
Redazione RHC : 18 Maggio 2023 07:29
Uno degli ingegneri della sicurezza di Google ha scoperto una vulnerabilità nell’app Telegram su macOS che potrebbe essere utilizzata per ottenere l’accesso non autorizzato alla fotocamera del dispositivo.
In genere, il meccanismo TCC implementato da Apple in macOS impedisce a software di terze parti di accedere ai componenti del dispositivo Apple come fotocamera e microfono. Anche gli amministratori non sono in grado di utilizzarli a meno che l’applicazione non abbia ricevuto l’autorizzazione appropriata.
Telegram è una di quelle applicazioni che richiedono l’accesso alla videocamera e al microfono del computer per soddisfare le esigenze dell’utente per una semplice comunicazione quotidiana tramite videochiamate.
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Il ricercatore ha scoperto che a causa della mancanza di un “runtime sicuro” nell’app Telegram per macOS, è possibile iniettarvi una libreria dinamica dannosa (Dylib) utilizzando la variabile “DYLD_INSERT_LIBRARIES”. Il Dylib incorporato esegue il suo codice anche prima che l’app Telegram venga lanciata, dando pieno accesso a determinate funzionalità, inclusa la fotocamera del dispositivo.
Dylib è in grado di attivare la fotocamera del computer per registrare video senza alcuna notifica o indicazione da parte del sistema che possa destare sospetti nell’utente.
Ovviamente, gli aggressori non possono aggirare l’indicatore di attività della videocamera, ma spesso gli utenti non prestano affatto attenzione ad esso o possono decidere che l’indicatore è stato attivato semplicemente perché Telegram è stato lanciato.
Va notato che di solito il codice di terze parti non può abusare dell’accesso dell’applicazione alla fotocamera, poiché tutto il software di terze parti, di norma, viene eseguito in un ambiente isolato. Tuttavia, il ricercatore ha scoperto che questa protezione può essere aggirata per eseguire l’applicazione in background.
I video registrati in questo modo vengono archiviati localmente nel file /tmp/telegram.logs, da dove, ipoteticamente, i criminali informatici possono successivamente estrarli, violando gravemente la privacy della vittima.
È lecito ritenere che qualcuno con obiettivi più nefasti possa facilmente modificare il codice dannoso, ad esempio, per trasmettere video da una telecamera direttamente ad un URL esterno. Inoltre, tale funzionalità apre opportunità molto più gravi per la sorveglianza in tempo reale.
Questa vulnerabilità ha ricevuto l’identificatore CVE-2023-26818 ed è stata scoperta il 3 febbraio di quest’anno. Nonostante la numerosa corrispondenza tra il ricercatore e il servizio di sicurezza di Telegram, non è stata ancora intrapresa alcuna azione per risolvere il problema.
Redazione
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