Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza.
La vera forza della cybersecurity risiede
nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
LECS 970x120 1
UtiliaCS 320x100
Ma che data breach, mi hanno solo fregato le analisi del sangue!

Ma che data breach, mi hanno solo fregato le analisi del sangue!

11 Marzo 2025 14:09

Si sa, il settore sanitario si conferma essere decisamente fuzzy per quanto riguarda l’aspetto della gestione dei dati personali. Soprattutto quando si parla di sicurezza, pressoché ogni istruttoria del Garante Privacy si trova ad affrontare l’affermazione all’interno delle memorie difensive relative a delle “difficoltà organizzative”. Le quali sono più che comprensibili durante il corso dell’emergenza Covid, ma oramai non è che possono fondare una scusa sempiterna, distorcendo il tempo alla pari di un wormhole a comando simile al buco portatile della ACME.

Eppure, il sottotesto drammatico ricorrente è un qui salviamo vite, non c’è tempo per la privacy. Falsa argomentazione, perpetrata per ignoranza o malafede, ma terribilmente suadente. E stavolta rivela una capacità di gestione del tempo pari a quella del Bianconiglio. Gran parte del settore sanitario – pubblico o privato che sia – ha coltivato l’abitudine di porre la protezione dei dati in secondo piano. Anzi: in un piano che forse non può nemmeno ambire al podio.

Si può auspicare che nel caso di interventi sanzionatori da parte del Garante Privacy nel settore pubblico l’attenzione alla responsabilizzazione degli apicali venga rilevata da opportune indagini della magistratura contabile, mentre per il settore privato saranno gli stakeholder a formulare i rilievi del caso.


Christmas Sale

Christmas Sale -40%
𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀 Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Se questo porterà, nel tempo, ad una maggiore attenzione agli aspetti della privacy da parte di chi decide, resterà sempre il problema di fondo: una cultura della privacy incompiuta o distorta. In pratica, quella che induce l’utenza dei servizi a sottostimare le conseguenze di un data breach ed è effetto di una narrazione da parte di chi ovviamente ha voluto far passare proprio l’idea che in fondo una violazione dei dati sanitari possa essere un niente di che in quanto non si tratta di segreti di Stato.

I principali artefici di questa narrazione sono però gli stessi soggetti che hanno tutto da guadagnare dall’effetto di una deresponsabilizzazione diffusa, dal momento che il conto di una mancata o pessima gestione della sicurezza sarà pagato per lo più dagli interessati coinvolti. I quali avranno anche meno critiche da porre in caso di illeciti o violazioni, e potranno accettare di buon grado di riqualificare il tutto come disguidi o burocrazie.

Eppure, l’opera di svilire l’autorità di controllo o ridurre privacy e sicurezza come meri adempimenti burocratici ha contribuito ad aumentare la frequenza delle violazioni e ad aggravarne le conseguenze negative.

Cosa succede quando vengono violate le proprie analisi del sangue

Prendiamo infatti il caso di un data breach che ha coinvolto delle analisi del sangue. L’argomento fantoccio impiegato per minimizzare l’accaduto è: che problema c’è se il cybercriminale conosce il mio emocromo?

Peccato però che siano presenti dati personali che:

  • identificano l’interessato (nome, cognome, codice fiscale);
  • consentono di contattarlo (solitamente e-mail e telefono);
  • rivelano informazioni relative allo stato di salute (esito delle analisi);

ma non solo. Infatti, è possibile trarre informazioni dal semplice fatto di aver svolto delle analisi in quella determinata struttura sanitaria e prevedere, ad esempio, che l’interessato stia attendendo una comunicazione da parte della struttura.

Questo è un elemento di valore per un cybercriminale il quale se ne potrà giovare per organizzare campagne mirate di phishing e confidare in una maggiore efficacia delle leve impiegate. L’elemento dell’aspettativa espone infatti l’interessato a ritenere come maggiormente affidabile una comunicazione contraffatta per conto della struttura sanitaria presso cui ha svolto delle analisi e non farsi troppe domande a riguardo

In pratica: quel non essere sorpreso nel ricevere quella comunicazione comporta minori cautele da parte del destinatario. E questo è noto al cybercriminale. Così, la comunicazione sarà impiegata come vettore d’attacco, potendo contare proprio su una maggiore probabilità che degli interessati poco accorti o inconsapevoli – poiché non allertati o anestetizzati dalla narrativa del ma che vuoi che sia – vadano a cliccare un link o un allegato malevolo.

Beninteso, questo è solo uno dei molti esempi possibili perché occorre sempre pensare al peggiore utilizzo dei dati violati da parte di un malintenzionato (*) per essere in grado di adottare le cautele più adeguate ed essere così in grado di mitigare le conseguenze negative di una violazione. Motivo per cui una comunicazione di data breach ai sensi dell’art. 34 GDPR è un adempimento fondamentale.

