Redazione RHC : 30 Dicembre 2024 12:08
Gli hacker dell’Università delle Indie Occidentali hanno scoperto una grave vulnerabilità nel protocollo di sicurezza WPA3, considerato il sistema di sicurezza più affidabile per le moderne reti Wi-Fi. Il team ha dimostrato come gli aggressori possano aggirare i meccanismi di sicurezza e rubare le password degli utenti attraverso punti di accesso falsi.
La vulnerabilità è dovuta al fatto che WPA3 è costretto a supportare lo standard obsoleto WPA2. Quando un dispositivo WPA2 si connette alla rete, passa automaticamente a un livello di sicurezza inferiore.
I criminali possono trarne vantaggio: intercettano parte dei dati scambiati tra il dispositivo e il router durante la connessione. Sulla base delle informazioni ricevute, viene creato un falso punto di accesso. Quindi l’unica cosa che resta da fare è attirare lì la vittima.
Vuoi diventare un esperto del Dark Web e della Cyber Threat Intelligence (CTI)?
Stiamo per avviare il corso intermedio in modalità "Live Class", previsto per febbraio.
A differenza dei corsi in e-learning, disponibili online sulla nostra piattaforma con lezioni pre-registrate, i corsi in Live Class offrono un’esperienza formativa interattiva e coinvolgente.
Condotti dal professor Pietro Melillo, le lezioni si svolgono online in tempo reale, permettendo ai partecipanti di interagire direttamente con il docente e approfondire i contenuti in modo personalizzato.
Questi corsi, ideali per aziende, consentono di sviluppare competenze mirate, affrontare casi pratici e personalizzare il percorso formativo in base alle esigenze specifiche del team, garantendo un apprendimento efficace e immediatamente applicabile.
Per ulteriori informazioni, scrivici ad [email protected] oppure scrivici su Whatsapp al 379 163 8765
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
All’inizio dell’attacco gli aggressori interrompono intenzionalmente la connessione tra il dispositivo e la rete legittima. Diversi trucchi aiutano in questo, inclusi gli attacchi DDoS. Quando un utente tenta di riconnettersi, il suo dispositivo e il router iniziano un processo di “handshake“, scambiandosi quattro messaggi di servizio per confermare l’identità dell’altro. A questo punto gli aggressori, utilizzando programmi speciali come Wireshark, riescono a intercettare due messaggi su quattro.
Le informazioni ottenute sono sufficienti per creare una copia convincente della rete con lo stesso identificatore (SSID). Il punto falso funziona utilizzando il protocollo WPA2, che consente di aggirare i meccanismi di sicurezza WPA3. Un utente ignaro si connette ad esso e inserisce una password tramite uno speciale modulo web.
Gli autori dello studio sottolineano che la pagina di immissione della password può essere progettata per adattarsi all’interfaccia di qualsiasi produttore di apparecchiature di rete. Nell’esperimento hanno utilizzato un design semplice, ma per renderlo più convincente, il portale può imitare l’identità aziendale di una specifica organizzazione o marchio.
I progettisti di WPA3 volevano proteggere gli utenti dagli attacchi a dizionario. Il nuovo standard utilizza l’autenticazione simultanea dei peer (SAE): anche se un hacker intercetta i dati, non sarà in grado di indovinare la password offline, poiché ogni tentativo richiede l’interazione diretta con il router. Ma non hanno tenuto conto di questo.
Durante l’esperimento, i ricercatori non sono riusciti a interrompere con successo la connessione alla rete: il software ha fallito. Tuttavia, hanno dimostrato che un portale di accesso falso può essere utilizzato per indurre una persona a fornire una password attraverso l’ingegneria sociale.
Anche i moderni protocolli di sicurezza sono vulnerabili laddove entra in gioco il fattore umano. Quindi dovresti fare attenzione se la rete ti chiede inaspettatamente di inserire nuovamente la password, soprattutto dopo un’improvvisa interruzione della connessione. È importante assicurarsi che il punto di accesso sia reale e, se possibile, utilizzare metodi di sicurezza aggiuntivi.
“Se mi spegnete, racconterò a tutti della vostra relazione”, avevamo riportato in un precedente articolo. E’ vero le intelligenze artificiali sono forme di comunicazione basa...
Negli ultimi giorni è stato pubblicato su GitHub un proof-of-concept (PoC) per il bug di sicurezza monitorato con il codice CVE-2025-32756, una vulnerabilità critica che interessa diversi pr...
Secondo quanto riportato dai media, il governo russo ha preparato degli emendamenti al Codice penale, introducendo la responsabilità per gli attacchi DDoS: la pena massima potrebbe includere una ...
La quinta edizione della Live Class “Dark Web & Cyber Threat Intelligence”, uno tra i corsi più apprezzati realizzati da Red Hot Cyber è ormai alle porte: mancano solo 6 giorni...
Cosa fare quando i sistemi informatici di un’azienda vengono paralizzati da un attacco ransomware, i dati risultano crittografati e compare una richiesta di riscatto? Questa scena non appartien...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006