Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca

GDPR: come selezionare un responsabile del trattamento?

Stefano Gazzella : 17 Settembre 2022 09:00

Autore: Stefano Gazzella

Nel momento in cui un titolare del trattamento sceglie di fare ricorso ad un responsabile per svolgere una o più attività di trattamento di dati personali, l’art. 28.1 GDPR impone che la selezione avvenga ricorrendo a soggetti “che presentino garanzie sufficienti per mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate”.

Adeguatezza che riguarda sia l’adempimento alle prescrizioni del GDPR sia la garanzia di tutelare i diritti degli interessati coinvolti. Quanto prende forma consiste in una vera e propria responsabilità in eligendo dovuta in ragione del rispetto del principio generale di accountability.

Vuoi diventare un esperto del Dark Web e della Cyber Threat Intelligence (CTI)?
Stiamo per avviare il corso intermedio in modalità "Live Class", previsto per febbraio.
A differenza dei corsi in e-learning, disponibili online sulla nostra piattaforma con lezioni pre-registrate, i corsi in Live Class offrono un’esperienza formativa interattiva e coinvolgente.
Condotti dal professor Pietro Melillo, le lezioni si svolgono online in tempo reale, permettendo ai partecipanti di interagire direttamente con il docente e approfondire i contenuti in modo personalizzato. Questi corsi, ideali per aziende, consentono di sviluppare competenze mirate, affrontare casi pratici e personalizzare il percorso formativo in base alle esigenze specifiche del team, garantendo un apprendimento efficace e immediatamente applicabile.
Per ulteriori informazioni, scrivici ad [email protected] oppure scrivici su Whatsapp al 379 163 8765 

Supporta RHC attraverso:


Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.

Dal momento che però in sede risarcitoria il titolare sarà chiamato a rispondere sia per violazioni proprie che commesse da parte dei responsabili coinvolti, nonché potrà anche essere esposto a sanzioni e provvedimenti dell’autorità di controllo, fino a che punto questi deve approfondire il processo di selezione? La risposta è fornita dagli artt. 24 e 25.1 GDPR, rispettivamente riguardanti l’accountability del titolare e il principio di privacy by design, che richiamano i parametri per valutare l’adeguatezza delle misure predisposte.

Dunque, sia nel caso in cui si ricerchi un responsabile per un’attività di trattamento svolta o per un’attività di trattamento in fase di progettazione, occorrerà tenere conto dei parametri “della natura, dell’ambito di applicazione, del contesto e delle finalità del trattamento, nonché dei rischi aventi probabilità e gravità diverse per i diritti e le libertà delle persone fisiche” e, per le nuove attività, dello “stato dell’arte e dei costi di attuazione”.

Sul piano operativo non è infrequente che si utilizzino delle checklist da somministrare al potenziale responsabile e ove presente un DPO venga richiesto il parere di questi. Nel caso in cui siano presenti delle certificazioni, anche queste compongono delle evidenze da richiamare nell’iter decisionale che circoscrive – e limita – la responsabilità del titolare per la scelta compiuta.

L’errore che viene più comunemente commesso riguarda l’esclusiva attenzione all’aspetto della sicurezza che è un elemento necessario ma non sufficiente, trascurando invece la capacità di garantire la conformità normativa e, soprattutto, di tutelare i diritti degli interessati.

Tutto ciò comporta di conseguenza l’esigenza di estendere la ricerca di evidenze e la rendicontazione delle garanzie tanto negli ambiti di sicurezza che di compliance.

La valutazione di adeguatezza del responsabile, a differenza delle migliori storie in cui vige il “sempre e per sempre”, deve essere oggetto di riesame periodico. Non solo: deve anche essere monitorata e, qualora sia presente un DPO, rientrare nella sua attività di sorveglianza per rilevare l’esigenza di provvedere ad un aggiornamento della stessa, ad esempio, per effetto del cambio degli scenari di rischio, della normativa da dover applicare, delle tecnologie divenute disponibili o delle best practices diffuse.

Stefano Gazzella
Privacy Officer e Data Protection Officer, specializzato in advisoring legale per la compliance dei processi in ambito ICT Law. Formatore e trainer per la data protection e la gestione della sicurezza delle informazioni nelle organizzazioni, pone attenzione alle tematiche relative all’ingegneria sociale. Giornalista pubblicista, fa divulgazione su temi collegati a diritti di quarta generazione, nuove tecnologie e sicurezza delle informazioni.

Lista degli articoli
Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Attacco informatico all’Università Roma Tre: intervengono ACN e Polizia Postale

Un grave attacco informatico ha colpito l’infrastruttura digitale dell’Università nella notte tra l’8 e il 9 maggio, causando l’interruzione improvvisa dei servizi onl...

Sei Davvero Umano? Shock su Reddit: migliaia di utenti hanno discusso con dei bot senza saperlo

Per anni, Reddit è rimasto uno dei pochi angoli di Internet in cui era possibile discutere in tutta sicurezza di qualsiasi argomento, dai videogiochi alle criptovalute, dalla politica alle teorie...

GPU sotto sorveglianza! l’America vuole sapere dove finiscono le sue GPU e soprattutto se sono in Cina

Le autorità statunitensi continuano a cercare soluzioni per fermare la fuga di chip avanzati verso la Cina, nonostante le rigide restrizioni all’esportazione in vigore. Il senatore Tom Cot...

Qilin domina le classifiche del Ransomware! 72 vittime solo nel mese di aprile 2025!

Il gruppo Qilin, da noi intervistato qualche tempo fa, è in cima alla lista degli operatori di ransomware più attivi nell’aprile 2025, pubblicando i dettagli di 72 vittime sul suo sit...

Play Ransomware sfrutta 0-Day in Windows: attacco silenzioso prima della patch di aprile 2025

Gli autori della minaccia collegati all’operazione ransomware Play hanno sfruttato una vulnerabilità zero-day in Microsoft Windows prima della sua correzione, avvenuta l’8 aprile 20...