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Autore: Sandro Sana

Il sistema CVE rischia il collasso: tra silenzi assordanti, dipendenze strategiche e un’Europa ancora senza voce

È uno di quei momenti che passano sottotraccia per l’opinione pubblica, ma che per chi opera nel mondo della cybersecurity suona come un’allerta silenziosa, quasi surreale: la possibilità concreta che il sistema CVE – Common Vulnerabilities and Exposures – possa smettere di funzionare. Non per un attacco informatico. Non per un evento naturale. Ma per un più banale, quanto drammatico, problema di mancato rinnovo dei fondi da parte del governo statunitense. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, ma a ben guardare, i segnali di instabilità erano presenti da tempo. La lettera recentemente inviata da MITRE Corporation, ente responsabile

Dall’inganno di Zoom al disastro ransomware: viaggio nel cuore dell’attacco BlackSuit

Era una giornata qualsiasi quando un utente ignaro, probabilmente alle prese con una call imminente, ha visitato un sito che sembrava legittimamente legato a Zoom, la nota piattaforma per videoconferenze. Grafica perfetta, dominio plausibile, contenuti apparentemente autentici. Ma dietro quell’interfaccia rassicurante si celava una trappola perfettamente architettata. L’utente scarica quello che crede essere l’installer ufficiale dell’applicazione. Lo esegue. E senza rendersene conto, spalanca le porte a un attacco multi-fase che culminerà, nove giorni dopo, nella devastazione completa del suo ambiente aziendale. È quanto accaduto recentemente in un attacco analizzato nel dettaglio da The DFIR Report, che ha portato all’infezione e alla crittografia

Cybersecurity e Board aziendale: smettiamola di parlare di patch. Parliamo di soldi

Ogni anno si ripete lo stesso rituale: il responsabile IT o il CISO si presenta al Board per chiedere un budget per la sicurezza informatica. E puntualmente si scontra con una porta semiaperta, se non direttamente chiusa. “Non ci sono fondi”, “Non è prioritario”, “Ne riparliamo l’anno prossimo”. Il motivo? Spesso non è una mancanza di interesse, ma un problema di comunicazione. Parlate di vulnerabilità, ma il Board pensa a ricavi C’è un errore sistemico in molte aziende: i team tecnici parlano di firewall, vulnerabilità, CVE, sistemi obsoleti, mentre il Board vuole sentire parlare di soldi, rischio, impatto e produttività.Il divario tra

ShadowPad e SparrowDoor 2.0: la nuova minaccia APT che spia governi e istituzioni

Nel luglio 2024, i ricercatori di ESET hanno rilevato una nuova ondata di attività attribuita al gruppo APT FamousSparrow, noto per aver condotto campagne di cyberespionaggio contro obiettivi governativi e istituzionali di alto profilo. Dopo un apparente periodo di inattività durato dal 2022 al 2024, il gruppo è tornato alla ribalta con nuove varianti del backdoor SparrowDoor, miglioramenti tecnici significativi e un arsenale che ora include anche ShadowPad, impiegato per la prima volta. Target strategici: USA e Messico nel mirino L’analisi ESET ha rivelato che FamousSparrow ha compromesso una organizzazione del settore finanziario statunitense e un istituto di ricerca messicano. La scelta

Nuovo report FBI: Medusa Ransomware colpisce 300 vittime in pochi mesi!

Il presente articolo si basa su un documento congiunto pubblicato da FBI, CISA e MS-ISAC nel marzo 2025, nell’ambito della campagna #StopRansomware. Il report fornisce dettagli sulle tattiche, tecniche e procedure (TTP) utilizzate dal ransomware Medusa, insieme agli indicatori di compromissione (IoC) e alle raccomandazioni per la mitigazione. La finalità di questa analisi è sensibilizzare le organizzazioni sulle minacce emergenti e fornire strumenti concreti per la protezione delle infrastrutture critiche. Medusa Ransomware Medusa Ransomware si conferma come una delle minacce più attive nel panorama cybercriminale globale. Identificato per la prima volta nel giugno 2021, Medusa ha adottato un modello di Ransomware-as-a-Service (RaaS),

