
Ieri VMware ha rilasciato un aggiornamento di sicurezza che ha risolto una vulnerabilità critica in VMware Cloud Foundation, una piattaforma cloud ibrida per l’esecuzione di applicazioni aziendali in ambienti privati o pubblici.
La vulnerabilità, identificata come CVE-2021-39144, si trova nella libreria open source XStream utilizzata da Cloud Foundation e ha ricevuto un punteggio CVSS di 9,8 su 10. Tale vulnerabilità può essere utilizzata da un malintenzionato in semplici attacchi che non richiedono l’interazione dell’utente.
L’annuncio della società afferma che un utente malintenzionato potrebbe eseguire codice arbitrario con privilegi amministrativi a causa di un endpoint non autenticato che utilizza XStream per serializzare l’input su VMware Cloud Foundation.
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Poiché la violazione della sicurezza è piuttosto grave, VMware ha anche rilasciato patch di sicurezza per i prodotti in End Of Life.
Una delle soluzioni al problema è stata l’aggiornamento di XStream alla versione 1.4.19, in cui CVE-2021-39144 è già stato corretto. Secondo gli esperti, questo dovrebbe proteggere i server senza patch.
Lo stesso aggiornamento per la sicurezza ha risolto un’altra vulnerabilità, che è stata identificata come CVE-2022-31678. Il suo sfruttamento da parte di un utente malintenzionato può causare un denial of service o esporre le informazioni personali della vittima dopo un attacco XEE riuscito.
Oltre all’installazione della patch, è disponibile una soluzione alternativa: gli amministratori di sistema devono accedere a ciascuna macchina virtuale del gestore NSX SDDC nell’ambiente Cloud Foundation.
Dopodiché, devono installare l’ultima patch NSX per vSphere, che aggiorna la libreria XStream alla versione 1.4.19, che chiuderà la falla nella sicurezza.
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