Redazione RHC : 2 Settembre 2021 08:56
E se tutta la criminalità informatica del mondo potesse essere ricondotta a un numero relativamente piccolo di persone, fornitori o servizi e facilitatori?
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In effetti, un gruppo di esperti di sicurezza informatica e forze dell’ordine, intervenendo alla conferenza Infosecurity Europe a Londra nel 2015, stimarono che solo 200 persone a livello globale fornivano la stragrande maggioranza di tutti i servizi e le infrastrutture di criminalità informatica. Ovviamente, arrestare anche un piccolo numero di queste persone potrebbe incidere molto sul crimine informatico globale.
Questo è stato nuovamente confermato da Andy Archibald, vicedirettore della National Cybercrime Unit per la National Crime Agency britannica, durante il convegno “Know Your Adversary: Who is the Cybercriminal?” tavola rotonda organizzata dalla Infosecurity Europe questa settimana a Londra.
Inoltre, l’esperto di criminalità informatica Alan Woodward, afferma che identificare e interrompere i fornitori di servizi di criminalità informatica rimane una delle principali priorità delle forze dell’ordine.
“Le persone con le capacità tecniche – non ce ne sono molte che sono passate al lato oscuro”
Dice Woodward, che è professore all’Università del Surrey in Inghilterra.
“La linea di fondo è: se potessi raggiungerli, ovviamente, potresti impedire che accada qualcosa di nuovo. Ma questo … non accade per magia. Ci deve essere un’infrastruttura che funziona da qualche parte per fare che questo accada, incluso il ransomware, e sono stati fatti molti sforzi per cercare di identificarlo ed eliminarlo.”
In questa intervista audio con Information Security Media Group, Woodward discute di:
Woodward è direttore non esecutivo di TeenTech, che incoraggia gli adolescenti a intraprendere una carriera nel campo della scienza, dell’ingegneria e della tecnologia oltre ad essere consigliere accademico per la sicurezza informatica dell’agenzia di intelligence delle forze dell’ordine dell’UE, Europol.
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