Redazione RHC : 30 Gennaio 2022 07:27
Uno studente di sicurezza informatica è riuscito con successo ad hackerare la fotocamera di un Mac e, per i suoi sforzi, ha ricevuto una ricompensa di 100.000 dollari da Apple.
Si tratta di Ryan Pickren il quale ha un dottorato di ricerca presso il Georgia Institute of Technology. In precedenza, nel 2019, aveva riscontrato alcune vulnerabilità che ha sfruttato con successo, che gli hanno permesso di accendere alla fotocamera di un iPhone e i suoi microfoni senza richiedere all’utente di attivare i permessi di privacy.
Cybersecurity Awareness per la tua azienda? Scopri BETTI RHC!Sei un'azienda innovativa, che crede nella diffusione di concetti attraverso metodi "non convenzionali"? Red hot cyber ha sviluppato da diversi anni una Graphic Novel, l'unica nel suo genere nel mondo, che consente di formare i dipendenti sulla sicurezza informatica attraverso la lettura di un fumetto. Scopri di più sul corso a fumetti di Red Hot Cyber. Contattaci tramite WhatsApp al numero 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure alla casella di posta [email protected]
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Per i suoi sforzi, è stato pagato da Apple una taglia di bug di 75.000 dollari. Da allora, è passato alla fotocamera del Mac e ha avuto così successo che ha scoperto un bug molto critico.
“Il mio hack ha ottenuto con successo l’accesso non autorizzato alla fotocamera sfruttando una serie di problemi con iCloud Sharing e Safari 15. Sebbene questo bug richieda alla vittima di fare clic su “Apri” su un popup, si traduce in qualcosa di più del semplice a livello di dirottamento dei permessi multimediali. Questa volta, il bug offre all’attaccante l’accesso completo a tutti i siti Web visitati dalla vittima. Ciò significa che oltre ad accendere la tua fotocamera, il mio bug può anche hackerare i tuoi account iCloud, PayPal, Facebook, Gmail, ecc.”
Ha riportato in una intervista.
L’hacking della fotocamera del Mac ha comportato la ricerca di un’invulnerabilità in un’app di condivisione iCloud chiamata ShareBear. Se accetti un invito a condividere un documento con un’altra persona, il tuo Mac ricorderà che l’autorizzazione è stata concessa e non lo chiederà più se riapri il documento in un secondo momento. Poiché il file non è archiviato nella memoria locale, il proprietario può modificarlo dopo l’accesso.
Lo stesso tipo di file può anche essere modificato, trasformandolo in un eseguibile, consentendo a persone malintenzionate di accedere al computer di qualcuno.
Pickren ha utilizzato questa idea per trasformare un documento o un’immagine di Pages in un malware e, poiché il tuo Mac non richiederà più l’autorizzazione, lo aprirà felicemente, garantendo così l’accesso.
Oltre ad hackerare la fotocamera del Mac, Pickren ha anche ottenuto l’accesso al microfono della macchina. Sfortunatamente, poiché il LED verde di Apple si accende ogni volta che ciò accade, anche in circostanze normali, un utente curioso dall’altra parte può capire rapidamente cosa sta succedendo e prendere le misure appropriate.
Pickren ha presentato questi bug ad Apple a metà luglio dello scorso anno e da allora la società ha corretto questa invulnerabilità. Per questi risultati, il gigante della tecnologia lo ha premiato con una taglia di 100.500 dollari, che secondo Pickren è la somma più alta mai pagata dall’azienda attraverso il suo programma di sicurezza.
È stata identificata una vulnerabilità critica nell’architettura di sicurezza hardware AMD SEV-SNP, che impatta i principali provider cloud (AWS, Microsoft Azure e Google Cloud). Tale bug consente...
Nel mondo della sicurezza informatica, dove ogni parola pesa e ogni concetto può diventare complesso, a volte basta un’immagine per dire tutto. Un meme, con la sua ironia tagliente e goliardica e l...
In un mondo in cui la musica è da tempo migrata verso lo streaming e le piattaforme digitali, un appassionato ha deciso di tornare indietro di sei decenni, a un’epoca in cui le melodie potevano anc...
La frase “Costruiremo sicuramente un bunker prima di lanciare l’AGI” dal quale prende spunto l’articolo, è stata attribuita a uno dei leader della Silicon Valley, anche se non è chiaro a chi...
Negli Stati Uniti, una vasta campagna coordinata tramite botnet sta prendendo di mira i servizi basati sul protocollo Remote Desktop Protocol (RDP). Un pericolo notevole è rappresentato dalla scala e...