Redazione RHC : 21 Luglio 2025 10:43
A cura di Costel Onufrei, Specialized Systems Engineer OT, Fortinet Italy
Oggigiorno è sempre più evidente come le infrastrutture Operational Technology (OT), conseguentemente alla convergenza tra IT e OT e alla loro maggiore complessità, siano in misura crescente esposte a nuovi rischi. Questo porta ad un aumento esponenziale della superficie d’attacco che non guarda più a IT e OT come due mondi separati, ma come un unico singolo bersaglio, aprendo la strada a nuove minacce e vulnerabilità volte a colpire le infrastrutture critiche oltre che il cuore delle realtà industriali, la produzione.
Lo scenario descritto è ulteriormente evidenziato dai dati indicati dal rapporto Clusit 2025, dove il settore manifatturiero ha superato, in termini di attacchi a livello globale, il settore finanziario. Se consideriamo che le infrastrutture OT, per loro stessa natura, sono basate su tecnologie che non possiedono una “security-by-design”, tipicamente obsolete e con poche patch di sicurezza applicate durante il loro prolungato ciclo di vita, si evince come questo contesto sia estremamente critico per la corretta operatività delle organizzazioni che se ne avvalgono.
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«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi».
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Vista la complessità, da dove si può iniziare? Ponendosi domande concrete su come funziona l’infrastruttura e quali metriche adottare per proteggerla. Analizzando i rischi annessi, si possono individuare le aree che richiedono un intervento più rapido. Tipicamente si parte da alcune domande basilari:
In questo contesto diventa fondamentale che le aziende affrontino le sfide della sicurezza OT con un approccio basato su standard internazionali e best practice come NIST o ISA/IEC 62443, mettendo in atto:
Visibilità e controllo delle risorse OT: Grazie all’utilizzo di FortiGate Rugged NGFW e servizi dedicati come FortiGuard OT Security Service, ci avvaliamo di 3.300 regole legate a protocolli OT e 750 regole IPS specifiche per ambienti OT, che consentono di mappare in tempo reale l’infrastruttura OT. Il servizio distingue dispositivi legittimi da quelli non autorizzati, offrendo anche oltre 1.500 regole di virtual patching per la protezione dei sistemi legacy da attacchi già riconosciuti e classificati, intercettando e bloccando exploit noti (KEV – Known Exploited Vulnerabilities) prima che raggiungano i dispositivi vulnerabili, proteggendo efficacemente anche i sistemi OT non aggiornabili.
Segmentazione e contenimento: Per ridurre il rischio di intrusioni è richiesto un ambiente OT con controlli di accesso rigorosi tramite policy di rete in tutti i punti di accesso; questo approccio inizia con la creazione di zone e conduits di rete, attuabili con FortiGate Rugged NGFW per il traffico di rete verticale, e ulteriormente ampliabile con FortiSwitch Rugged, consentendo una segmentazione di rete avanzata a livello di porta. Questi switch “rugged”, integrati nativamente con FortiOS, permettono di isolare logicamente linee produttive, accessi remoti e reti IT/OT, contrastando movimenti laterali non autorizzati e semplificando la gestione della sicurezza.
Accesso da remoto sicuro: Permettere a operatori remoti di accedere alle reti OT può essere estremamente vantaggioso in termini di riduzione dei tempi di fermo e rapidità d’intervento, bisogna però implementare soluzioni di accesso da remoto che abbiano funzioni di sicurezza integrate: FortiPAM, FortiSRA (ora aggiornato con nuove funzionalità di gestione delle credenziali e dei segreti per ambienti OT), insieme a FortiClient e FortiToken, integrabili grazie alla Fortinet Security Fabric, ci aiutano a mettere le basi per un accesso remoto protetto, controllato e tracciabile anche in scenari distribuiti o estremamente sensibili.
Integrazione e orchestrazione: La Fortinet OT Security Platform si integra nella Fortinet Security Fabric per consentire facilmente la convergenza e la connettività delle IT/OT. Questo aiuta ad aumentare la visibilità e la risposta in tempo reale sull’intera superficie di attacco e consente ai team Security Operations Center (SOC) di diventare più efficienti ed efficaci nei tempi di risposta in fabbriche, impianti, sedi remote.
Una best practice che ha effetti positivi: il rapporto Fortinet
Il Global 2025 State of Operational Technology and Cybersecurity Report di Fortinet evidenzia una riduzione rilevante del numero di vendor di dispositivi OT, indicatore di maggiore maturità ed efficienza operativa. Oggi, il 78% delle organizzazioni utilizza solo da uno a quattro fornitori OT, a dimostrazione di un processo di consolidamento.
Il consolidamento dei vendor di cybersecurity è sintomo di maturità, coerente con quanto osservato tra i clienti Fortinet che adottano la piattaforma Fortinet OT Security. L’unificazione di rete e sicurezza nei siti OT remoti ha migliorato la visibilità e ridotto i rischi cyber, portando a una riduzione del 93% degli incidenti rispetto a una rete piatta. Le soluzioni semplificate di Fortinet, inoltre, hanno consentito un miglioramento delle performance pari a 7 volte, grazie alla riduzione dei tempi di triage e configurazione.
È fondamentale proseguire in questa direzione: la protezione degli ambienti industriali non è più una questione tecnica, ma un tema di business continuity, reputazione e competitività.
Per saperne di più sullo stato della sicurezza OT nel 2025, leggi il rapporto completo di Fortinet.
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