Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza.
La vera forza della cybersecurity risiede
nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Banner Ancharia Desktop 1 1
320×100
La verità scomoda sul lavoro e l’AI: il 99% lotta, l’1% vince

La verità scomoda sul lavoro e l’AI: il 99% lotta, l’1% vince

16 Luglio 2025 09:48

L’11 luglio, ora locale, è stato rivelato che Google DeepMind aveva “reclutato” con successo il team principale della startup di intelligenza artificiale Windsurf. Non molto tempo prima, OpenAI stava negoziando un’acquisizione da 3 miliardi di dollari con Windsurf, e anche Geek Park ne aveva parlato in un podcast. Inaspettatamente, la collaborazione tra le due parti non si è concretizzata, ma Google si è assicurata nuovo “sangue” nel settore dell’AI. Secondo indiscrezioni, Google pagherà 2,4 miliardi di dollari in licenze e compensi per ottenere il contributo di Douglas Chen, co-fondatore di Windsurf, insieme ad alcuni istituti di ricerca avanzata, per rafforzare i propri progetti nel campo della programmazione AI. Windsurf, dal canto suo, rimarrà formalmente indipendente e potrà continuare a concedere in licenza la propria tecnologia ad altre aziende.

Questo modello non è una novità, ma un riflesso di una strategia sempre più aggressiva da parte dei giganti tecnologici: Meta, Google, Apple e la xAI di Elon Musk competono ormai apertamente per attrarre i migliori talenti, anche a costo di “rubare” interi team alle startup emergenti o sottrarli direttamente a colossi rivali come OpenAI e Anthropic. Si parla di pacchetti retributivi che possono arrivare a decine o addirittura centinaia di milioni di dollari, bonus alla firma fuori scala e stock option che trasformano ricercatori e ingegneri chiave in vere e proprie “star” del mercato tecnologico. Spesso sono gli stessi CEO a scendere in campo, organizzando chiamate personali, meeting riservati o investimenti mirati per conquistare pochi profili di altissimo livello.

Tra tutti i big, l’approccio di Meta si distingue per la sua spregiudicatezza. A giugno, l’azienda di Mark Zuckerberg ha riorganizzato completamente il proprio team AI, creando un “super laboratorio” e acquistando quasi metà della startup Scale AI per 14,3 miliardi di dollari. Oltre alla quota societaria, Meta ha nominato il giovane CEO di Scale AI, Alexandr Wang, come nuovo Chief AI Officer, dimostrando quanto sia disposta a spendere per garantirsi figure strategiche. In parallelo, Meta ha puntato direttamente ai migliori ricercatori di OpenAI e Google, offrendo pacchetti contrattuali fino a 300 milioni di dollari in quattro anni, con possibilità di incassare subito una parte consistente.


Christmas Sale

Christmas Sale -40%
𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀 Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

OpenAI si è trovata così a diventare, suo malgrado, una sorta di “supermercato” del talento AI. Secondo fonti interne, Meta avrebbe già strappato almeno sette tra i migliori sviluppatori e ricercatori di modelli AI della compagnia fondata da Sam Altman. Quest’ultimo, pur minimizzando la fuga dei profili più strategici, ha ammesso la necessità di intervenire, distribuendo bonus di fidelizzazione tra 1 e 2 milioni di dollari per convincere i ricercatori chiave a resistere alle offerte esterne. La situazione è stata aggravata dalle tensioni interne e dalle crisi di governance che hanno scosso OpenAI negli ultimi due anni, rendendo il personale più vulnerabile al corteggiamento dei rivali.

La concorrenza però non si limita a Meta. Anche Apple, storicamente restia a pubblicizzare le proprie ricerche AI, si è trovata costretta a cambiare rotta. Ha iniziato a permettere ai propri ricercatori di pubblicare articoli scientifici e ha avviato massicci investimenti nei modelli di grandi dimensioni. Tuttavia, questo non ha impedito a Meta di convincere il direttore della ricerca sui modelli di base di Apple a cambiare azienda, offrendogli oltre 100 milioni di dollari, uno stipendio che supera quello della quasi totalità dei dirigenti Apple, fatta eccezione per il CEO Tim Cook.

Nel complesso, quello che sta accadendo in Silicon Valley somiglia sempre più a un vero “calciomercato” dei talenti dell’intelligenza artificiale. Profili che in pochi anni passano da Google a OpenAI, poi a Meta o xAI, in cerca del pacchetto più ricco o della promozione più ambita. In alcuni casi, questi ricercatori decidono di fondare una nuova startup, attirando centinaia di milioni di finanziamenti solo grazie al curriculum accumulato.