Il mistero delle Telefonate Mute. Arriva il War Dialing: Strategie di Ricognizione per Spam e Frodi

Negli ultimi anni, sempre più persone ricevono telefonate da numeri sconosciuti in cui, al momento della risposta, nessuno parla. In alcuni casi si tratta di errori tecnici o chiamate perse da call center, ma in altri può essere il segnale di un’attività ben più subdola: la verifica della validità del numero per futuri tentativi di truffa o attacchi informatici. In questo articolo approfondiremo due tecniche in particolare: le chiamate di ricognizione per spam e frodi e il war dialing, una metodologia nata negli anni ‘80 e ancora oggi utilizzata in diverse varianti. Chiamate di Ricognizione per Spam e Frodi Queste chiamate, a

BRUTED: Il Tool di Black Basta che Apre le Porte ai Ransomware

Nel contesto della cybersecurity, l’evoluzione delle minacce legate ai ransomware continua a rappresentare una delle sfide più complesse per le aziende e gli esperti di sicurezza. Uno dei gruppi più attivi e pericolosi del panorama attuale è Black Basta, che dal 2022 ha affermato la sua presenza nel settore del crimine informatico attraverso attacchi mirati a infrastrutture aziendali critiche. La sua peculiarità non risiede solo nell’uso del modello Ransomware-as-a-Service (RaaS), ma anche nell’adozione di strumenti sofisticati per il compromissione iniziale dei sistemi bersaglio. Uno di questi strumenti è BRUTED, un framework automatizzato di brute forcing e credential stuffing, progettato per compromettere dispositivi

Cyber Inganno: Come l’AI Sta Trasformando GitHub in una Minaccia

Immagina di cercare un software utile su GitHub, magari un tool per ottimizzare il sistema o un cheat per un videogioco. Scarichi un file, lo esegui e… senza saperlo, hai appena installato un malware che ruba i tuoi dati più sensibili. Questa non è una storia ipotetica, ma una realtà concreta svelata recentemente da Trend Micro in un’indagine che mostra come i cybercriminali stiano sfruttando l’intelligenza artificiale per generare repository fasulli e diffondere malware come SmartLoader e Lumma Stealer. Con repository ben costruiti e documentazione apparentemente credibile, gli hacker ingannano gli utenti e li spingono a scaricare software dannoso, il tutto sfruttando

XCSSET: Il malware invisibile che minaccia gli sviluppatori macOS

Microsoft Threat Intelligence ha recentemente scoperto una nuova variante di XCSSET, un malware sofisticato progettato per infettare i progetti Xcode su macOS. Questa versione aggiornata introduce miglioramenti significativi nell’offuscamento del codice, nelle tecniche di persistenza e nelle strategie di infezione, aumentando la capacità del malware di eludere i controlli di sicurezza e compromettere i sistemi degli sviluppatori. La minaccia si presenta particolarmente pericolosa a causa della sua natura modulare e della capacità di esfiltrare informazioni sensibili, inclusi file personali, credenziali e persino dati relativi a portafogli digitali. Una minaccia persistente e in evoluzione XCSSET è stato inizialmente individuato nel 2020 come un

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Black Basta e Cactus: nuove tattiche con il malware BackConnect

Negli ultimi mesi, i gruppi ransomware Black Basta e Cactus hanno ampliato le loro tattiche d’attacco integrando il malware BackConnect nel loro arsenale. Questa evoluzione rappresenta una minaccia significativa per le organizzazioni a livello globale, combinando tecniche sofisticate per ottenere e mantenere l’accesso non autorizzato ai sistemi compromessi. L’evoluzione delle tattiche di attacco Secondo un’analisi pubblicata da Trend Micro, Black Basta e Cactus utilizzano nuove strategie per compromettere i sistemi aziendali. L’adozione del malware BackConnect consente agli attaccanti di stabilire connessioni persistenti sui sistemi infetti, facilitando operazioni di esfiltrazione dati e ulteriori attacchi. Tecniche di ingegneria sociale per l’accesso iniziale Gli aggressori

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