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Tag: sicurezza cloud

Bug critico da score 10 per Azure Bastion. Quando RDP e SSH sul cloud sono in scacco matto

Una vulnerabilità di tipo authentication bypass è stata individuata in Azure Bastion (scoperta da RHC grazie al monitoraggio costante delle CVE critiche presente sul nostro portale), il servizio gestito di Microsoft che consente connessioni RDP e SSH sicure verso macchine virtuali in Azure senza esporle direttamente a Internet. La falla, identificata come CVE-2025-49752, permette potenzialmente a un attaccante remoto di ottenere privilegi amministrativi su tutte le VM accessibili tramite Bastion. Dettagli tecnici Il CVE-2025-49752 rientra nella categoria CWE-294 – Authentication Bypass by Capture-Replay, che consiste nell’intercettazione e riutilizzo di token o credenziali valide per ottenere accesso non autorizzato. Nel caso di Azure Bastion, ciò

Rischio sventato per milioni di utenti Microsoft! La falla critica in Microsoft SharePoint da 9.8

Microsoft ha reso nota una vulnerabilità critica in SharePoint Online (scoperta da RHC grazie al monitoraggio costante delle CVE critiche presente sul nostro portale), identificata come CVE-2025-59245, con un punteggio CVSS v3.1 di 9.8/10. La falla riguarda la deserializzazione di dati non attendibili (CWE‑502) e permette a un attaccante remoto di ottenere un’elevazione di privilegi senza necessità di credenziali o interazione dell’utente. Se sfruttata attivamente da criminali informatici, questa vulnerabilità potrebbe mettere a rischio milioni di utenti. L’episodio sottolinea come, dopo gli incidenti su servizi cloud come AWS, Azure e Cloudflare, il cloud stia sempre più diventando un “single point of failure”,

AzureHound: lo strumento “legittimo” per gli assalti al cloud

AzureHound, parte della suite BloodHound, nasce come strumento open-source per aiutare i team di sicurezza e i red team a individuare vulnerabilità e percorsi di escalation negli ambienti Microsoft Azure ed Entra ID. Oggi, però, è sempre più spesso utilizzato da gruppi criminali e attori sponsorizzati da stati per scopi ben diversi: mappare infrastrutture cloud, identificare ruoli privilegiati e pianificare attacchi mirati. Perché AzureHound è diventato uno strumento pericoloso Scritto in Go e disponibile per Windows, Linux e macOS, AzureHound interroga le API di Microsoft Graph e Azure REST per raccogliere informazioni su identità, ruoli, applicazioni e risorse presenti nel tenant. Il

Il 95% delle aziende si crede pronta al ransomware. Ma solo il 15% lo è davvero!

La diffusa fiducia delle aziende nella propria resilienza informatica si trova ad affrontare una nuova ondata di minacce, questa volta provenienti dall’intelligenza artificiale. Secondo l’OpenText Cybersecurity 2025 Report, il 95% delle organizzazioni in tutto il mondo ritiene di potersi riprendere da un attacco ransomware. Tuttavia, la realtà si è rivelata molto più complessa: solo il 15% delle vittime ha effettivamente recuperato tutti i propri dati e un numero crescente di incidenti è attribuito all’uso dell’intelligenza artificiale per scopi offensivi. Uno studio condotto su quasi 1.800 professionisti della sicurezza e dirigenti aziendali provenienti da Stati Uniti, Canada, Europa e Australia mostra che i

RMPocalypse: Un bug critico in AMD SEV-SNP minaccia la sicurezza del cloud

È stata identificata una vulnerabilità critica nell’architettura di sicurezza hardware AMD SEV-SNP, che impatta i principali provider cloud (AWS, Microsoft Azure e Google Cloud). Tale bug consente a hypervisor dannosi di compromettere macchine virtuali crittografate e ottenere pieno accesso alla loro memoria. L’attacco, denominato RMPocalypse, mina le fondamentali garanzie di riservatezza e integrità su cui si basa il modello di esecuzione attendibile SEV-SNP. La ricerca presentata alla conferenza ACM CCS 2025 di Taipei, descrive in dettaglio come una vulnerabilità venga sfruttata durante l’inizializzazione della struttura chiave di SEV-SNP, la Reverse Map Table (RMP). Questa tabella mappa gli indirizzi fisici dell’host alle pagine

