Redazione RHC : 12 Ottobre 2023 22:22
Gli specialisti di sicurezza informatica di NSFocus hanno scoperto due trojan precedentemente sconosciuti chiamati DangerAds e AtlasAgent, che il gruppo AtlasCross utilizza nei suoi attacchi.
Secondo lo studio gli hacker di AtlasCross dimostrano un elevato grado di intraprendenza e non rivelano le proprie origini.
NSFocus afferma: “Dopo un’analisi approfondita dell’attacco, siamo giunti alla conclusione che i metodi e gli strumenti di questo gruppo APT differiscono dagli schemi a noi conosciuti. Ciò include il flusso di esecuzione, le tecnologie e gli strumenti utilizzati, i dettagli di implementazione, gli obiettivi di attacco, le caratteristiche comportamentali e altri punti chiave”.
I gruppi APT attaccano le vittime per un lungo periodo di tempo, in modo organizzato, metodico e utilizzando tecniche avanzate. Il loro obiettivo è l’accesso a lungo termine e inosservato ai sistemi e non il beneficio immediato.
CALL FOR SPONSOR - Sponsorizza l'ottavo episodio della serie Betti-RHC
Sei un'azienda innovativa, che crede nella diffusione di concetti attraverso metodi "non convenzionali"?
Conosci il nostro corso sul cybersecurity awareness a fumetti?
Red Hot Cyber sta ricercando un nuovo sponsor per una nuova puntata del fumetto Betti-RHC mentre il team è impegnato a realizzare 3 nuovi episodi che ci sono stati commissionati.
Contattaci tramite WhatsApp al numero 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure alla casella di posta [email protected]
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Spesso si scopre che gli hacker APT sono supportati da agenzie governative o grandi organizzazioni commerciali, ma tali conclusioni richiedono ulteriori prove e ricerche.
Tutto inizia con un’e-mail di phishing, presumibilmente proveniente dalla Croce Rossa americana, con un’offerta per partecipare a uno dei suoi eventi di beneficenza. In allegato al messaggio c’è un documento Word con macro. La vittima deve attivare l’opzione “Abilita contenuto” per vedere il contenuto.
Dopo un clic, sul dispositivo Windows vengono avviate macro dannose. Scompattano un archivio ZIP da cui scaricano il file KB4495667.pkg, che è il programma DangerAds. Quindi nell’utilità di pianificazione viene creata l’attività “Aggiornamenti di Microsoft Office” che attiva DangerAds regolarmente per tre giorni.
DangerAds analizza l’ambiente e, quando vengono rilevate determinate stringhe, esegue il codice incorporato. Il passaggio finale è scaricare x64.dll, il trojan AtlasAgent.
AtlasAgent è scritto in C++ e svolge una serie di funzioni: raccolta di informazioni sul sistema, blocco dell’avvio di vari programmi, esecuzione di codice su un computer infetto e download di file dai server degli aggressori.
Quando viene lanciato per la prima volta, il trojan invia i dati di sistema ai suoi operatori. In risposta, può ricevere una serie di comandi dal server. In generale, AtlasAgent esegue attività come:
Il rapporto NSFocus è stato il primo a descrivere in dettaglio le attività di AtlasCross. Tuttavia, le motivazioni del gruppo rimangono ancora un mistero.
Un ex dirigente di Google lancia l’allarme: l’intelligenza artificiale è pronta a spodestare i lavoratori e trascinarci verso una distopia. Mo Gawdat, lancia l’allarme: l...
Una Panda del 2003, acquistata per appena 800 €, è diventata qualcosa di totalmente diverso, anche per noi di Red Hot Cyber! Grazie alla genialità di Matteo Errera e Roberto Za...
Mentre l’ondata di caldo e il desiderio di una pausa estiva spingono milioni di persone verso spiagge e città d’arte, i criminali informatici non vanno in vacanza. Anzi, approfittan...
Di recente, i criminali informatici si sono nuovamente concentrati su vecchie vulnerabilità presenti nelle popolari telecamere Wi-Fi e nei DVR D-Link. La Cybersecurity and Infrastructure Security...
Per decenni abbiamo celebrato il digitale come la promessa di un futuro più connesso, efficiente e democratico. Ma oggi, guardandoci intorno, sorge una domanda subdola e inquietante: e se fossimo...