
Il Regno Unito ha tentato nuovamente di costringere Apple ad accedere ai backup crittografati dei dati degli utenti archiviati su iCloud. La nuova richiesta arriva sei mesi dopo che l’azienda ha disattivato la sua funzionalità di archiviazione cloud più sicura, Advanced Data Protection, per tutti gli utenti del Paese.
La decisione di Apple ha fatto seguito a una precedente richiesta più restrittiva del governo britannico, che riguardava i dati non solo dei residenti nel Regno Unito, ma anche dei cittadini statunitensi, provocando una controversia diplomatica con Washington.
Secondo fonti vicine alla questione, all’inizio di settembre il Ministero dell’Interno del Regno Unito ha inviato ad Apple una notifica in cui le ordinava di implementare un sistema per accedere ai dati crittografati, ma con la precisazione che tale requisito si applicava solo ai cittadini del Regno Unito.
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In precedenza, a gennaio, un avviso simile ai sensi dell’Investigatory Powers Act prevedeva una copertura globale, provocando una dura reazione da parte dell’amministrazione di Donald Trump. In risposta, Apple ha sospeso la modalità ADP nel Regno Unito a febbraio e ha presentato un reclamo al Surveillance Tribunal.
L’azienda ha dichiarato di non poter ancora offrire una protezione dei dati avanzata ai nuovi utenti nel Regno Unito, il che solleva serie preoccupazioni dato il crescente numero di violazioni dei dati e minacce alla privacy digitale. Apple ha ribadito di non creare, né intende creare, chiavi di accesso universali o meccanismi nascosti per aggirare la crittografia nei suoi prodotti e servizi.
Secondo la legislazione vigente, le parti non sono autorizzate a commentare il contenuto delle notifiche tecniche. Tuttavia, i rappresentanti del Ministero degli Interni hanno sottolineato che l’agenzia continuerà ad adottare tutte le misure possibili al suo interno per garantire la sicurezza dei cittadini.
Nel frattempo, le organizzazioni per i diritti umani avvertono che anche l’implementazione parziale di tali requisiti rappresenta una minaccia per gli utenti di tutto il mondo. Secondo gli avvocati, qualsiasi indebolimento della crittografia end-to-end in una regione rende automaticamente i sistemi vulnerabili a livello globale, poiché la falla che ne deriva potrebbe essere sfruttata da aggressori o agenzie governative di altri Paesi.
La campagna legale contro le richieste delle autorità britanniche, avviata da Apple con il supporto delle organizzazioni per i diritti umani Privacy International e Liberty, avrebbe dovuto essere discussa l’anno prossimo. Tuttavia, la nuova notifica potrebbe riaprire il procedimento legale.
Le richieste di divulgazione dei dati vengono emesse come avvisi tecnici (TCN) e vengono effettuate ai sensi dell’Investigatory Powers Act, che consente alle agenzie di intelligence di accedere a informazioni crittografate allo scopo di combattere il terrorismo e i crimini contro i minori.
A gennaio, questo strumento ha provocato una dura reazione da parte di alti funzionari statunitensi, tra cui il vicepresidente J.D. Vance e il direttore dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard. Hanno insistito affinché il Regno Unito abbandonasse le richieste di accesso ai dati degli utenti statunitensi, sottolineando che qualsiasi interferenza con i sistemi Apple indebolisce la sicurezza anche in altri Paesi.
Durante la recente visita di Donald Trump a Londra, dove lui e il Primo Ministro Kiir Starmer hanno annunciato investimenti multimiliardari in infrastrutture di intelligenza artificiale nel Regno Unito, i rappresentanti della delegazione americana hanno nuovamente sollevato la questione del conflitto con Apple. Tuttavia, secondo alcune fonti, l’amministrazione statunitense non insiste più per revocare l’ultimo avviso, poiché non riguarda i dati degli utenti americani.
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