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Ancora brutte notizie per Twitter. La commissione irlandese avvia una inchiesta

Ancora brutte notizie per Twitter. La commissione irlandese avvia una inchiesta

Redazione RHC : 28 Dicembre 2022 07:29

Come abbiamo riportato il 26 dicembre, con un post sul noto forum underground breach Forums, un criminale informatico ha messo in vendita un database contenente 400 milioni di utenti. A quanto pare, sembrerebbe che l’esfiltrazione dei dati sia avvenuta sfruttando una API mal configurata.

Poco prima del 23 di dicembre, data del post su Breach Forums, la Data Protection Commission (DPC) irlandese ha avviato un’inchiesta a seguito delle notizie del mese scorso su una massiccia fuga di dati da Twitter.

Questa perdita ha interessato oltre 5,4 milioni di utenti di Twitter (quindi un numero molto inferiore rispetto al database pubblicato recentemente). Nella fuga di dati venivano incluse informazioni pubbliche estratte dal sito, sia numeri di telefono privati ​​e indirizzi e-mail. 


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Anche in questo caso, i dati sono stati ottenuti sfruttando una vulnerabilità dell’API che Twitter aveva corretto a gennaio.

In una dichiarazione di venerdì, il regolatore della privacy irlandese ha dichiarato:

“Il DPC ha corrisposto con Twitter International Unlimited Company (‘TIC’) in relazione a una violazione dei dati personali notificata che TIC sostiene essere la fonte di vulnerabilità utilizzata per generare i set di dati e ha sollevato domande in relazione alla conformità al GDPR.”

Ha inoltre aggiunto di ritenere che

“una o più disposizioni del GDPR e/o della legge potrebbero essere state violate in relazione ai dati personali degli utenti di Twitter”.

Il DPC, che funge da principale organo di controllo dell’UE di Twitter. Vuole determinare se il gigante dei social media abbia adempiuto ai propri obblighi di responsabile del trattamento dei dati in merito al trattamento dei dati degli utenti. Oppure se abbia violato le disposizioni del Regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD dell’UE) o il Data Protection Act 2018.

Due anni fa, il DPC ha multato Twitter di 450.000 euro per non aver notificato una violazione entro il periodo di 72 ore.

Nel novembre 2021, il DPC ha anche inflitto a Meta una multa di 265 milioni di euro per un’importante fuga di dati su Facebook. In questo caso sono state esposte informazioni personali di centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo.

I dati degli utenti di Facebook sono stati condivisi anche su un noto forum di hacking, consentendo agli attori delle minacce di utilizzarli per attacchi mirati.

A questo punto il mistero si infittisce. L’API vulnerabile potrebbe essere la stessa, dove differenti criminali informatici hanno tentato il download dei dati. Oppure potrebbe trattarsi della stessa cerchia di criminali che ora sta mettendo in vendita il database completo?

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