
Redazione RHC : 11 Aprile 2025 15:43
Microsoft ha registrato una distribuzione su larga scala di e-mail dannose che sfruttano argomenti relativi alla dichiarazione dei redditi per rubare dati e installare malware.
La particolarità di queste campagne è l’impiego di tecniche moderne per aggirare filtri e sistemi di sicurezza: gli aggressori introducono codici QR, accorciatori di link, servizi legittimi di archiviazione di file e profili aziendali per non destare sospetti nei sistemi antivirus e nei gateway di posta.
Le campagne sono rivolte a utenti aziendali e privati che vengono attirati verso pagine di accesso false tramite la piattaforma di phishing RaccoonO365. Viene utilizzato per raccogliere le credenziali di Microsoft 365 e distribuire payload dannosi come i trojan remoti Remcos, GuLoader, AHKBot, i downloader Latrodectus e il framework di test di penetrazione e post-sfruttamento BruteRatel C4.
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Uno degli attacchi, scoperto il 6 febbraio 2025, aveva come target gli utenti statunitensi ed era attivamente diffuso tramite file PDF con link che rimandavano a una falsa pagina DocuSign. Dopo aver cliccato sul collegamento, venivano controllati il sistema e l’indirizzo IP della vittima: se il dispositivo veniva considerato “promettente”, veniva scaricato JavaScript, che installava un file MSI dannoso con BRc4 e poi scaricava Latrodectus. In altri casi, l’utente riceveva un file innocuo, il che riduceva il rischio che il sistema venisse scoperto.
Un’altra campagna, registrata tra il 12 e il 28 febbraio, è stata ancora più grande: più di 2.300 organizzazioni nei settori IT, ingegneria e consulenza sono state vittime di una mailing con PDF contenenti codici QR. Questi codici portavano alle pagine di phishing di RaccoonO365 camuffate da interfaccia di accesso di Microsoft 365, costringendo così i dipendenti a inserire i propri nomi utente e password.
Gli scenari di phishing variano notevolmente. Nel caso di AHKBot, all’utente veniva offerto un documento Excel con macro: dopo averle attivate, iniziava una catena di download che si concludeva con l’installazione di uno script AutoHotKey. Catturava degli screenshot e li trasmetteva a un server remoto. La campagna GuLoader ha utilizzato archivi ZIP con etichette che assomigliavano a moduli fiscali. Una volta aperto, è stato avviato PowerShell, che ha avviato il download del codice dannoso e l’installazione di Remcos RAT.
Sempre più spesso gli aggressori utilizzano strumenti per aggirare filtri e gateway di sicurezza: ad esempio, file SVG per aggirare i sistemi anti-spam, finestre del browser false (BitB) che imitano le interfacce di accesso e l’uso dei servizi Adobe, Dropbox, Zoho e DocuSign per nascondere attività dannose.
I ricercatori hanno prestato particolare attenzione alle azioni del gruppo Storm-0249. Tra le sue campagne più recenti rientrano il reindirizzamento degli utenti a false pagine di download di Windows 11 Pro tramite annunci di Facebook, che hanno portato all’installazione di Latrodectus. Una versione aggiornata del malware, rilevata a febbraio, includeva nuovi comandi e un modo per persistere nel sistema tramite attività pianificate.
Redazione
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