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Tag: libertà di espressione

Scopri il Dark Web: accesso, segreti e link utili della rete onion

Hai sempre pensato che il Dark Web sia frequentato dai criminali informatici? Hai sempre pensato che il Dark Web sia una rete pericolosa e piena di insidie? Oggi vogliamo sfatare questo mito e creare consapevolezza – e quindi conoscenza – attorno a questo prodigio della tecnica che da sempre protegge l’anonimato e la privacy di moltissimi utenti. Il Dark Web è una parte della rete che non può essere raggiunta con i normali browser (Chrome, Firefox, Edge). Per accedervi è necessario utilizzare strumenti specifici come il Tor Browser, che garantisce anonimato e consente di visitare i cosiddetti servizi onion. Molti associano il

Un’estensione barzelletta e cade Chat Control! Houston, abbiamo un problema… di privacy

Nel 2025 l’Unione Europea vuole avere il controllo totale sulle chat private. Il Regolamento “Chat Control” (proposta COM(2022)209) promette di combattere la pornografia minorile con la scansione dei messaggi privati su WhatsApp, Telegram, Gmail e simili. Nobile proposito nella teoria. Ma nella pratica vuol dire che qualsiasi messaggio che scrivi online potrebbe essere letto e analizzato da sistemi automatici, con conseguenze reali e immediate per la privacy di tutti. E poiché nessun sistema è inviolabile, possiamo farci due conti sul rischio che corriamo. Per l’utente comune le conseguenze sono semplici ma concrete: E tutto questo mentre chi vuole davvero nascondersi non è

Questo ennesimo articolo “contro” ChatControl sarà assolutamente inutile?

Avevamo già parlato della proposta di regolamento “ChatControl” quasi due anni fa, ma vista la roadmap che è in atto ci troviamo nell’imbarazzo di doverne parlare nuovamente. Sembra però un déjà vu ma al posto del gatto nero nel corridoio assistiamo all’UE che alternando abbondanti dosi di chine fatali e argomenti fantoccio prosegue nell’allineare il proprio desiderio di tecnocontrollo all’esempio statunitense denunciato ai tempi da Snowden. Probabilmente, per quell’ambizione propria del Vecchio Continente che ancora si crede ancora essere il centro del mondo. Ma veramente possiamo pensare che servirà a qualcosa pubblicare un ennesimo articolo in cui si discetta sull’eccesso di una

In Nepal si muore per i Social Network! In 19 hanno perso la vita per riavere Facebook

Con una drammatica inversione di tendenza, il Nepal ha revocato il blackout nazionale sui social media imposto la scorsa settimana dopo che aveva scatenato massicce proteste giovanili e causato almeno 19 morti, secondo i media locali. La decisione è stata annunciata l’8 settembre dal Ministro delle Comunicazioni e dell’Informazione Prithvi Subba Gurung, che ha affermato che il governo stava rispondendo all’indignazione pubblica e alla tensione nelle strade. Il governo ha inoltre promesso di pagare le cure delle vittime e ha istituito un comitato per indagare sulle cause della tragedia e presentare proposte entro due settimane. Il blocco ha interessato 26 piattaforme, tra

Wikipedia nel mirino del Congresso USA: quando la libertà di espressione diventa “sorvegliata speciale”

Il 27 agosto 2025 la Wikimedia Foundation, che gestisce Wikipedia, ha ricevuto una lettera ufficiale dalla Committee on Oversight and Government Reform della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.La missiva, firmata da James Comer e Nancy Mace, mette la piattaforma sotto inchiesta e chiede la consegna di documenti, comunicazioni e, fatto ancora più delicato, i dati identificativi degli editor volontari che hanno scritto articoli ritenuti “anti-Israele”. Una richiesta che fa tremare i pilastri non solo di Wikipedia, ma dell’intero ecosistema digitale: privacy degli utenti e libertà di espressione. Il paradosso americano Gli Stati Uniti amano definirsi “la patria della libertà di parola”,

Legge shock in Russia: ricercare contenuti proibiti sul web diventa reato amministrativo

In Russia, il 1° settembre è entrata in vigore una legge contenente modifiche alle multe da 3.000 a 5.000 rubli per la ricerca deliberata di materiale estremista su Internet, incluso l’utilizzo di una VPN. Il documento è stato pubblicato sul portale per la pubblicazione degli atti giuridici. Per i cittadini è prevista una multa di tale importo. Per la pubblicità di servizi VPN la multa sarà di 50-80 mila rubli, per i funzionari di 80-150 mila rubli e per le persone giuridiche di 200-500 mila rubli. I materiali estremisti includono quelli inseriti dal Ministero della Giustizia nell’elenco federale pubblicato dei materiali estremisti

Il caso “Mia Moglie” e le sfide della responsabilità digitale tra privacy, revenge porn e ruolo delle piattaforme

La recente vicenda del gruppo Facebook “Mia Moglie”, attivo dal 2019 e popolato da oltre 32.000 iscritti, mette in luce una dinamica che intreccia violazione della privacy, pornografia non consensuale, misoginia sistemica e gravi interrogativi sul ruolo delle piattaforme digitali. In questo spazio gli utenti hanno condiviso fotografie di donne senza il loro consenso, spesso immagini rubate dalla vita quotidiana o scatti privati destinati esclusivamente a un partner, talvolta accompagnandole con commenti violenti ed esplicitamente sessisti. Questi comportamenti non possono essere liquidati come goliardia online. Siamo di fronte a condotte che ledono la dignità delle persone coinvolte e che hanno una precisa

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