
Redazione RHC : 8 Maggio 2025 22:22
Uno studio su larga scala condotto da Rubrik Zero Labs ha confermato che quasi il 90% dei responsabili IT e della sicurezza informatica in tutto il mondo dovrà affrontare attacchi informatici nel 2024. Il rapporto, intitolato “The State of Data Security 2025: A Distributed Crisis”, documenta una tendenza preoccupante: gli ambienti IT ibridi, diventati la norma per le aziende, stanno creando nuove vulnerabilità per le quali le aziende non sono preparate.
Gli esperti sottolineano che il passaggio al cloud è spesso accompagnato da un falso senso di sicurezza. Come ha sottolineato Joe Hladik, CEO di Rubrik Zero Labs, molti si affidano ai fornitori di servizi cloud per la sicurezza. In realtà, gli aggressori sfruttano attivamente le falle nelle architetture ibride e continuano ad attaccare utilizzando ransomware e furto di credenziali.
Gli attacchi stanno diventando sempre più frequenti. I principali vettori sono le fughe di dati, l’infezione dei dispositivi con malware, la compromissione delle piattaforme cloud, il phishing e gli attacchi dall’interno. Le conseguenze sono tangibili: aumento dei costi per la sicurezza informatica (40%), perdite di reputazione (37%) e persino un cambio di management in un terzo dei casi.
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La situazione è complicata dal forte aumento dei volumi di dati e dalla diffusione dei sistemi di intelligenza artificiale. Il 90% degli intervistati ha dichiarato di gestire un ambiente cloud ibrido e che oltre la metà dei propri carichi di lavoro si sta già spostando sul cloud. Un terzo degli intervistati ha indicato la protezione dei dati come un problema importante in tali condizioni, mentre un terzo ha sottolineato la mancanza di gestione centralizzata e di trasparenza.
Secondo la telemetria di Rubrik, il 36% dei file sensibili nel cloud sono dati ad alto rischio. Tra questi rientrano dati personali, codici sorgente, numeri di previdenza sociale, numeri di telefono, nonché chiavi API e account. Si tratta del tipo di informazioni che interessa agli aggressori che cercano di rubare identità e penetrare nei sistemi critici.
Particolarmente preoccupante è lo stato dei backup: tra coloro che sono sopravvissuti a un attacco ransomware, l’86% ha pagato il riscatto e il 74% ha ammesso una parziale compromissione dei propri sistemi di ripristino. Nel 35% dei casi i sistemi di backup erano completamente compromessi.
La flessibilità dell’architettura ibrida è diventata anche il suo tallone d’Achille: il 92% delle aziende utilizza da due a cinque piattaforme cloud o SaaS, il che crea difficoltà nella gestione degli accessi. Secondo il 28% degli intervistati, gli attacchi che sfruttano account rubati e privilegi interni stanno diventando sempre più comuni.
In definitiva, Rubrik auspica un passaggio a un modello di sicurezza incentrato sui dati anziché sulle infrastrutture. Visibilità, controllo, classificazione e capacità di recupero rapido diventano priorità. Senza questo, i paesaggi ibridi continueranno a rappresentare un bersaglio appetibile per gli attacchi.
Redazione
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