Redazione RHC : 30 Ottobre 2022 20:25
La famigerata banda ransomware Lockbit, colpisce ancora un’altra organizzazione italiana. Dopo circa 2 mesi dall’ultima vittima nel panorama italiano, oggi è il turno dell’italiana Belletti Ascensori che si trova a combattere con il ransomware.
LockBit 3.0 avvia il consueto “countdown” fissato a 9gg, data della pubblicazione dei dati esfiltrati nelle underground, ovvero il 8 Novembre alle 23:17 orario UTC.
Ricordiamo sempre che la pubblicazione di questi avvisi, servono per aumentare la pressione da parte dei criminali informatici verso l’organizzazione violata, per costringerla a pagare il riscatto, a seguito dell’esfiltrazione dei dati dalle infrastrutture IT.
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In questo caso Lockbit non pubblica samples o possibilità di ritardare il countdown, come di consueto, ma pubblica quanto segue nel suo data leak site (DLS):
L’attività di Belletti nel campo degli ascensori e montacarichi ha inizio nel Novecento, quando la passione per le apparecchiature elettrotecniche porta il fondatore, Rodolfo Belletti, ad installare per conto di una grossa azienda, ascensori in tutta Europa, avventurandosi fino in Romania e in Russia nel primo dopoguerra.
Il mercato degli ascensori cresce poi rapidamente in Italia e, complici il figlio Paolo e la nuora Elvira, l’azienda si trasforma da concessionario ad installatore indipendente e infine a costruttore. Dalla concessionaria “Botti e Belletti”, alle “Officine Meccaniche Belletti” e al marchio “PBP Elevatori” fino ad arrivare all’attuale Belletti.
Un lavoro, una passione e un orgoglio che durano da
oltre tre generazioni hanno portato Belletti a crescere e svilupparsi sempre più.
Oggi nella nuova sede di Mestrino (PD) i fratelli Gaetano e Irma Belletti e l’Amm.re Delegato Ing. Andrea Viel guidano una realtà in continua evoluzione.
Trenta addetti alle dirette dipendenze, i mezzi tecnologici più moderni ed una rete di collaboratori esterni di comprovata fiducia rendono Belletti l’azienda di riferimento per qualsiasi esigenza. Un servizio garantito dall’organizzazione tecnica e commerciale competente e di qualità, che può raggiungere tutto il territorio nazionale grazie ad un gruppo di aziende selezionate appartenenti al Safety Lift Group. Belletti… trenta cuori e una sola anima!
Nel mentre attendiamo un comunicato ufficiale dell’azienda, RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali.
Nel caso in cui l’azienda voglia fornire una dichiarazione a RHC, saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo sulle nostre pagine per dare risalto alla questione.
Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni sulla vicenda od effettuare una dichiarazione, possono accedere alla sezione contatti, oppure in forma anonima utilizzando la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
LockBit è una cyber gang criminale che adotta il modello ransomware-as-a-service (RaaS), anche se la sua struttura presenta variazioni che la differenziano da un tipico modello di affiliazione.
LockBit ransomware è un malware progettato per bloccare l’accesso degli utenti ai sistemi informatici in cambio di un pagamento di riscatto. Questo ransomware viene utilizzato per attacchi altamente mirati contro aziende e altre organizzazioni e gli “affiliati” di LockBit, hanno lasciato il segno minacciando le organizzazioni di tutto il mondo di ogni ordine e grado.
Si tratta del modello ransomware-as-a-service (RaaS) dove gli affiliati depositano del denaro per l’uso di attacchi personalizzati su commissione e traggono profitto da un quadro di affiliazione. I pagamenti del riscatto sono divisi tra il team di sviluppatori LockBit e gli affiliati attaccanti, che ricevono fino a ¾ dei fondi del riscatto.
E’ considerato da molte autorità parte della famiglia di malware “LockerGoga & MegaCortex”. Ciò significa semplicemente che condivide i comportamenti con queste forme consolidate di ransomware mirato ed ha il potere di auto-propagarsi una volta eseguito all’interno di una rete informatica.
LockBit è una cyber gang che restite da molto tempo nel mercato delle affiliazioni RaaS rinnovandosi costantemente. Ha iniziato le sue operazioni a settembre 2019 chiamandosi ABCD per poi cambiare il suo nome in Lockbit. Successivamente il marchio è stato rinominato in LockBit 2.0 apportando diverse novità e a giugno 2021, sono stati apportati dei cambiamenti introducendo la piattaforma Lockbit 3.0.
LockBit 3.0 introduce diverse novità, come una piattaforma di bug-hunting relativa alle infrastrutture utilizzate dalla gang, l’acquisto di criptovaluta, una nuova sezione per gli affiliati e ulteriori modi per monetizzare che possono essere sintetizzate in:
Ovviamente il costo per ogni tipologia di “servizio” è differente e si può pagare in Bitcoin o in Monero.
Lockbit, ha già colpito numerose organizzazioni sia pubbliche che private in Italia, in tutte e tre le varianti ransomware rilevate.
Facendo riferimento alle organizzazioni private delle quali abbiamo parlato su Red Hot Cyber troviamo:
Invece per quanto concerne le azienda pubbliche abbiamo:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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