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Crowdstrike
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L’hacker che è riuscito a controllare 25 Tesla da remoto, informa via mail gli utenti dei bug.

Redazione RHC : 26 Gennaio 2022 22:10

Ricordi la storia che abbiamo pubblicato la scorsa settimana sul diciannovenne che è stato in grado di hackerare a distanza dozzine di veicoli Tesla in tutto il mondo?

Bene, l’hacker ha fatto un ulteriore passo avanti inviando un’e-mail ai proprietari, informandoli che sono a rischio.

Si tratta di David Colombo, che si è definito “IT Security Specialist & Hacker”, il quale ha affermato di aver avuto accesso da remoto a oltre 25 Tesla ed è stato in grado di suonare il clacson, riprodurre musica a tutto volume e altre cose come aprire finestre o chiudere porte.

E nel tentativo di avvisare i proprietari di questo potenziale rischio per la sicurezza, ha scoperto un altro difetto.

Infatti, ha pubblicato le sue scoperte su Twitter dove un utente ha immediatamente suggerito di poter rintracciare i dettagli di contatto dei proprietari interessati tramite un endpoint API.


David ha riportato:

“Una volta che sono stato in grado di capire l’endpoint, sono stato effettivamente in grado di rilevare l’indirizzo e-mail associato alla chiave API di Tesla, la chiave dell’auto digitale. Non dovresti essere in grado di trasportare informazioni sensibili come un indirizzo e-mail utilizzando un accesso già scaduto o revocato”.

Dopo aver notificato a Tesla questa vulnerabilità, l’azienda ha inviato rapidamente una patch, che sembra aver risolto il problema.

Tuttavia, Colombo afferma di aspettarsi una sorta di compenso tramite il “programma di ricompense dei bug” dell’azienda. Tuttavia, non è chiaro se la compagnia abbia in programma di lanciargli un osso.

Tesla dovrebbe semplicemente assumere questo ragazzo e inserirlo all’interno deli esperti in ethical hacker dell’azienda, in modo da poter rilevare questo genere di vulnerabilità prima che le auto vadano in commercio.

Ma è anche vero che con tutto il mare di codice presente all’interno di una autovettura Tesla e tra questo software librerie open source (ricordiamoci Log4j e dei problemi che ha portato prima di natale), l’impresa diverrà sempre più ardua e con tutti gli specialisti disseminati nel globo, chissà quante RCE verranno scoperte prima che Tesla ne sia a conoscenza.

Ma qui stiamo parlando della vita delle persone e non di solo documenti sensibili.

Redazione
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