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Le sanzioni hanno portato il loro effetto. Addio Intel, AMD e Windows. Ora la Cina fa da sola!

Redazione RHC : 26 Marzo 2024 07:51

La Cina sta gradualmente eliminando l’uso dei chip Intel e AMD, del sistema operativo Windows e dei database stranieri, a favore di alternative nazionali. I requisiti riguardano principalmente computer e server di proprietà di enti governativi. Per attuare il piano nel prossimo futuro, le autorità di regolamentazione hanno già introdotto nuove regole sugli appalti.

Secondo i nuovi requisiti, tutte le organizzazioni al di sopra del livello parrocchiale sono tenute a dare la preferenza a processori, sistemi operativi e cloud storage “sicuri e affidabili”. Alla fine di dicembre il Ministero dell’Industria cinese ha pubblicato tre elenchi di prodotti consigliati in queste categorie, che comprendevano esclusivamente aziende cinesi.

I requisiti per l’acquisto di software e attrezzature per le esigenze del governo in Cina sono diventati più rigorosi alla luce degli sforzi attivi degli Stati Uniti per aumentare la produzione di chip e processori avanzati sul suo territorio. Solo pochi giorni fa le autorità statunitensi hanno annunciato che avrebbero concesso ingenti sussidi nell’ambito del Chips and Science Act. Intel riceverà una sovvenzione nell’ambito di questo programma per creare nuove imprese high-tech ed espandere la capacità produttiva.


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I fondi verranno utilizzati per costruire due nuovi stabilimenti e modernizzare una struttura esistente in Arizona, portare avanti un progetto avanzato di produzione di chip in Ohio ed espandere un centro di ricerca in Oregon. Un impianto di chip quasi completato verrà aperto nel New Mexico.

Intel investirà 100 miliardi di dollari nello sviluppo della produzione in cinque anni. Nuove imprese saranno coinvolte anche nello sviluppo e nella produzione di chip IA avanzati.

Nel frattempo, il confronto tecnologico tra le due superpotenze continua ad intensificarsi. Pechino sta cercando di garantire la sovranità digitale e di ridurre la dipendenza dai fornitori stranieri in aree critiche.

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