Redazione RHC : 21 Ottobre 2023 22:22
Una versione fake dell’app RedAlert continua a diffondersi tra gli utenti Android in Israele. Supporta tutte le funzioni della versione ufficiale, ma in realtà spia il proprietario del dispositivo.
Il “RedAlert” originale è già stato scaricato più di un milione di volte su Google Play. Ora per Israele è uno strumento vitale attraverso il quale i cittadini ricevono notifiche di attacchi missilistici.
Secondo Cloudflare gli hacker, i cui obiettivi e origini non sono ancora stati chiariti, sono ben consapevoli che la situazione nel Paese è critica. L’applicazione dannosa è stata distribuita tramite il sito web “redalerts[.]me”, creato il 12 ottobre 2023. Il sito dispone di pulsanti per l’installazione su iOS e Android.
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«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi».
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Per gli utenti iOS, il collegamento porta alla pagina ufficiale dell’Apple App Store. Ma il pulsante Android avvia direttamente il download del file APK .
Questo APK utilizza il codice sorgente del vero RedAlert, quindi sembra completamente legittimo. Tuttavia, l’applicazione richiede autorizzazioni aggiuntive: accesso a contatti, numeri di telefono, SMS, cronologia chiamate, numero IMEI del dispositivo, e-mail e altri account.
All’avvio, l’applicazione attiva un servizio in background che raccoglie e crittografa i dati, quindi li invia a un server di terze parti.
Il sito non è attualmente disponibile. Ma molto probabilmente gli aggressori cercheranno nuovi modi per distribuire il loro software in futuro. È interessante notare che anche il vero RedAlert ha riscontrato problemi con gli hacker che hanno sfruttato le vulnerabilità dell’API per inviare false notifiche agli utenti.
Per distinguere un’applicazione vera da una falsa, agli israeliani viene chiesto di prestare innanzitutto attenzione ai permessi richiesti dall’applicazione durante l’installazione e anche di aggiornare regolarmente il sistema all’ultima versione.
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