. Fa parte del Comitato Scientifico del Competence Center nazionale Cyber 4.0, dove contribuisce all’indirizzo strategico delle attività di ricerca, formazione e innovazione nella cybersecurity.

Lista degli articoli
Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Operazione Checkmate: colpo grosso delle forze dell’ordine. BlackSuit è stato fermato!
Di Redazione RHC - 25/07/2025

Nel corso di un’operazione internazionale coordinata, denominata “Operation Checkmate”, le forze dell’ordine hanno sferrato un duro colpo al gruppo ransomware BlackSuit (qu...

I Mostri sono stati puniti! GreySkull: 18 condanne e 300 anni di carcere per i pedofili
Di Redazione RHC - 25/07/2025

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha segnalato lo smantellamento di quattro piattaforme darknet utilizzate per la distribuzione di materiale pedopornografico. Contemporaneamente, un dicio...

Nuovi attacchi all’Italia da NoName057(16) e una Infiltrazione nel sistema idrico ceco
Di Redazione RHC - 24/07/2025

“Combattere il cybercrime è come estirpare le erbacce: se non elimini le radici a fondo, queste ricresceranno” e oggi, più che mai, questa verità si conferma ess...

XSS.IS messo a tacere! Dentro l’inchiesta che ha spento uno dei bazar più temuti del cyber‑crime
Di Luca Stivali - 24/07/2025

Immagina di aprire, come ogni sera, il bookmark del tuo forum preferito per scovare nuove varianti di stealer o l’ennesimo pacchetto di credenziali fresche di breach. Invece della solita bachec...

Firefox 141: rilasciato un aggiornamento critico di Sicurezza
Di Redazione RHC - 24/07/2025

Il 22 luglio 2025, Mozilla ha rilasciato Firefox 141, un aggiornamento volto a migliorare la sicurezza del browser. Nell’ambito del Bollettino MFSA 2025-56, sono state risolte 18 vulnerabilit&#...