Stefano Gazzella : 14 Ottobre 2022 08:00
Autore: Stefano Gazzella
L’Autorità garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’istruttoria nei confronti di Fakeyou, un’app che si presenta come in grado di convertire un testo in un audio in una voce selezionabile fra più fonti all’interno delle quali rientrano personaggi di videogiochi, personaggi pubblici e, in particolare, voci clonate da un file audio caricato.
L’iniziativa fa seguito al dilagare dell’impiego dell’app su alcuni social network e principalmente TikTok, nonché ad alcune notizie diffuse da alcune testate giornalistiche.
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«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi».
Così si apre la prefazione del fumetto di Massimiliano Brolli, fondatore di Red Hot Cyber, un’opera che affronta con sensibilità e realismo uno dei temi più urgenti della nostra epoca.
Distribuito gratuitamente, questo fumetto nasce con l'obiettivo di sensibilizzare e informare. È uno strumento pensato per scuole, insegnanti, genitori e vittime, ma anche per chi, per qualsiasi ragione, si è ritrovato nel ruolo del bullo, affinché possa comprendere, riflettere e cambiare.
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Nel comunicato stampa del Garante trovano particolare enfasi i “potenziali rischi che potrebbero determinarsi da un uso improprio di un dato personale, quale è appunto la voce”, e da ciò consegue la richiesta di trasmissione alla società The Storyteller Company – Fakeyou di tutte le informazioni per chiarire l’iniziativa e in particolare:
Andando a leggere i termini d’uso dell’app, il progetto viene presentato come una “research technology for fun” non destinata a scopi di lucro.
Viene prevista la possibilità di richiede il takedown di contenuti protetti da diritto d’autore, nonché la possibilità di riportare eventuali abusi allo staff su Discord. Inoltre, viene annunciato lo sviluppo imminente di uno strumento per verificare gli audio generati e poterne tracciare la sorgente.
Non si trova però alcuna informativa privacy e dunque si potrà apprendere solo dagli esiti dell’istruttoria ogni informazioni relativa alle attività di trattamento svolte.
Ciò che maggiormente deve preoccupare, però, è quanto non è stato sufficientemente posto in evidenza. C’è un annuncio che campeggia nella home page del sito in cui viene offerta la disponibilità a pagare “anche $150 USD a voce!”. Insomma: si presenta la possibilità di svolgimento di un vero e proprio mercimonio di dati personali, ragion per cui forse ci si sarebbe potuti attendere un approccio maggiormente prudenziale da parte dell’Authority con un provvedimento di limitazione provvisoria dei trattamenti fino al riscontro circa la richiesta di informazioni.
Volendo guardare al di fuori del perimetro dell’istruttoria, lo scenario è tutt’altro che confortante dal momento che qualsivoglia esito della stessa non sembra poter incidere a riguardo.
Ad oggi è infatti noto che all’interno dei marketplace delle underground i servizi di deepfake sono diventati oggetto di vendita, con la conseguente previsione di un significativo aumento degli attacchi ibridi in cui tali tecnologie potranno ben trovare impiego. E questa non rappresenta affatto una novità, dal momento che ENISA nel report di inizio 2022 aveva segnalato tali minacce evidenziando un trend di crescita rilevato già in corso a partire dagli anni precedenti.
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