
Dall’inganno di Zoom al disastro ransomware: viaggio nel cuore dell’attacco BlackSuit
Era una giornata qualsiasi quando un utente ignaro, probabilmente alle prese con una call imminente, ha visitato un sito che sembrava legittimamente legato a Zoom, la nota piattaforma per videoconferenze. Grafica perfetta, dominio plausibile, contenuti apparentemente autentici. Ma dietro quell’interfaccia rassicurante si celava una trappola perfettamente architettata. L’utente scarica quello che crede essere l’installer ufficiale dell’applicazione. Lo esegue. E senza rendersene conto, spalanca le porte a un attacco multi-fase che culminerà, nove giorni dopo, nella devastazione completa del suo ambiente aziendale. È quanto accaduto recentemente in un attacco analizzato nel dettaglio da The DFIR Report, che ha portato all’infezione e alla crittografia

