
Emanuele De Lucia : 30 Maggio 2022 22:51
Autore: Emanuele de Lucia, Cluster25
Data Pubblicazione: 30/05/2022
Le botnet utilizzate da KillNet per eseguire gli attacchi DDoS ipotizzavamo che fossero grandi, ma dalle analisi svolte sono stati rilevati migliaia di IP singoli per una potenza di fuoco davvero importante.
Si tratta di migliaia di indirizzi IP univoci utilizzati per condurre attacchi DDoS i quali sono stati scagliati anche contro le infrastrutture italiane, come abbiamo visto nei giorni scorsi e come sta accadendo in queste ultime ore.
Christmas Sale -40% 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀
Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
La mappa che riportiamo, sebbene ancora parziale e probabilmente incompleta, mostra migliaia di dispositivi compromessi (ddos zombies) geograficamente distribuiti in 132 Paesi.
Dall’analisi tecnica svolta, è possibile presumere che l’attore di minaccia abbia utilizzato metodi diversi e abbia sfruttato una serie di vulnerabilità per compromettere questi sistemi ed ampliare le sue capacità offensive.
Secondo i dati di Cluster25 relativi all’Italia, la provincia con il maggior numero di host compromessi (zombi DDoS) è Milano, con il 46,3% del totale afferenti all’Italia. Roma invece segue con dei numeri molto più bassi, pari al 6%.
I numeri in assoluto sono molto grandi.
Si parla di circa 16.000 nodi tra iot e router, ma a questi devono essere aggiunti anche i proxy, le vpn, in quanto ogni singolo nodo può usare diversi modi per aggredire un obiettivo, oltre alle connessioni dei partecipanti a Killnet/Legion, che usano la propria connessione con ulteriori proxy e vpn per mascherare i loro IP per eseguire gli attacchi.
Si parla quindi di volumi enormi e al momento i dati possono essere ritenuti ancora parziali e sotto dimensionati.
Di seguito riportiamo una immagine della distribuzione geografica della botnet, con un dettaglio relativo all’Italia.

Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.
Emanuele De Lucia
Il MITRE ha reso pubblica la classifica delle 25 più pericolose debolezze software previste per il 2025, secondo i dati raccolti attraverso le vulnerabilità del national Vulnerability Database. Tali...

Un recente resoconto del gruppo Google Threat Intelligence (GTIG) illustra gli esiti disordinati della diffusione di informazioni, mettendo in luce come gli avversari più esperti abbiano già preso p...

All’interno del noto Dark Forum, l’utente identificato come “espansive” ha messo in vendita quello che descrive come l’accesso al pannello di amministrazione dell’Agenzia delle Entrate. Tu...

In seguito alla scoperta di due vulnerabilità zero-day estremamente critiche nel motore del browser WebKit, Apple ha pubblicato urgentemente degli aggiornamenti di sicurezza per gli utenti di iPhone ...

La recente edizione 2025.4 di Kali Linux è stata messa a disposizione del pubblico, introducendo significative migliorie per quanto riguarda gli ambienti desktop GNOME, KDE e Xfce. D’ora in poi, Wa...