
Redazione RHC : 12 Maggio 2023 07:35
“…Navigando su internet ho capito che i pericoli aumentano e succedono un sacco di problemi pure per i grandi. Ci sono infatti gli hacker su internet e sono bravissimi a diventare invisibili, e tu stai sempre a cercare i cattivi che fanno le truffe…”
Con questa parole innocenti, pronunciate come solo un bambino sa fare nella sua semplicità espressiva dettata dall’onestà e dalla sincerità rivolte alle donne e gli uomini della Polizia, si è aperta la festa dei 25 anni della Polizia Postale svoltasi a Roma.

Era presente il Capo della Polizia, Prefetto Dr. Lamberto Giannini, il Dr. Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio postale, il Direttore di ACN Prefetto Bruno Frattasi, la direttrice del DIS, Dott.ssa Elisabetta Belloni, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Dott. Giovanni Melillo.
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Ecco perché noi di RHC oggi, intendiamo festeggiare un compleanno speciale.
Il tutto inizia con un bellissimo video dove un bambino illustra e spiega che il nome “postale”, deriva dal fatto che quando nacque la polizia postale, la loro responsabilità era la posta cartacea e le pensioni, ma il tutto si è evoluto molto rapidamente portandoci ai giorni di oggi.
Subito dopo un ospite di eccezione avvia la conferenza, Alberto Angela, che ci riporta che “la polizia postale è sempre stata vicina ai bambini come una sorta di amico esperto, dando gli strumenti di difesa a chi è totalmente nuovo nel settore”. Ha inoltre aggiunto che occorre “entrare nella testa dei bambini” ed aiutarli “dalle trappole del web” e che “l’unico modo che abbiamo per combattere questo fantasma virtuale è creare dei valori e dire loro quello che è buono e quello che è cattivo per dar modo al ragazzo di fare le sue scelte”.

Inizia la tavola rotonda dove prende la parola il capo della polizia Prefetto Dr. Lamberto Giannini, che riporta che “La polizia di stato è accanto alle persone e sta cercando di essere al passo con i tempi … ma sempre con un obiettivo preciso: tutelare il cittadino e le persone partendo dai più fragili e più indifesi come i bambini fino ad arrivare ai player industriali che vengono aggrediti”.
Inoltre Giannini ha precisato che “bisogna esserci insieme, non solo come Polizia Postale e Polizia di stato, ma come Sistema di sicurezza del paese” e che il “web non è una realtà virtuale, ma oggi è la realtà”.
Si passa quindi alle carenze degli strumenti normativi internazionali che occorre migliorare per evitare che un attore ostile possa beneficiare di bassi rischi operazionali. Prende la parola la direttrice del DIS, Dott.ssa Elisabetta Belloni dicendo che “questo mondo è caratterizzato da una totale assenza normativa e il fatto stesso che non vi siano delle norme internazionali condivise fa si che il potenziale o reale attore ostile sia esso statuale o non statuale non può che trarre un vantaggio da questo contesto. Questo perché i rischi diminuiscono e i costi di questi strumenti sono infinitamente inferiori rispetto una qualsiasi arma convenzionale, inoltre l’attore ostile agisce attraverso catene di anonimizzatine e quindi è difficile tracciare l’attività e attribuire la responsabilità dell’attività ostile”. Riporta quindi che risulta “sempre più difficile operare in questo contesto”.

