
Ne avevamo parlato a suo tempo dell’assunzione in ruoli IT di personale Nord Coreano nelle Agenzie federali statunitensi. Ma sembra che l’imputata abbia patteggiato la pena prevista di 97 anni di reclusione.
La donna di 48 anni dell’Arizona si era dichiarata colpevole di accuse relative a un piano criminale che ha visto impiegati da remoto dipendenti IT nordcoreani presso centinaia di aziende statunitensi.
Si dice che lChristian Marie Chapman, di Litchfield Park, Arizona, abbia contribuito a generare oltre 17 milioni di dollari per la Corea del Nord dopo che oltre 300 aziende statunitensi hanno inconsapevolmente assunto personale credendolo cittadino statunitense.
Christmas Sale -40% 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀
Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Chapman è stata arrestata a maggio del 2024 e accusata, insieme ad un Ucraino, di aver aiutato tre cittadini stranieri non identificati in un sofisticato schema di frode che ha visto lavoratori IT qualificati provenienti dalla Corea del Nord e da altri paesi assicurarsi posizioni IT remote all’interno di aziende statunitensi.
Secondo il Dipartimento di Stato americano, i tre uomini che hanno aiutato Didenko e Chapman sono “collegati al Dipartimento dell’industria delle munizioni della RPDC, che supervisiona lo sviluppo dei missili balistici, la produzione di armi e i programmi di ricerca e sviluppo della RPDC”.
I lavoratori avevano accesso alle reti aziendali, rappresentando una seria minaccia per la sicurezza nazionale, mentre raccoglievano fondi per la Corea del Nord.
Per agevolare il progetto, Chapman gestiva una “farm” di computer portatili a casa sua, che consentiva ai dipendenti IT all’estero di accedere da remoto alle reti aziendali, pur sembrando che fossero basati negli Stati Uniti.
Tra le vittime di questo schema figurano aziende Fortune 500, tra cui banche statunitensi, fornitori di servizi finanziari, una casa automobilistica, un’azienda tecnologica, un negozio di vendita al dettaglio di lusso, un’azienda aerospaziale e una grande rete televisiva.
Inoltre, sono state compromesse le identità di oltre 70 cittadini statunitensi, i cui nomi sono stati utilizzati per dichiarare falsamente i propri redditi all’IRS. Chapman, che doveva rispondere di molteplici accuse, tra cui cospirazione per frodare i danni degli Stati Uniti, frode telematica, furto di identità e riciclaggio di denaro, rischiava una condanna potenziale massima di 97,5 anni di carcere.
Tuttavia, secondo i termini del suo accordo di patteggiamento, sembra probabile che il tribunale imporrà una pena detentiva federale da 94 a 111 mesi (circa 7-9 anni). Per ridurre le possibilità che le aziende assumano inavvertitamente persone provenienti dalla Corea del Nord, in particolare in ruoli IT remoti, è fondamentale che vengano implementate solide procedure di verifica dell’identità durante il processo di assunzione.
Inoltre, è necessario effettuare controlli approfonditi sui precedenti di tutti i candidati, esaminando attentamente la loro storia lavorativa e verificando eventuali discrepanze nei loro CV o profili online. Inoltre, le aziende e le agenzie di reclutamento dovrebbero fare attenzione a comportamenti sospetti, ad esempio se qualcuno accede ai sistemi aziendali da più indirizzi IP o lavora in orari strani.
Nel 2023, l’FBI e la Corea del Sud hanno fornito consigli sensati sui cosiddetti “segnali d’allarme” che potrebbero indicare che il tuo potenziale nuovo dipendente potrebbe in realtà lavorare per la Corea del Nord.
Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.


Un nuovo e formidabile nemico è emerso nel panorama delle minacce informatiche: Kimwolf, una temibile botnet DDoS, sta avendo un impatto devastante sui dispositivi a livello mondiale. Le conseguenze ...

Ecco! Il 20 dicembre 1990, qualcosa di epocale successe al CERN di Ginevra. Tim Berners-Lee, un genio dell’informatica britannico, diede vita al primo sito web della storia. Si tratta di info.cern.c...

Una giuria federale del Distretto del Nebraska ha incriminato complessivamente 54 persone accusate di aver preso parte a una vasta operazione criminale basata sull’uso di malware per sottrarre milio...

Solo un anno fa, i medici non potevano dire con certezza se KJ Muldoon sarebbe sopravvissuto al suo primo anno di vita. Oggi sta muovendo i primi passi a casa, con la sua famiglia al suo fianco. Quest...

Una nuova vulnerabilità nei componenti FreeBSD responsabili della configurazione IPv6 consente l’esecuzione remota di codice arbitrario su un dispositivo situato sulla stessa rete locale dell’agg...