
Redazione RHC : 22 Aprile 2021 06:10
L’inganno è un ingrediente fondamentale nelle truffe online, negli attacchi informatici e in tutte quelle cose dove si vuole colpire un sistema o un individuo facendogli credere cose differenti rispetto alla realtà.
Non è da meno il Cloacking, tecnica tramite la quale una pagina web mostra contenuti diversi a seconda che un visitatore del sito sia un bot di un motore di ricerca, oppure un normale utente umano.
Molto tempo fa bastava aggiungere parole chiave più volte su una pagina, oppure parole ricorrenti anche se non pertinenti rispetto al sito web, per indurre il motore di ricerca a posizionare meglio la pagina. Questo fenomeno si chiamava ” spamming con parole chiave “.
Tuttavia, la pagina sembrava inaffidabile e i visitatori erano poco inclini a tutto questo e quindi si ritiravano piuttosto che fare clic su un link e far guadagnare al proprietario quei pochi centesimi per la commissione.
Dopo anni siamo arrivati a quella che possiamo chiamare l’arte del cloacking (in inglese “occultamento”), che significa far indicizzare ad un motore di ricerca un testo che è diverso rispetto a quello visualizzabile dagli utenti.
Questo tecnica può essere utilizzata per indicizzare contenuti leciti o illeciti, ma all’interno, i criminali informatici utilizzano il cloaking per indirizzare siti web che al loro interno cela reindirizzamenti ad altri siti web dannosi, oppure siti fake o malware.
Google vieta il Cloaking, come riportato all’interno delle sue linee guida, etichettando il cloaking come “Pratica illecita” e oggetto di penalizzazione.
Questo banalmente perchè Google, guadagna più dell’85% attraverso gli introiti pubblicitari derivanti dalla sua rete e questi guadagni sono immensi considerando che i click su AdWords sono appena il 7%.
Esistono differenti tipologie di tecniche.
Come abbiamo visto, questa pratica è “Borderline”, in quanto esistono anche diverse applicazioni lecite. Ovviamente l’abuso di questa tecnica per fini dubbi, possono portare i motori di ricerca ad eliminare parti o interi siti web.
Fonti
https://it.wikipedia.org/wiki/Cloaking
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