Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca
Responsabilità, etica e zeroday

Responsabilità, etica e zeroday

Massimiliano Brolli : 16 Aprile 2020 20:27

Articolo di: Massimiliano Brolli
Data pubblicazione: 16/04/2020

Quando scoprite una vulnerabilità non documentata – un cosiddetto zeroday – oppure siete un’azienda che produce software e vi viene segnalato un bug, cosa fate?

Siete responsabili? Siete etici?




Scarica Gratuitamente Byte The Silence, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

"Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. 
Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi". Così si apre la prefazione del fumetto di Massimiliano Brolli, fondatore di Red Hot Cyber, un’opera che affronta con sensibilità e realismo uno dei temi più urgenti della nostra epoca.
 Distribuito gratuitamente, questo fumetto nasce con l'obiettivo di sensibilizzare e informare. È uno strumento pensato per scuole, insegnanti, genitori e vittime, ma anche per chi, per qualsiasi ragione, si è ritrovato nel ruolo del bullo, affinché possa comprendere, riflettere e cambiare. 
Con la speranza che venga letto, condiviso e discusso, Red Hot Cyber è orgogliosa di offrire un contributo concreto per costruire una cultura digitale più consapevole, empatica e sicura. Contattaci tramite WhatsApp al numero 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure alla casella di posta [email protected]


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Il mercato dei bug sta diventando sempre più complesso, connesso a fortissimi interessi economici e caratterizzato da diverse scale di grigio. Seppur esistono delle prassi internazionali (anche in ambito ENISA) che regolano la Coordinated Vulnerability Disclosure, chiamata anche CVD, non sempre la collaborazione tra fornitore e ricercatore di sicurezza porta a un corretto riconoscimento dei bug e, quindi, a un miglioramento generale.

In una situazione di non sempre corretta adozione della CVD, il buonsenso e l’etica diventano allora la strada da seguire, cercando di essere responsabili nelle cose che si fanno, adottando sempre trasparenza e collaborazione.

In questo senso, i termini Responsabilità ed Etica si riferiscono non solo ai ricercatori di bug, ma anche ai fornitori di prodotti hardware e software in quanto una “stretta collaborazione” consente e rinforza la volontà di entrambi di ridurre il rischio per tutte le parti interessate, oltre che per tutti gli utilizzatori di quel prodotto specifico.

Premesso che ancora oggi si discute se sia corretto divulgare le vulnerabilità pubblicamente, oppure tenerle segrete fino alla realizzazione della fix, c’è da dire che spesso si è davanti a mancate risposte dei vendor di prodotto ai ricercatori di bug, cosa che in regime di buon senso è paradossale oltre che controproducente per tutti.

Ecco quindi che il vendor (anche se non ha un programma di Responsible Disclosure o di bug bounty), dovrebbe essere riconoscente al singolo ricercatore che lo informa di una vulnerabilità che lui stesso non ha rilevato sul suo prodotto, cosa che alle volte non accade e che in alcuni casi finisce sui giornali o in cause legali, cosa che abbiamo visto accadere anche a big player quali Google, Apple e Microsoft.

Ma comprendo che il contesto è complicato.

Avere sul National Vulnerability Database (CVN) dei CVE del proprio prodotto può dare fastidio a tutti i produttori, in quanto sta a significare che le cose non siano state fatte “a regola d’arte”.

Ma è anche vero che se quelle vulnerabilità non fossero pubbliche – e se, magari, la weaponization abbia avuto luogo in maniera efficace per poi armare Virus, Rat e Malware di altra natura – la cosa potrebbe finire molto, ma molto peggio.

Occorre quindi sviluppare software sicuro, attivando tutti i corretti programmi di sicurezza; ma siamo grati ai ricercatori che scoprono i bug, perché rendono le nostre applicazioni più sicure e ci aiutano a vedere oltre, arrivando anche dove noi non eravamo riusciti a farlo.

Massimiliano Brolli
Responsabile del RED Team e della Cyber Threat Intelligence di una grande azienda di Telecomunicazioni e dei laboratori di sicurezza informatica in ambito 4G/5G. Ha rivestito incarichi manageriali che vanno dal ICT Risk Management all’ingegneria del software alla docenza in master universitari.

Lista degli articoli
Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Zero-Day in Oracle E-Business Suite sotto attacco: Clop Sfrutta il CVE-2025-61882
Di Redazione RHC - 10/10/2025

La scorsa settimana, Oracle ha avvisato i clienti di una vulnerabilità zero-day critica nella sua E-Business Suite (CVE-2025-61882), che consente l’esecuzione remota di codice arbitrario senza aute...

Gli hacker etici italiani primi sul podio all’European Cybersecurity Challenge 2025
Di Redazione RHC - 09/10/2025

Dal 6 al 9 ottobre 2025, Varsavia è stata teatro della 11ª edizione della European Cybersecurity Challenge (ECSC). In un confronto serrato tra 39 team provenienti da Stati membri UE, Paesi EFTA, can...

1000 POS di negozi USA e UK violati e messi all’asta: “accesso totale” a 55.000 dollari
Di Redazione RHC - 09/10/2025

Un nuovo annuncio pubblicato su un forum underground è stato rilevato poco fa dai ricercatori del laboratorio di intelligence sulle minacce di Dark Lab e mostra chiaramente quanto sia ancora attivo e...

Allenza tra gruppi ransomware: LockBit, DragonForce e Qilin uniscono le forze
Di Redazione RHC - 09/10/2025

Tre importanti gruppi di ransomware – DragonForce, Qilin e LockBit – hanno annunciato un’alleanza. Si tratta essenzialmente di un tentativo di coordinare le attività di diversi importanti opera...

Arriva Google CodeMender! Quando l’AI, trova il bug nel codice e lo ripara da sola
Di Redazione RHC - 07/10/2025

Sarebbe fantastico avere un agente AI capace di analizzare automaticamente il codice dei nostri progetti, individuare i bug di sicurezza, generare la correzione e pubblicarla subito in produzione. Epp...