Con 50 dollari e l’accesso fisico al server, il Cloud si va a far benedire

Un team di ricercatori ha sviluppato un semplice strumento hardware che sfida i principi fondamentali del trusted computing nei moderni ambienti cloud. Utilizzando un dispositivo dal costo inferiore a 50 dollari, sono stati in grado di aggirare le protezioni hardware di Intel Scalable SGX e AMD SEV-SNP, che abilitano i Trusted Execution Environment (TEE). Queste tecnologie sono alla base del confidential computing utilizzato dai principali provider cloud e proteggono i dati in memoria da attacchi privilegiati e accessi fisici, inclusi riavvii a freddo e intercettazioni del bus di memoria. Il dispositivo sviluppato è un interposer DDR4 che viene inserito tra il processore

Zscaler Violazione Dati: Lezione Apprese sull’Evoluzione delle Minacce SaaS

La recente conferma da parte di Zscaler riguardo a una violazione dati derivante da un attacco alla supply chain fornisce un caso studio sull’evoluzione delle minacce contro ecosistemi SaaS complessi. L’attacco, attribuito al gruppo APT UNC6395, ha sfruttato vulnerabilità a livello di gestione delle credenziali OAuth e di API trust model nelle integrazioni tra applicazioni di terze parti e piattaforme cloud. Secondo le prime analisi, il punto d’ingresso è stato l’abuso dell’integrazione tra Salesloft Drift e Salesforce. L’attore ha esfiltrato token OAuth validi, consentendo l’accesso diretto agli endpoint Salesforce senza dover interagire con i sistemi di autenticazione tradizionali (es. MFA o session

SOC gestito: una scelta strategica per la sicurezza informatica aziendale

Negli ultimi anni, le aziende si sono trovate ad affrontare un cambiamento radicale nella gestione della propria sicurezza informatica. La crescente complessità delle infrastrutture digitali, la diffusione del lavoro da remoto, la progressiva adozione del cloud e la digitalizzazione di processi e servizi hanno trasformato il perimetro aziendale in qualcosa di estremamente dinamico e spesso difficile da controllare e forse, addirittura complicato solo comprenderlo. In questo contesto, la semplice adozione di strumenti di protezione non è più sufficiente: è necessario un presidio costante, attivo, capace di reagire in tempo reale e, idealmente, di anticipare le minacce. È qui che entra in gioco

Storm-0501: Quando il Ransomware si sposta nel Cloud

Microsoft lancia l’allarme: il gruppo di cybercriminali Storm-0501 si è evoluto. Niente più attacchi “classici” alle macchine on-premise, niente più ransomware che cripta file locali. Ora la minaccia si sposta direttamente sopra di noi, nel cloud, là dove molte aziende pensavano di essere al sicuro. Il passaggio è epocale: non servono più gli eseguibili malevoli che infettano server e PC. Storm-0501 oggi sfrutta le stesse funzionalità native del cloud per fare il lavoro sporco. Si parla di: Il risultato? Una pressione feroce, che non passa per il solito “decryptor a pagamento”, ma per un ricatto diretto: o paghi, o i tuoi dati

L’isolamento dei container è a rischio. Solo 3 righe di codice per violare gli ambienti AI di NVIDIA

L’azienda di sicurezza cloud Wiz ha identificato una vulnerabilità critica in NVIDIA Container Toolkit, identificata come CVE-2025-23266 e con un punteggio CVSS di 9.0. La vulnerabilità, denominata NVIDIAScape, potrebbe rappresentare una seria minaccia per i servizi cloud che utilizzano l’intelligenza artificiale e la containerizzazione basata su GPU. Il bug riguarda tutte le versioni di NVIDIA Container Toolkit fino alla 1.17.7 inclusa, nonché NVIDIA GPU Operator fino alla versione 25.3.0. La vulnerabilità è già stata risolta rispettivamente nelle nuove versioni 1.17.8 e 25.3.1. Il problema è legato all’utilizzo dei cosiddetti hook OCI, progettati per inizializzare i container. Uno di questi hook, “createContainer“, viene utilizzato con una configurazione errata, che

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