Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
LECS 970x120 1
TM RedHotCyber 320x100 042514
Ma che data breach, mi hanno solo fregato le analisi del sangue!

Ma che data breach, mi hanno solo fregato le analisi del sangue!

Stefano Gazzella : 11 Marzo 2025 14:09

Si sa, il settore sanitario si conferma essere decisamente fuzzy per quanto riguarda l’aspetto della gestione dei dati personali. Soprattutto quando si parla di sicurezza, pressoché ogni istruttoria del Garante Privacy si trova ad affrontare l’affermazione all’interno delle memorie difensive relative a delle “difficoltà organizzative”. Le quali sono più che comprensibili durante il corso dell’emergenza Covid, ma oramai non è che possono fondare una scusa sempiterna, distorcendo il tempo alla pari di un wormhole a comando simile al buco portatile della ACME.

Eppure, il sottotesto drammatico ricorrente è un qui salviamo vite, non c’è tempo per la privacy. Falsa argomentazione, perpetrata per ignoranza o malafede, ma terribilmente suadente. E stavolta rivela una capacità di gestione del tempo pari a quella del Bianconiglio. Gran parte del settore sanitario – pubblico o privato che sia – ha coltivato l’abitudine di porre la protezione dei dati in secondo piano. Anzi: in un piano che forse non può nemmeno ambire al podio.

Si può auspicare che nel caso di interventi sanzionatori da parte del Garante Privacy nel settore pubblico l’attenzione alla responsabilizzazione degli apicali venga rilevata da opportune indagini della magistratura contabile, mentre per il settore privato saranno gli stakeholder a formulare i rilievi del caso.


Cve Enrichment Redhotcyber

CVE Enrichment
Mentre la finestra tra divulgazione pubblica di una vulnerabilità e sfruttamento si riduce sempre di più, Red Hot Cyber ha lanciato un servizio pensato per supportare professionisti IT, analisti della sicurezza, aziende e pentester: un sistema di monitoraggio gratuito che mostra le vulnerabilità critiche pubblicate negli ultimi 3 giorni dal database NVD degli Stati Uniti e l'accesso ai loro exploit su GitHub.

Cosa trovi nel servizio:
✅ Visualizzazione immediata delle CVE con filtri per gravità e vendor.
✅ Pagine dedicate per ogni CVE con arricchimento dati (NIST, EPSS, percentile di rischio, stato di sfruttamento CISA KEV).
✅ Link ad articoli di approfondimento ed exploit correlati su GitHub, per ottenere un quadro completo della minaccia.
✅ Funzione di ricerca: inserisci un codice CVE e accedi subito a insight completi e contestualizzati.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Se questo porterà, nel tempo, ad una maggiore attenzione agli aspetti della privacy da parte di chi decide, resterà sempre il problema di fondo: una cultura della privacy incompiuta o distorta. In pratica, quella che induce l’utenza dei servizi a sottostimare le conseguenze di un data breach ed è effetto di una narrazione da parte di chi ovviamente ha voluto far passare proprio l’idea che in fondo una violazione dei dati sanitari possa essere un niente di che in quanto non si tratta di segreti di Stato.

I principali artefici di questa narrazione sono però gli stessi soggetti che hanno tutto da guadagnare dall’effetto di una deresponsabilizzazione diffusa, dal momento che il conto di una mancata o pessima gestione della sicurezza sarà pagato per lo più dagli interessati coinvolti. I quali avranno anche meno critiche da porre in caso di illeciti o violazioni, e potranno accettare di buon grado di riqualificare il tutto come disguidi o burocrazie.

Eppure, l’opera di svilire l’autorità di controllo o ridurre privacy e sicurezza come meri adempimenti burocratici ha contribuito ad aumentare la frequenza delle violazioni e ad aggravarne le conseguenze negative.

Cosa succede quando vengono violate le proprie analisi del sangue

Prendiamo infatti il caso di un data breach che ha coinvolto delle analisi del sangue. L’argomento fantoccio impiegato per minimizzare l’accaduto è: che problema c’è se il cybercriminale conosce il mio emocromo?

Peccato però che siano presenti dati personali che:

  • identificano l’interessato (nome, cognome, codice fiscale);
  • consentono di contattarlo (solitamente e-mail e telefono);
  • rivelano informazioni relative allo stato di salute (esito delle analisi);

ma non solo. Infatti, è possibile trarre informazioni dal semplice fatto di aver svolto delle analisi in quella determinata struttura sanitaria e prevedere, ad esempio, che l’interessato stia attendendo una comunicazione da parte della struttura.

Questo è un elemento di valore per un cybercriminale il quale se ne potrà giovare per organizzare campagne mirate di phishing e confidare in una maggiore efficacia delle leve impiegate. L’elemento dell’aspettativa espone infatti l’interessato a ritenere come maggiormente affidabile una comunicazione contraffatta per conto della struttura sanitaria presso cui ha svolto delle analisi e non farsi troppe domande a riguardo

In pratica: quel non essere sorpreso nel ricevere quella comunicazione comporta minori cautele da parte del destinatario. E questo è noto al cybercriminale. Così, la comunicazione sarà impiegata come vettore d’attacco, potendo contare proprio su una maggiore probabilità che degli interessati poco accorti o inconsapevoli – poiché non allertati o anestetizzati dalla narrativa del ma che vuoi che sia – vadano a cliccare un link o un allegato malevolo.

