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La guerra di Wikipedia al governo UK: “Così distruggete il sapere online”

Redazione RHC : 11 Maggio 2025 09:31

La Wikimedia Foundation, che gestisce Wikipedia, ha intentato una causa presso l’Alta Corte d’Inghilterra e Galles contro la legge britannica sulla sicurezza online, affermando che alcune disposizioni della nuova legislazione potrebbero portare a “manipolazioni e vandalismi” sulla piattaforma.

Potrebbe essere la prima volta che un tribunale contesta le disposizioni della legge sulla sicurezza di Internet. L’organizzazione teme che Wikipedia venga inserita in quelle che definisce piattaforme di “livello uno”, le più grandi e soggette ai requisiti più rigorosi. Ciò, secondo la fondazione, potrebbe minare i principi dell’enciclopedia, danneggiare la privacy dei volontari e distogliere risorse dallo sviluppo e dalla protezione del progetto.

Secondo il consulente generale della fondazione, Phil Bradley-Schmig, la causa mira a “proteggere i volontari di Wikipedia e la disponibilità e l’integrità della conoscenza libera a livello globale”. Il fondo sottolinea di non contestare la legge in sé e di non negare nemmeno la necessità di requisiti per le grandi piattaforme: si tratta solo del meccanismo con cui si decide quale piattaforma classificare come “categoria 1”.

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Tali criteri sono stabiliti nella legislazione secondaria firmata dal ministro per il Digitale Peter Kyle. Wikimedia ha presentato una richiesta di revisione giudiziaria del regolamento, che prevede che un tribunale valuti la legalità delle decisioni governative.

Uno dei punti controversi era l’obbligo di verificare l’identità degli utenti. Secondo l’attuale interpretazione della legge, se Wikipedia non verifica gli editori, deve consentire ai collaboratori anonimi di bloccare le modifiche altrui, anche se stanno correggendo trolling o disinformazione. Ciò costringerebbe migliaia di volontari a sottoporsi a un’identificazione, il che contraddice i principi della fondazione di raccolta minima dei dati.

Il mancato rispetto della legge comporterà multe fino a 18 milioni di sterline o il 10% del fatturato globale dell’azienda. In casi estremi è addirittura possibile che l’accesso al servizio nel Regno Unito venga bloccato.

Bradley-Schmig sottolinea che i volontari che lavorano ad articoli in più di 300 lingue potrebbero essere a rischio di fughe di dati, molestie, azioni legali o addirittura arresti da parte di stati autoritari. “La privacy è il fondamento del nostro sistema di sicurezza. E queste regole, originariamente sviluppate per i social network, potrebbero causare gravi danni a Wikipedia”, ha affermato.

Il fondo ritiene che la definizione di “categoria 1” sia troppo vaga. Include siti in cui è possibile visualizzare o condividere contenuti, se dispongono di un algoritmo di selezione delle informazioni e se la piattaforma ha “un numero sufficiente di utenti”, senza tenere conto di come esattamente utilizzano il servizio.

“Chiediamo con rammarico una revisione giudiziaria delle regole di categorizzazione”, ha affermato Bradley-Schmig. “È un peccato che nel nostro tentativo di rendere Internet più sicuro, dobbiamo proteggere i nostri redattori da una legislazione mal concepita.”

Il governo del Regno Unito ha dichiarato di non poter commentare i procedimenti legali in corso, ma ha sottolineato il suo impegno nell’attuazione dell’Online Safety Act.

Redazione
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