
Abbiamo già osservato come il tempo tra la divulgazione pubblica di un exploit e il suo sfruttamento reale si stia accorciando sempre di più. Questa tendenza è direttamente legata alla lentezza con cui molte aziende applicano le patch di sicurezza, un aspetto su cui è urgente riflettere.
Anche in questo caso, i criminali informatici hanno iniziato a sfruttare il bug sul popolare plugin OttoKit (in precedenza Trigger sicuri ) per WordPress appena poche ore dopo la sua divulgazione pubblica. La vulnerabilità consente di aggirare l’autorizzazione e di ottenere il controllo completo del sito.
OttoKit offre agli utenti la possibilità di automatizzare azioni su un sito WordPress senza scrivere codice: collegare altri plugin e servizi di terze parti come WooCommerce, Mailchimp e Google Sheets, inviare e-mail, aggiungere utenti o aggiornare i sistemi CRM. Secondo le statistiche, il plugin è utilizzato su più di 100 mila siti.
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Alla vulnerabilità è stato assegnato un identificatore CVE-2025-3102 e riguarda tutte le versioni di OttoKit e SureTriggers fino alla 1.0.78 inclusa. È stata scoperta dagli specialisti di Wordfence i quali hanno ricevuto un messaggio da un ricercatore con lo pseudonimo di mikemyers. Per la scoperta sono state ricevute ricompense per 1.024 dollari. Il fornitore ha risposto prontamente: il 3 aprile è stata rilasciata una versione aggiornata, la 1.0.79, che ha risolto il problema.
L’errore principale era nella funzione authenticate_user(), che è responsabile della verifica dei diritti di accesso tramite la REST API. In assenza di una chiave API, il plugin memorizza un valore secret_key vuoto e non è stato effettuato alcun controllo per i valori vuoti nel codice vulnerabile. Ciò consentiva agli aggressori di inviare semplicemente un’intestazione st_authorization con un valore vuoto e di ottenere l’autorizzazione.
In questo modo, un aggressore potrebbe ottenere l’accesso agli endpoint API protetti, creare un account amministratore e assumere il controllo del sito. Inoltre, tali azioni possono essere facilmente automatizzate. Secondo i dati di Patchstack gli aggressori hanno iniziato a sfruttare attivamente il bug appena quattro ore dopo la sua pubblicazione nel database dell’azienda.
I ricercatori hanno notato che gli attacchi sono accompagnati dalla creazione di nuovi account amministratore con login, password e indirizzi e-mail casuali. Ciò indica la natura automatizzata degli attacchi, che molto probabilmente utilizzano script o bot.
Al momento, si consiglia vivamente agli utenti del plugin di aggiornarlo alla versione 1.0.79 il prima possibile. Dovresti anche controllare manualmente i registri per individuare attività sospette: comparsa di nuovi account, installazione di temi e plugin sconosciuti, modifica delle impostazioni di sicurezza o eventi di accesso al database.
Questa situazione dimostra chiaramente quanto sia importante applicare immediatamente gli aggiornamenti non appena le vulnerabilità vengono divulgate pubblicamente. Anche un ritardo di poche ore può rivelarsi critico.
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