Beninteso, questo è solo uno dei molti esempi possibili perché occorre sempre pensare al peggiore utilizzo dei dati violati da parte di un malintenzionato (*) per essere in grado di adottare le cautele più adeguate ed essere così in grado di mitigare le conseguenze negative di una violazione. Motivo per cui una comunicazione di data breach ai sensi dell’art. 34 GDPR è un adempimento fondamentale.

(*) l’unico limite è la fantasia e la motivazione dell’attaccante. Nulla toglie che questi possa avvalersi dell’indirizzo dell’abitazione, o altrimenti spacciarsi per un operatore sanitario (è sufficiente una ricerca online per avere alcuni nomi utili a tale scopo) che deve dare una comunicazione molto urgente per acquisire facilmente la fiducia di qualche familiare particolarmente preoccupato e farsi aprire ogni porta. O consegnare altri documenti. O chissà cosa. Ricorda nulla il “So cosa hai fatto”?

Solo andando oltre la narrazione di un’anticultura della privacy è però possibile alimentare una maggiore sensibilità diffusa da parte di tutti gli stakeholder coinvolti, primi fra tutti gli interessati i quali dovranno pretendere un approccio responsabile alla protezione dei propri dati personali in ambito sanitario.

Attenzione, però: la consapevolezza rende immuni alle scuse di deresponsabilizzazione.

Anche a quelle che ci siamo raccontati o a cui vorremmo tanto credere.

A ciascuno il suo

Tutto qui? Non proprio. In fondo quando c’è un problema diffuso – e questo è il caso – si può sempre scegliere se essere parte del problema, o altrimenti operarsi per risolverlo. Beninteso: nel caso si opti per la comodità dell’inerzia, si è comunque parte del problema.

Bisogna quindi fare i conti con la realtà dei fatti: se lo stato dell’arte piace, ben vengano attacchi e ogni conseguenza negativa ulteriore. Accettando anche tutte quelle ipotesi in cui sono colpiti o i propri interessi o quelli dei propri cari.

Per coerenza, che lo si dichiari senza problemi a questo punto. In fondo non sono queste le persone che si vantano di non avere niente da nascondere? Che facciano di conseguenza un bel virtue signaling sulla pelle delle vittime di una violazione di sicurezza dicendo che in fondo quel data breach non è niente di che così come non è niente di che l’esporsi a tutti i pericoli che ne derivano.

Chissà se si capirà prima o poi che la privacy riguarda chi non ha nulla da nascondere ma tutto da proteggere.

Immagine del sitoStefano Gazzella
Privacy Officer e Data Protection Officer, è Of Counsel per Area Legale. Si occupa di protezione dei dati personali e, per la gestione della sicurezza delle informazioni nelle organizzazioni, pone attenzione alle tematiche relative all’ingegneria sociale. Responsabile del comitato scientifico di Assoinfluencer, coordina le attività di ricerca, pubblicazione e divulgazione. Giornalista pubblicista, scrive su temi collegati a diritti di quarta generazione, nuove tecnologie e sicurezza delle informazioni.

Lista degli articoli
Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Immagine del sito
Il Consiglio Supremo di Difesa Italiano discute sulla minacce ibride e digitali in Italia e Europa
Di Redazione RHC - 20/11/2025

Il Consiglio Supremo di Difesa, si è riunito recentemente al Quirinale sotto la guida del Presidente Sergio Mattarella, ha posto al centro della discussione l’evoluzione delle minacce ibride e digi...

Immagine del sito
Tanti auguri Windows! 40 anni di storia dei sistemi operativi e non sentirli
Di Redazione RHC - 20/11/2025

Esattamente 40 anni fa, il 20 novembre 1985, Microsoft rilasciò Windows 1.0, la prima versione di Windows, che tentò di trasformare l’allora personal computer da una macchina con una monotona riga...

Immagine del sito
Giornata Mondiale dell’Infanzia: I bambini vivono nel digitale, ma il digitale non è stato progettato per loro
Di Simone D'Agostino - 20/11/2025

Oggi ricorre la Giornata Mondiale dell’Infanzia, fissata dall’ONU il 20 novembre per ricordare due atti fondamentali: la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo del 1959 e, trent’anni dopo, la C...

Immagine del sito
Veeam lancia Data Platform v13 e ridefinisce lo standard per la cyber resilienza e la protezione avanzata dei dati
Di Redazione RHC - 20/11/2025

Con nuove funzionalità per anticipare le minacce e accelerare il ripristino grazie a sicurezza di nuova generazione, approfondimenti forensi e automazione intelligente, Veeam lancia anche la Universa...

Immagine del sito
Che la caccia abbia inizio! Il bug critico su 7-Zip mette milioni di utenti a rischio
Di Redazione RHC - 20/11/2025

Milioni di utenti sono esposti al rischio di infezioni da malware e compromissione del sistema a causa dello sfruttamento attivo da parte degli hacker di una vulnerabilità critica di esecuzione di co...