
Lo scorso febbraio, i criminali informatici sono riusciti a sferrare un ransomware nei sistemi informatici di Chalon-sur-Saône (un comune francese di 47.231 abitanti situato nel dipartimento della Saona e Loira nella regione della Borgogna-Franca Contea) e nell’agglomerato di Grand Chalon, che conta 51 comuni e più di 117.000 abitanti.
In occasione di un consiglio comunale tenutosi il 20 luglio, Gilles Plaret, sindaco della città, è tornato sull’impatto di questa intrusione che è costata ai contribuenti 550.000 euro. Si noti che è molto raro che una vittima di un attacco informatico comunichi i costi di un tale incidente.
Per poter recuperare i dati, rimettere in sicurezza i sistemi e poter riprendere le proprie attività, la comunità si è rivolta, sotto la supervisione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei sistemi informativi (Anssi), ad “Orange Cyberdefense”.
Concretamente, questo investimento ha portato alla definizione di nuove procedure interne e a ad un aumento del personale responsabile dell’infrastruttura di rete e di sistema, oltre che alla gestione dei progetti tecnici e alla sicurezza del sistema informativo.
Già composta da 19 agenti, la squadra sarà rinforzata da quattro nuove assunzioni in corso “per garantire una maggiore sicurezza” ha riportato l’assessore comunale.
D’altra parte, ha assicurato che
“per il momento non c’è nessun indizio di sottrazione dei dati o di vendita degli stessi”
Come Chalon-sur-Saône, molti altri territori delle comunità francese sono stati presi di mira da analoghi attacchi informatici, come Vincennes, Alfortville , Angers, La Rochelle o Grand Annecy.
Per combattere l’esplosione di questi incidenti, il governo ha impegnato un budget di un miliardo di euro dedicato allo sviluppo di soluzioni sovrane e innovative a protezione delle infrastrutture francesi.,
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