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Arriva DarkBit: violato l’Israel Institute of Technology, punito il regime di apartheid

Redazione RHC : 13 Febbraio 2023 08:35

Un nuovo gruppo di criminali informatici dal nome di Darkbit, ha colpito domenica l’Israel Institute of Technology.

L’inedita banda è nata recentemente anche se non si sa ancora da dove operi. Gli aggressori, tuttavia, lasciano alcuni suggerimenti sui loro obiettivi sia nella richiesta di riscatto, sia nei loro canali Twitter e Telegram.

Gli hacker hanno chiesto a Technion di pagare 80 bitcoin, o circa 1.750.000 dollari nella loro nota di riscatto. inoltre il gruppo di hacker ha minacciato di aumentare la somma richiesta del 30% qualora le loro richieste non saranno soddisfatte entro 48 ore, e dopo cinque giorni metterà in vendita sul web tutti i dati.

Sito Onion della cybergang DarkBit

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«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi». Così si apre la prefazione del fumetto di Massimiliano Brolli, fondatore di Red Hot Cyber, un’opera che affronta con sensibilità e realismo uno dei temi più urgenti della nostra epoca. Distribuito gratuitamente, questo fumetto nasce con l'obiettivo di sensibilizzare e informare. È uno strumento pensato per scuole, insegnanti, genitori e vittime, ma anche per chi, per qualsiasi ragione, si è ritrovato nel ruolo del bullo, affinché possa comprendere, riflettere e cambiare. Con la speranza che venga letto, condiviso e discusso, Red Hot Cyber è orgogliosa di offrire un contributo concreto per costruire una cultura digitale più consapevole, empatica e sicura.

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E’ stato chiesto a tutto il personale e agli studenti di disconnettere i loro personal computer dalla rete locale e ridurre al minimo il traffico di posta elettronica fino ad un nuovo avviso.

La e-mail seguita all’attacco da parte dei criminali informatici è disseminata di retorica anti-israeliana, che suggerisce che l’attacco sia stato motivato da ragioni ideologiche e non dall’avidità.

הודעת הכופר ששלחו התוקפים
Nota di riscatto inviata dopo l’attacco (Foto: YnetNews )
Abbiamo violato Technion, il nucleo tecnologico di un regime di apartheid.

Dovrebbero pagare per le loro bugie e crimini, i loro nomi e le loro vergogne.
 
Dovrebbero pagare per l'occupazione, i crimini di guerra contro l'umanità, l'uccisione delle persone (non solo i corpi dei palestinesi, ma anche le anime degli israeliani) e la distruzione del futuro e di tutti i sogni che avevamo. 

Dovrebbero pagare per licenziare esperti altamente qualificati.

Dì addio alla tua sicurezza se sostieni o hai qualsiasi tipo di collaborazione o partnership con Israele, o ne paghi il caro prezzo.

Gli esperti di sicurezza informatica raccomandano di non pagare il riscatto per due motivi: in primo luogo, non vi è alcuna garanzia che gli aggressori mantengano la parola data e restituiscano le informazioni rubate, e in secondo luogo, il pagamento del riscatto incoraggia gli hacker a continuare a prendere di mira altre società e organizzazioni.

Post di DarkBit sul suo canale Telegram

Alex Steinberg, product manager presso la società di sicurezza informatica ESET, ha spiegato che “la motivazione a rubare informazioni dall’istituto potrebbe derivare da una serie di ragioni. In primo luogo, paesi come Iran, Cina e Russia potrebbero trarre grandi vantaggi dalle informazioni. Inoltre, potrebbero voler rubare le informazioni per venderle a scopo di lucro.”

Redazione
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