Daniela Farina : 13 Maggio 2025 12:31
Nell’era dell’informazione, la cybersecurity si erge a baluardo contro minacce digitali in continua evoluzione. Tuttavia, le difese più sofisticate possono vacillare di fronte a un nemico invisibile e insidioso: i bias cognitivi che plasmano il nostro processo decisionale. Tra questi, il bias di ancoraggio emerge come un fattore critico, influenzando silenziosamente le valutazioni di rischio, le risposte agli incidenti e persino l’adozione di misure protettive. Comprendere la profonda connessione tra cybersecurity e questo meccanismo psicologico è fondamentale per rafforzare le nostre difese e navigare con maggiore consapevolezza il complesso panorama digitale.
Il bias di ancoraggio ci porta a fare eccessivo affidamento sulla prima informazione disponibile quando prendiamo decisioni in condizioni di incertezza. Questa “àncora” iniziale, anche se irrilevante o incompleta, influenza in modo sproporzionato i nostri giudizi successivi.
Nel contesto della cybersecurity, questo si traduce in una serie di vulnerabilità cognitive che i cybercriminali possono astutamente sfruttare:
CALL FOR SPONSOR - Sponsorizza l'ottavo episodio della serie Betti-RHC
Sei un'azienda innovativa, che crede nella diffusione di concetti attraverso metodi "non convenzionali"?
Conosci il nostro corso sul cybersecurity awareness a fumetti?
Red Hot Cyber sta ricercando un nuovo sponsor per una nuova puntata del fumetto Betti-RHC mentre il team è impegnato a realizzare 3 nuovi episodi che ci sono stati commissionati.
Contattaci tramite WhatsApp al numero 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure alla casella di posta [email protected]
I cybercriminali, spesso senza una formale formazione in psicologia, dimostrano una sorprendente intuizione nel manipolare il bias di ancoraggio a proprio vantaggio. Le loro tattiche sono finemente calibrate per sfruttare la nostra tendenza ad affidarci alla prima informazione ricevuta. Un’email di phishing che imita alla perfezione la grafica e il tono della nostra banca crea un’ancora di familiarità e fiducia, rendendoci meno inclini a scrutinare attentamente il contenuto. Un messaggio allarmante che annuncia un’urgente violazione della sicurezza del nostro account innesca un’ancora emotiva di paura e ansia, spingendoci ad agire impulsivamente senza riflettere. Offerte online incredibilmente vantaggiose ancorano la nostra attenzione sul guadagno potenziale, distraendoci dai segnali d’allarme di una possibile truffa.
In sostanza, i criminali informatici gettano queste “ancore” psicologiche nel flusso delle nostre interazioni digitali, sapendo che la nostra mente, una volta agganciata, sarà più facilmente guidata verso azioni che compromettono la nostra sicurezza.
In un’era in cui le minacce informatiche si evolvono con rapidità sorprendente, affidarsi unicamente a soluzioni tecnologiche per la difesa è come costruire una fortezza con fondamenta instabili. Il bias di ancoraggio ci svela una verità fondamentale: le vulnerabilità più pericolose non risiedono sempre nelle righe di codice, ma nelle scorciatoie mentali che adottiamo per navigare la complessità del mondo digitale.
Riconoscere il potere silenzioso di questa “prima impressione” – quel primo contatto visivo con un’email, quel titolo accattivante di un link, quell’allarme inaspettato sullo schermo – è un atto di consapevolezza cruciale, un invito a esercitare una vigilanza che trascende la mera tecnologia, abbracciando la profondità della psicologia umana.
Comprendere il bias di ancoraggio è come riconoscere la corrente insidiosa che ci spinge verso scogli digitali apparentemente sicuri; solo diventando marinai consapevoli delle sue forze invisibili potremo governare la nostra navigazione online con prudenza, evitando che la prima impressione diventi la nostra ultima, disastrosa, destinazione.
Ignorare la psicologia nella cybersecurity è come costruire un’imponente fortezza digitale dimenticando di presidiare le porte con sentinelle umane: per quanto solide siano le mura virtuali, una mente non consapevole dei bias resta una breccia aperta, un invito silenzioso per i predatori del cyberspazio.
Il 31 agosto 2025 il volo AAB53G, operato con un Dassault Falcon 900LX immatricolato OO-GPE e con a bordo la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, è decollato da Varsavia ed è a...
La recente conferma da parte di Zscaler riguardo a una violazione dati derivante da un attacco alla supply chain fornisce un caso studio sull’evoluzione delle minacce contro ecosistemi SaaS compless...
Proofpoint pubblica il report “Voice of the CISO 2025”: cresce il rischio legato all’AI e rimane il problema umano, mentre i CISO sono a rischio burnout. L’84% dei CISO italiani prevede un att...
La società QNAP Systems ha provveduto al rilascio di aggiornamenti di sicurezza al fine di eliminare varie vulnerabilità presenti nel firmware QVR dei sistemi VioStor Network Video Recorder (NVR). I...
Un episodio inquietante di guerra elettronica (Electronic War, EW) ha coinvolto direttamente la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Durante l’avvicinamento all’aeroporto di...