(*) l’unico limite è la fantasia e la motivazione dell’attaccante. Nulla toglie che questi possa avvalersi dell’indirizzo dell’abitazione, o altrimenti spacciarsi per un operatore sanitario (è sufficiente una ricerca online per avere alcuni nomi utili a tale scopo) che deve dare una comunicazione molto urgente per acquisire facilmente la fiducia di qualche familiare particolarmente preoccupato e farsi aprire ogni porta. O consegnare altri documenti. O chissà cosa. Ricorda nulla il “So cosa hai fatto”?

Solo andando oltre la narrazione di un’anticultura della privacy è però possibile alimentare una maggiore sensibilità diffusa da parte di tutti gli stakeholder coinvolti, primi fra tutti gli interessati i quali dovranno pretendere un approccio responsabile alla protezione dei propri dati personali in ambito sanitario.

Attenzione, però: la consapevolezza rende immuni alle scuse di deresponsabilizzazione.

Anche a quelle che ci siamo raccontati o a cui vorremmo tanto credere.

A ciascuno il suo

Tutto qui? Non proprio. In fondo quando c’è un problema diffuso – e questo è il caso – si può sempre scegliere se essere parte del problema, o altrimenti operarsi per risolverlo. Beninteso: nel caso si opti per la comodità dell’inerzia, si è comunque parte del problema.

Bisogna quindi fare i conti con la realtà dei fatti: se lo stato dell’arte piace, ben vengano attacchi e ogni conseguenza negativa ulteriore. Accettando anche tutte quelle ipotesi in cui sono colpiti o i propri interessi o quelli dei propri cari.

Per coerenza, che lo si dichiari senza problemi a questo punto. In fondo non sono queste le persone che si vantano di non avere niente da nascondere? Che facciano di conseguenza un bel virtue signaling sulla pelle delle vittime di una violazione di sicurezza dicendo che in fondo quel data breach non è niente di che così come non è niente di che l’esporsi a tutti i pericoli che ne derivano.

Chissà se si capirà prima o poi che la privacy riguarda chi non ha nulla da nascondere ma tutto da proteggere.

Ti è piaciutno questo articolo? Ne stiamo discutendo nella nostra Community su LinkedIn, Facebook e Instagram. Seguici anche su Google News, per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica o Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

  • #ospedali
  • #sicurezza informatica
  • attacchi informatici
  • CTI
  • cyber threat intelligence
  • data breach
  • dati sanitari
  • ospedali italiani
  • Threat Actors
Immagine del sito
Privacy Officer e Data Protection Officer, è Of Counsel per Area Legale. Si occupa di protezione dei dati personali e, per la gestione della sicurezza delle informazioni nelle organizzazioni, pone attenzione alle tematiche relative all’ingegneria sociale. Responsabile del comitato scientifico di Assoinfluencer, coordina le attività di ricerca, pubblicazione e divulgazione. Giornalista pubblicista, scrive su temi collegati a diritti di quarta generazione, nuove tecnologie e sicurezza delle informazioni.
Aree di competenza: 

Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Immagine del sitoVulnerabilità
L’Exploit MongoBleed è online: 87.000 istanze su internet a rischio compromissione
Redazione RHC - 28/12/2025

È stata scoperta, come riportato in precedenza, una grave vulnerabilità in MongoDB che consente a un aggressore remoto, senza alcuna autenticazione, di accedere alla memoria non inizializzata del server. Al problema è stato assegnato l’identificatore…

Immagine del sitoCyberpolitica
ChatControl UE: la protezione dei minori o l’inizio della sorveglianza di massa digitale?
Agostino Pellegrino - 28/12/2025

Dietro il nome tecnicamente anodino di ChatControl si muove una delle più profonde torsioni del rapporto tra Stato, tecnologia e cittadini mai tentate nell’Unione europea. Non è una legge “contro la pedopornografia online”, come viene…

Immagine del sitoCultura
John von Neumann: Il genio poliedrico che ha rivoluzionato l’informatica
Carlo Denza - 28/12/2025

Conosciamo quello che è stato considerato uno degli uomini di scienza, forse pari solo a Einstein, più poliedrici e geniali dello scorso secolo. Con un ampissimo spettro di talenti scientifici, sviluppati anche grazie ad un…

Immagine del sitoCybercrime
Il Cybercrime cerca Dipendenti Infedeli. Aumento delle richieste nelle underground
Redazione RHC - 27/12/2025

La comunità dei criminali informatici sta rapidamente aumentando il suo interesse nel reclutare personale all’interno delle aziende. Invece di sofisticati attacchi esterni, i criminali si affidano sempre più a fonti interne, ovvero persone disposte a…

Immagine del sitoCyberpolitica
La guerra dell’energia invisibile: come la Cina controlla il cuore dell’IA occidentale
Redazione RHC - 27/12/2025

Nella Virginia settentrionale, lungo quello che viene ormai definito il “corridoio dei data center”, sorgono enormi strutture senza finestre che costituiscono l’ossatura fisica della corsa statunitense all’intelligenza artificiale. Questi edifici, grandi quanto hangar industriali, assorbono…