Altri, invece, rifiutano le cifre stellari per non diventare “nomadi del talento”. Intanto, sui social, è diventata virale la foto che paragona un ricercatore AI cinese, pagato come una superstar del calcio, a Cristiano Ronaldo: un segno evidente che nella Silicon Valley il vero campione, oggi, non è chi segna più gol, ma chi scrive il miglior algoritmo.

I grandi colossi offrono pacchetti retributivi da decine o addirittura centinaia di milioni di dollari per sottrarre, in tempi rapidissimi, interi team e talenti chiave ai rivali. Spesso sono gli stessi CEO a scendere in campo in prima persona: organizzano chiamate dirette, incontri riservati o investono strategicamente in startup, con l’obiettivo di conquistare pochi fondatori o ingegneri di altissimo profilo. Le aziende “colpite” da queste manovre sono quindi costrette a reagire, distribuendo bonus di fidelizzazione sempre più elevati per arginare la fuga di competenze e trattenere i propri talenti migliori.

Si può dire che la “guerra dei talenti” nel campo dell’intelligenza artificiale nella Silicon Valley abbia ormai raggiunto livelli parossistici, con la stragrande maggioranza dei fondi che finisce per alimentare un’esigua élite: quell’1% dei talenti più ambiti e qualificati del settore.

È l’ennesima conferma che il mondo del lavoro sta cambiando radicalmente: l’intelligenza artificiale rischia di concentrare nelle mani di pochi ciò che un tempo apparteneva a molti.

Ai posteri l’ardua sentenza.

Ti è piaciutno questo articolo? Ne stiamo discutendo nella nostra Community su LinkedIn, Facebook e Instagram. Seguici anche su Google News, per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica o Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

  • #ai
  • #apple
  • #google
  • #openai
  • Elon Musk
  • guerra dei talenti
  • Intelligenza artificiale
  • Mark Zuckerberg
  • meta
  • modelli ai
  • ricerca AI
  • sam altman
  • silicon valley
  • talenti AI
  • xAI
Cropped RHC 3d Transp2 1766828557 300x300
La redazione di Red Hot Cyber è composta da professionisti del settore IT e della sicurezza informatica, affiancati da una rete di fonti qualificate che operano anche in forma riservata. Il team lavora quotidianamente nell’analisi, verifica e pubblicazione di notizie, approfondimenti e segnalazioni su cybersecurity, tecnologia e minacce digitali, con particolare attenzione all’accuratezza delle informazioni e alla tutela delle fonti. Le informazioni pubblicate derivano da attività di ricerca diretta, esperienza sul campo e contributi provenienti da contesti operativi nazionali e internazionali.

Articoli in evidenza

Immagine del sitoCyber Italia
MEF nel mirino degli hacker? Un post su BreachForums ipotizza un accesso ai sistemi
Redazione RHC - 30/12/2025

Un post apparso su BreachForums, noto forum underground frequentato da attori della cybercriminalità informatica, ipotizza una presunta compromissione dei sistemi del Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano (MEF). La segnalazione effettuata da un membro della…

Immagine del sitoCybercrime
MongoBleed (CVE-2025-14847): il database che “non perde”, sanguina
Sandro Sana - 29/12/2025

Analisi e correlazioni costruite anche grazie alla piattaforma Recorded Future (Insikt Group), che in questi casi è utile per mettere ordine nel caos tra segnali, rumor e priorità operative. C’è una tradizione natalizia che nessuno…

Immagine del sitoHacking
Login Microsoft 365 falsi, JavaScript offuscato e Cloudflare: anatomia di un phishing avanzato
Manuel Roccon - 29/12/2025

Questo articolo analizza una recente e sofisticata campagna di phishing che sfrutta la tecnica Browser-in-the-Browser (BitB) per rubare credenziali, in particolare quelle di servizi come Microsoft 365. L’attacco BitB si distingue per la sua capacità…

Immagine del sitoVulnerabilità
Uno sciame di Agenti AI trovano uno 0day da CVSS 10 nel firmware dei dispositivi Xspeeder
Redazione RHC - 29/12/2025

Quando si parla di sicurezza informatica, è facile cadere nella trappola di pensare che i problemi siano sempre lontani, che riguardino solo gli altri. Ma la realtà è che la vulnerabilità è sempre dietro l’angolo,…

Immagine del sitoVulnerabilità
L’Exploit MongoBleed è online: 87.000 istanze su internet a rischio compromissione
Redazione RHC - 28/12/2025

È stata scoperta, come riportato in precedenza, una grave vulnerabilità in MongoDB che consente a un aggressore remoto, senza alcuna autenticazione, di accedere alla memoria non inizializzata del server. Al problema è stato assegnato l’identificatore…