Redazione RHC : 5 Gennaio 2022 10:40
Ne avevamo parlato qualche giorno fa dell’attacco informatico alla Asst (Azienda socio sanitaria territoriale) di Lecco, quando gli ospedali Manzoni e Mandic sono rimasti paralizzati nella giornata del 28 dicembre per quasi dodici ore, a seguito degli impatti ai server del datacenter del sistema regionale di Aria S.p.a., l’azienda che cura le infrastrutture IT della regione Lombardia.
Sei un Esperto di Formazione?
Entra anche tu nel Partner program! Accedi alla sezione riservata ai Creator sulla nostra Academy e scopri i vantaggi riservati ai membri del Partner program.
Contattaci tramite WhatsApp al 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure scriviti alla casella di posta [email protected]
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
La cosa interessante che scopriamo oggi è che i criminali informatici, questa volta sembra che non abbiano chiesto un riscatto per la cifratura dei dati (da quanto scrive Il Giorno di Lecco) tali dati sono stati messi direttamente in vendita nelle underground.
Quindi il ripristino avvenuto in 24 ore effettuato dalla Aria S.p.a. del quale avevamo riportato la notizia in precedenza che sembrava veramente un grande successo, tenendo in considerazione un attacco ransomware, sembrerebbe essere stato velocizzato dalla mancata cifratura dei dati, in quanto si è trattato con molta probabilità di un attacco informatico vecchio stile.
Aria S.p.A. (che è la società regionale per l’innovazione e la trasformazione digitale che segue le infrastrutture IT della sanità) ha effettuato immediatamente delle segnalazioni verso la Polizia postale e l’Autorità giudiziaria e le dovute comunicazioni alle Autorità competenti quali il Garante della privacy.
Sempre sul Giorno di Lecco si riporta quanto segue:
“La risposta immediata e pronta degli operatori informatici dell’Asst di Lecco e di Aria S.p.A. ha permesso in tempi rapidi il ripristino dei servizi colpiti dall’attacco informatico garantendo la maggior parte delle attività rivolte all’utenza già in mattinata. A distanza di una settimana, la ripresa dei servizi centrali è del tutto totale”.
Rimaniamo quindi in attesa di comprendere se l’attacco informatico abbia cifrato o meno i dati. Da questo si potrà comprendere quanto il ripristino del sistema sia stato complesso.
Fatto rimane che le cyber gang stanno comprendendo che molte organizzazioni, soprattutto quelle pubbliche, non sono disposte a pagare il riscatto, pertanto si limitano solo ad esfiltrare i dati e a rivenderli nelle underground.
Di fatto questa “mimica” è stata già adottata da altri gruppi ransomware, che ci è stata illustrata dalla cyber gang Everest durante l’intervista svolta a valle dell’attacco alla SIAE.
Probabilmente la prima estorsione potrebbe iniziare a venire meno, mentre la seconda è ancora oggi perfettamente funzionante.
A soli 13 anni, Dylan è diventato il più giovane ricercatore di sicurezza a collaborare con il Microsoft Security Response Center (MSRC), dimostrando come la curiosità e la perseveranza...
Secondo un nuovo rapporto del gruppo per i diritti umani Amnesty International, pubblicato dopo quasi due anni di ricerche sulla situazione, la Cambogia resta un punto caldo sulla mappa mondiale della...
Hunters International, il gruppo responsabile di uno dei più grandi attacchi ransomware degli ultimi anni, ha annunciato ufficialmente la cessazione delle sue attività. In una dichiarazione ...
I ricercatori di Okta hanno notato che aggressori sconosciuti stanno utilizzando lo strumento di intelligenza artificiale generativa v0 di Vercel per creare pagine false che imitano qu...
Google è al centro di un’imponente causa in California che si è conclusa con la decisione di pagare oltre 314 milioni di dollari agli utenti di smartphone Android nello stato. Una giu...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006