Il Direttore di ACN Prefetto Bruno Frattasi ci porta all’attenzione l’importanza del Security Awareness e che abbiamo a che fare “con una superfice vastissima” da dover gestire e proteggere e che “l’esposizione alla minaccia cibernetica riguarda tutti, dai bambini agli anziani e che ci sono delle campagne in atto per poter diffondere il rischio cibernetico a tutti”. Concordiamo pienamente con quanto riporta Frattasi ricordando che da sempre RHC ha parlato del concetto di Shared Responsability, che costituisce la base della moderna cybersecurity.
Frattasi inoltre porta all’attenzione la missione principale dell’ACN, ovvero la resilienza e quindi “proteggere meglio la superficie digitale attraverso investimenti fatti per garantire una maggiore sicurezza dei sistemi informativi“. Infatti la protezione è una tra le prime cose riportate nella strategia di sicurezza cibernetica nazionale che garantisce una Risposta. “La risposta non è quella che fa la Polizia postale andando a cercare l’attaccante e assicurarlo alla giustizia, ma significa organizzare la ripresa e la riabilitazione del sistema in modo che l’interruzione del servizio avvenga per poco tempo o non avvenga affatto”.
Viene successivamente chiesto al procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Dott. Giovanni Melillo se il quadro normativo e gli strumenti oggi risultano adeguato. La sua risposta è “La risposta è un No categorico per una complessiva inadeguatezza del sistema normativo … oggi il cybercrime non è una dimensione separata rispetto alle reti terroristiche” e che “un attacco cyber non è un reato e basta, un attacco cyber è un evento complesso che mette in discussione una pluralità di funzioni pubbliche che dovrebbero raccordarsi, ma non è previsto alcun raccordo”.

Noi di Red Hot Cyber facciamo i nostri più sinceri auguri agli amici della Polizia Postale, a questa specialità tutta italiana che, proiettata verso il futuro traghetterà la Polizia di Stato e le altre sue componenti che contrastano il crimine organizzato, verso una costante sinergia operativa.
Inoltre stringiamo virtualmente la mano a tutti quei ragazzi e ragazze della Polizia Postale che ogni giorno vivono i social ed il web al fine di proteggerli e tutelarli, perché non esiste più oramai un crimine organizzato che non utilizzi la tecnologia, ed ogni aspetto criminale deve essere monitorato con strumenti e personale qualificato come i ragazzi della Polizia Postale.

Se è vero che le intercettazioni telefoniche ed ambientali sono le chiavi principali per il contrasto al crimine, altrettanto vero è che i criminali conosco metodi, ma soprattutto hanno disponibilità di fondi illimitati, per evitare che le loro telefonate intercettate e le azioni criminali siano contrastate. Ed ecco che un buon poliziotto formato e costantemente in sintonia con il cyberspazio, può essere quel valore aggiunto alle investigazioni.
E questi esperti alla Polizia Postale non mancano. RHC in diverse occasioni di confronto con la Polizia Postale – e qui ringraziamo il Dr. Ivano Gabrielli, il Dott. Marco Cervellini e il Dott. Riccardo Croce della disponibilità che ci hanno offerto – noi di RHC abbiamo avuto modo di vedere direttamente quanto sia elevata la professionalità di questi uomini e di queste donne di questo comparto.

Abbiamo visto i loro volti e le emozioni nelle delicate e complesse indagini contro la pedopornografia, e credeteci quando vi diciamo che non sono le indagini migliori. Abbiamo visto come gli operatori della Polizia Postale, riescano ad essere segugi instancabili seguendo le tracce degli affari sporchi ed economici dei criminali informatici, che in questo nuovo millennio usano le criptovalute per i pagamenti delle transazioni del commercio della droga.
Le nuove sfide geopolitiche hanno annullato il vecchio smart-power lasciato dalla guerra fredda, ben descritto da Joseph Nye, e ci ritroviamo catapultati nell’era dello Sharp-power, che agisce sul web. La pressione e l’ingerenza che taluni paesi ostili attuano verso l’Italia utilizzando il cyberspazio, sono state ampiamente dimostrate in questi ultimi 5 anni.
La pandemia Covid-19 inoltre, ha fornito alle cyber gang quelle opportunità di spinta ed ingerenza che hanno colpito il nostro paese, ed ancora tutto ciò sta avvenendo, perché il conflitto Russia/Ucraina ha sostituito il Covid quale “vettore” di attacco verso la pubblica opinione, i media e la politica. Oltre ai già presenti rischi criminali che abbiamo descritto prima, Il contrasto al terrorismo globale, la difesa delle istituzioni e della solidità democratica, nonché la sicurezza cibernetica, la Polizia Postale ci protegge da 25 anni e lo farà per il futuro prossimo, e ci dona quella garanzia che non vediamo, ma credeteci esiste!
Ed allora tanti auguri Polizia Postale! Tanti auguri a tutte le vostre persone che costantemente ci assicurano un cyberspazio più pulito, anche per i nostri bambini.
Redazione
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