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Report Clusit 2021: il 6% del PIL mondiale è per il cybercrime.

Redazione RHC : 9 Novembre 2021 11:32

La cybersecurity è una “emergenza globale” che ha “profondi impatti su ogni aspetto della società e della geopolitica” dove si stima un danno economico “pari a oltre il 6% del Pil mondiale”.

È questo il grido d’allarme contenuto nel Rapporto Clusit relativo al primo semestre 2021, riferendosi alla situazione mondiale.

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Il giorno Venerdì 9 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terrà la RHC Conference 2025. Si tratta dell’appuntamento annuale gratuito, creato dalla community di RHC, per far accrescere l’interesse verso le tecnologie digitali, l’innovazione digitale e la consapevolezza del rischio informatico.

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Ci sono stati il ​​24% di attacchi più gravi, quelli con effetti “molto critici o devastanti” sono passati dal 49% al 74%. Per l’Italia

“ci auguriamo che il PNRR sia un’occasione per recuperare e colmare le sue lacune anche in ambito cyber”

afferma Andrea Zapparoli Manzoni, coautore del Rapporto.

Il Rapporto Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, include anche l’analisi degli attacchi in Italia, effettuata da Fastweb: ha registrato 36 milioni di eventi dannosi nel semestre considerato, con un incremento del 180% rispetto allo stesso periodo del 2020 A livello mondiale, secondo i ricercatori, nella prima metà del 2021 gli attacchi gravi effettuati con finalità di Cybercrime, ovvero per estorcere denaro, sono aumentati del 21% (rappresentano l’88% del totale).

Diminuiscono invece quelle classificate come attività di Cyber ​​Spionaggio (-36,7%), dopo il picco straordinario del 2020 dovuto principalmente allo spionaggio legato allo sviluppo di vaccini e cure per il Covid-19. Tra le tecniche di attacco, il ‘malware’ mostra i numeri più alti: rappresenta il 43% del totale, in crescita del 10,5%.

Seguono le tecniche “sconosciute”, in crescita del 13,9% rispetto al secondo semestre 2020; Gli attacchi gravi condotti con “tecniche multiple” sono aumentati dell’11,6%. In termini percentuali, la categoria più colpita è “Governo” che rappresenta il 16% del totale; La sanità è ancora al secondo posto con il 13% degli attacchi totali, e al terzo posto “Obiettivi multipli”, che in questo semestre rappresenta il 12% delle vittime.

Quest’ultimo ha registrato un calo perché, spiega Clusit,

“siamo di fronte a un cambio di strategia da parte degli attaccanti”

che favoriscono

“attacchi gravi mirati a singoli bersagli”

con tecniche di tipo ransomware aggravate dalla ‘doppia estorsione’, cioè minacce per diffondere i dati rubati alle vittime se non pagano il riscatto. Per quanto riguarda la distribuzione geografica degli attacchi, nella prima metà del 2021 quelli verso realtà con sede in Europa sono aumentati del 10%, mentre restano invariate le percentuali delle vittime nelle aree americane e asiatiche.

Qualche dato di dettaglio

Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle vittime: nel 1° semestre 2021 rimangono sostanzialmente invariate le vittime di area americana (dal 45% al 46%), gli attacchi verso realtà basate in Europa aumentano sensibilmente (dal 15% al 25%) mentre rimangono percentualmente quasi invariati quelli rilevati contro organizzazioni asiatiche.

Rispetto al secondo semestre 2020, in termini assoluti nel 1° semestre 2021 la crescita maggiore nel numero di attacchi gravi si osserva verso le categorie “Transportation / Storage” (+108,7%), “Professional, Scientific, Technical” (+85,2%) e “News & Multimedia” (+65,2%), seguite da “Wholesale / Retail” (+61,3%) e “Manufacturing” (+46,9%). Aumentano anche gli attacchi verso le categorie “Energy / Utilities” (+46,2%), “Government” (+39,2%), “Arts / Entertainment” (+36,8%) ed “Healthcare” (+18,8%).

Per quanto riguarda la severity: nel 2020 gli attacchi con impatto “Critico” rappresentavano il 13% del totale, quelli di livello “Alto” il 36%, quelli di livello “Medio” il 32% ed infine quelli di livello “Basso” il 19%. Complessivamente, gli attacchi gravi con effetti molto importanti (High) o devastanti (Critical) nel 2020 erano il 49% del campione. Nel primo semestre 2021 la situazione è molto diversa, e francamente impressionante: gli attacchi gravi con effetti molto importanti (High) sono il 49%, quelli devastanti (Critical) rappresentano il 25%, quelli di impatto significativo (Medium) il 22%, e quelli con impatto basso solo il 4%. In questo caso gli attacchi con impatto Critical e High sono il 74%.

Ci siamo avvalsi anche in questa edizione dei dati relativi agli attacchi rilevati dal Security Operations Center (SOC) di FASTWEB, che nella prima metà del 2021 (dal 1° gennaio al 31 agosto), ha registrato 36 Milioni di eventi malevoli, in forte aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+180%). Il fenomeno più preoccupante è l’incremento dell’attività dei ransomware con richiesta di riscatto. Infatti, è stata osservata una crescita dell’attività di questo malware di circa il 350% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E le conseguenze causate da questa tipologia di attacchi, sempre più aggressivi, diventano in qualche modo ancora più evidenti. Si vedano ad esempio gli attacchi a danno di strutture pubbliche che hanno bloccato l’operatività quotidiana.

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